Sandro Sabatini proviene da un altro pianeta: sette anni a Tuttosport, altrettanti spesi come capo ufficio stampa dell’Inter, ideatore e coordinatore di “Sport Time”, conduttore di “Caffè Mondiale” nel 2006 e poi ancora coordinatore e conduttore di “Sky Sport 24”, ideatore di “Stop&Gol” su Cielo, la direzione di Calciomercato.com e l’attuale esperienza a Mediaset come capo redattore.
Un’icona del calcio italiano, un factotum infallibile capace di svariare dai new media alla carta stampata, dalle eccellenze editoriali alla conduzione televisiva di programmi di successo.
È intervenuto in esclusiva ai microfoni di Catania Mood per parlare del momento storico del Catania, destinato a un futuro a stelle e strisce con l’imminente avvento di Joe Tacopina sulla poltrona di presidente.
Sandro, in questa fase delicata su scala globale ad ogni latitudine e in qualsiasi contesto anche il microcosmo calcio sta soffrendo per la mancanza di introiti diretti derivanti dagli incassi ai botteghini, quanto ritieni possa incidere in una categoria come la Serie C dove il giro d’affari non è di per sé stellare?
Incide tanto, è evidente. E’ sotto gli occhi di tutti. Ma quella della serie C non è una situazione molto diversa rispetto alle altre serie e agli altri paesi. La crisi è ovunque e il giro d’affari proporzionato alle varie realtà locali. Ma con una buona gestione dei conti, si riprenderanno prima le grandi città con grande bacino di pubblico.
Molti club in Italia sono gestiti da presidenti e società straniere, ultimamente c’è stato un forte interessamento di imprenditori statunitensi al calcio del Bel Paese: prima Pallotta alla Roma per ben 9 anni a cui è subentrato recentemente Dan Friedkin, ma anche Robert Platek allo Spezia, Kyke Krause al Parma, Rocco Commisso alla Fiorentina, l’americana Elliott Managment Corporation ha acquisito il 99,93% del pacchetto azionario del Milan e il Venezia che, dopo Joe Tacopina, è passato a un altro statunitense, Duncan Niederauer. Proprio Tacopina siederà sulla poltrona di presidente del Calcio Catania a termine di un’estenuante trattativa. Secondo lei, l’apporto degli imprenditori americani e, in particolare, italo-americani, sospinti da una passione per il calcio atavica, potrà aprire nuovi scenari sul piano del marketing e dell’analisi /ricerca di talenti low-cost attraverso sistemi computerizzati all’avanguardia come la società di dati “Stats Bomb”?
Andiamo in ordine. Gli americani che puntano sul calcio italiano sono una piacevole novità degli ultimi anni. Non lo fanno per passione, ma comunque sanno che la passione dei tifosi, la cosiddetta “fanbase” è fondamentale per avere successo, sia sportivo che economico. In questo senso, Tacopina ha già maturato esperienze importanti in varie piazze e le metterà a disposizione di Catania e del Catania. Riguardo alle statistiche e il “recruiting” di giocatori, il percorso italiano sarà molto meno lineare e semplice rispetto alla realtà americana. Per tanti motivi, compreso il fatto che le “stats” del calcio offrono interpretazioni soggettive, non oggettive come altri sport. Il recruiting di base è fondamentale per ogni azienda, compreso il calcio. Ma la differenza arriva dall’intuizione di presidente e dirigenti sulle migliori risorse umane, ovvero i calciatori. E lì le variabili saranno interpretate soggettivamente, in base a competenza e sensibilità personali.
Ritieni che l’attuale collocazione del club rossazzurro in Serie C rappresenti la dimensione più idonea per blasone e bacino d’utenza oppure la massima serie e un eventuale approdo in Europa, dopo otto stagioni consecutive a buon livello, possano essere sostenuti dalla sete di calcio e di rivalsa della piazza?
