Ogni mestiere ha i suoi intoppi, i suoi momenti complicati e problemi inaspettati che all’ultimo possono rendere la vita professionale molto complicata.
Quando avviene tutto questo, ci sono due modi per affrontare o meno le problematiche. Arrendersi e cercare le migliori scusanti o ingranare la quinta marcia del pensiero e affrontare tutto, facendo di necessità virtù.
Questo potrebbe essere il caso di un pasticcere senza gli ingredienti giusti, un muratore senza la sua livella o di un pittore senza pennello. Ma in questo frangente parliamo di un allenatore di calcio che non ha mai avuto a sua completa disposizione l’intera rosa, addirittura perdendo pezzi a pochi minuti dal fischio d’inizio.
Il professionista in questione è Giuseppe Raffaele, arrivato a Catania per guidare un gruppo “sufficiente” in un campionato senza molte pretese, ma con la consapevolezza di dover condurre la squadra di una città come Catania, che naviga in categorie mediocri da troppo tempo.
Il tecnico siciliano si ritrova da subito a dover affrontare un precampionato senza amichevoli e con una rosa per molto tempo incompleta, che gli permette di pensare solo lontanamente al suo obiettivo di 3-4-3 utilizzato con successo a Potenza. Per rendere il tutto più difficile sulla griglia di partenza, si ritrova a dover fare a meno dei suoi uomini migliori, Pinto e Piccolo.
Per il mister rossazzurro, niente sembra un problema irrisolvibile e chiede spesso al pupillo Kevin Biondi di aiutarlo a ricoprire i buchi lasciati dagli infortunati di lusso. E quando il peggio sembra allontanarsi con il rientro di Pinto, ecco che iniziano i primi acciacchi in una difesa che aveva fatto bene, ma aveva solo tre elementi di sicuro affidamento (Silvestri, Claiton e Tonucci).
Raffaele dopo aver inventato un Biondi tuttofare, si trova costretto a spolverare uno Zanchi braccetto di difesa, quindi anche le assenze di Tonucci prima e Claiton poi, non davano alibi alla squadra.
Poteva non presentarsi il problema a centrocampo? no. Ed ecco pronto lì a risolvere gli acciacchi di Rosaia e di Dall’Oglio senza far pesare nulla ai punti in classifica, costruendo sempre più un gruppo dignitoso. Con Bari e Ternana arriva il memento peggiore, dovendo affrontare prima gli umbri con una squadra spremuta fino alla buccia e dopo i baresi senza attaccanti. Ma fra i verbi del mister non esiste quello di arrendersi o giustificarsi.
Ad oggi Raffaele ha dovuto affrontare, infortuni su infortuni, anche dopo il mercato di Gennaio che lo ha proibito del jolly Biondi e del bomber Pecorino. Da Russotto a Volpe, da Piccolo a Piccolo stesso che si ferma per la seconda volta, da Calapai al covidi di Martinez e Reginaldo non piangendosi mai addosso. Affrontando tutte le problematiche con soluzioni valide, dando alla squadra la consapevolezza di essere un gruppo capace di sopperire a qualsiasi mancanza e tutto questo non facendo mancare i risultati.
Ancora per un po’ di tempo l’allenatore siciliano dovrà continuare ad inventare e a guardare come un miraggio il suo 3-4-3, utilizzato solo per poche giornate. Ma questo può dare a tutti la consapevolezza che oggi il Catania è una squadra con la S maiuscola, che può far paura pure alle prime della classe.
E magari a Maggio i rossazzurri potrebbero ritrovarsi al completo alla griglia dei playoff, e travestirsi da cenerentola del torneo, nascondendo dentro di sé un’ anima solida e vincente, costruita con il sudore e il lavoro di mister Raffaele.