Un Catania soporifero nella prima frazione di gioco, volenteroso nel secondo tempo ma sfortunato. A fine partita è stata questa la disamina di Joe Tacopina, presente sugli spalti del “Massimino” come aveva promesso ai tifosi durante l’ultima visita al capoluogo etneo. L’avvocato statunitense ha messo da parte per 90′ le beghe burocratiche che lo separano dalla poltrona di presidente, accontentandosi dell’omologa rossazzurra in tribuna.
Appassionato, attento, esperto di tattica: il sangue siculo che scorre nelle vene di Tacopina ha un plasma italico. Sarebbe controproducente concentrarsi su questioni meramente societarie tra due partite così delicate: il Catania ha l’obbligo di espugnare Pagani per tentare di riacciuffare un podio lontano ormai otto lunghezze.
La gara di ieri col Bari avrebbe portato la squadra allenata da mister Raffaele a -5 proprio dai pugliesi e con una partita in meno (con la Paganese appunto, ndc).
C’è un closing che desta patemi quanto e più del termine legale ed esterofilo ormai entrato nel linguaggio comune del catanese: è la fine del campionato, prevista dal calendario per il 25 aprile, con epilogo allo “Zaccheria” di Foggia ma con l’inevitabile strascico dei playoff che potrebbero offrire a Tacopina la possibilità di gongolare…
(Fonte foto: newnotizie.it)