La serie A deve abitare a Catania e Palermo, se posso estendere la sensazione personale a tutta la Sicilia. Lo dice la storia del calcio, ma anche la proiezione futura. La riflessione semplice è quella che fanno tutti: se in serie A ci sono Spezia e Benevento, per esempio, perchè non c’è il Catania? In più, una sensazione dettata dai tempi e dalla fruizione del calcio su tutti i media: la Sicilia “merita” più calcio di serie A per saziare i siciliani che stanno a casa ma anche – soprattutto – quelli che stanno lontani. Abbiamo iniziato parlando del vecchio e classico botteghino, ma gli strumenti per avvicinare i tifosi alla propria squadra sono sempre meno analogici e più digitali. Ecco perchè Catania ha potenzialità da serie A, sparse in tutto il mondo.
ENGLISH VERSION
Sandro Sabatini comes from another planet: he worked for seven years for “Tuttosport”, he was the Inter press secretary, he was the creator of “Sport Time”, he was conductor of “Caffè Mondiale” in 2006 and then again coordinator and conductor of “Sky Sport 24”. He was the creator of “Stop&Gol”, director of “Calciomercato.com” and he is currently a Mediaset editor in chief.
Probably we can define him as an Icon of Italian football, able to diversify from new media to the press, from editorial excellence to the television conduction of successful programs.
He spoke exclusively to Catania Mood, to talk about the historic moment of Calcio Catania destined for an American future, with the imminent advent of Joe Tacopina as a president.
Sandro, in this difficult global moment, the world of football is suffering from the lack of direct revenues from box offices, how much do you think can affect a category like the Italian Serie C where the business is not stellar in itself?
It is quite clear; it has an evident impact. The situation of Italian serie C is not very different rather than other categories of foreign countries. Crisis is everywhere and business is directly proportional to the local realities. But with a great management, big cities with a big public pool will recover first.
Different Italian teams are managed by foreign societies or presidents; we can analyse an important interest by American businessman for the Italian football: for nine years Pallotta was the leader of AS Rome, nowadays this team is managed by Dan Friedkin. We can talk about Robert Platek, new president of Spezia Calcio, Kyke Krause president of Parma Calcio, Rocco Commisso to Fiorentina, the American society of Elliot Management Corporation that has bought the 99% of Milan’s stake, and at the end Venice FC who was managed by the American businessman Joe Tacopina and nowadays is managed by another American businessman: Duncan Niederauer. Joe Tacopina will be the president of Calcio Catania after an exhausting negotiation; according to you, the contribution of American entrepreneurs and in particular Italian Americans driven by a passion for atavistic football, will be able to open new scenarios in terms of marketing and in terms of analysis or research of low-cost talents through the use of computer systems such as the data company “Stats Bomb”?
Americans who rely on Italian football are a pleasant novelty of recent years. They do not do it for passion, but they know that the passion of the fans, the so-called fanbase, is fundamental to have an important success both sporting and economic. In this sense, Tacopina has already gained important experience in various teams and he will make this experience available to Catania and for Catania. Regarding the recruiting of low-cost talents, the Italian dimension will be less linear and simple than the American reality. For many reasons, including the fact that the “stats” of football offer subjective interpretations, so they are not objective interpretations as other sports. Basic recruiting is essential for every company, including football. But the difference comes from the intuition of president and executives on the best human resources, namely the players. And there, the variables will be interpreted subjectively, based on personal competence and sensitivity.
Do you think that the current position of Calcio Catania in Italian Serie C represents the most suitable dimension for blazon and catchment area, or the top series and a possible achievement of European tournaments, after eight consecutive seasons at good level, can be sustained by the thirst of football and revenge of the fans?
Serie A belongs to Catania and Palermo, if can I extend my personal feelings to the entire Sicily. History of football says that, but also the future. Everyone realize the same simple reflection: if Spezia or Benevento are in the first Italian league, why Catania not? It is a feeling dictated by the times and by the fruition of football on all media: Sicily “deserves” Serie A in order to satisfy the passion of the entire island, for the fans who stay at home but also for those who are away. We talked about the old and classic box office, but the tools to bring fans closer to their football team are less and less analogue and always more digital. That’s why Catania has the potential of Serie A, that are spread all over the world.
Traduzione a cura di Giuseppe Salemi
Translated by Giuseppe Salemi
(fonte foto: inter-news.it)