Siccome la gatta frettolosa ha partorito i gattini ciechi, non abbiamo nessuna intenzione di bruciare le tappe (anche se scalpitiamo come quei giocatori che rientrano in campo dopo una lungodegenza e vorrebbero mangiarsi erba e avversari).
Dato che il nastro di partenza si avvicina ma ancora non possiamo disgiungerlo con un taglio netto, ci apprestiamo a illustrarvi la nostra “mission” per ingannare il tempo.
Catania è un agglomerato urbano di oltre 700.000 abitanti e, se inseriamo nel computo totale anche l’intera provincia, superiamo ampiamente il milione. Ecco, a proposito: per tutto ciò che si può etichettare come “provinciale”, in una piccola metropoli come quella etnea, non v’è posto.
Infatti il nostro obiettivo editoriale, con umiltà ma estrema convinzione, è contribuire alla crescita del giornalismo locale, rendendolo “glocale” ossia dipanando dalle nostre radici socio-culturali e territoriali un progetto ad ampio respiro che mantenga ma ottimizzi la nostra identità, internazionalizzando il brand “Catania Mood” di pari passo con quello del Calcio Catania.
Convinti che diversificando il prodotto editoriale, stando ben attenti a non uniformarci e a non emulare i contenuti che i nostri colleghi offrono egregiamente da tempo immemore, possiamo confluire tutti verso un fisiologico sviluppo del giornalismo catanese e siciliano, trattando la concorrenza come un’opportunità e uno stimolo a migliorarci, una fonte di ricchezza e un prezioso parametro per valutare il nostro operato.
Crediamo fermamente che la nostra meravigliosa Isola, e in particolare la città che amiamo sopra ogni cosa, debbano crescere ad ogni latitudine e in qualsivoglia contesto: sociale, economico e, nondimeno, culturale perché, udite udite, quest’ultimo può fungere da traino anche se molti stoltamente ne ignorano le potenzialità o si limitano a snobbarle.
Qualità, sguardo orientato sempre verso l’esterno ma accompagnato da un’ineludibile attenzione all’attualità, rappresentano i punti cardine del mood-pensiero.
Noi “Mood-aioli”, da non confondere con i “modaioli” a cui facciamo da contraltare ideologico sbandierando lo stesso stendardo rossazzurro da decenni, nella gioia e nel dolore, non intendiamo pervenire ad un’avvilente emulazione, ma puntiamo a spingerci oltre i nostri confini, oltre i cartelli in cui campeggia la scritta “Catania”, all’uscita di Cannizzaro o dal versante di Librino, come se il ponte sullo Stretto esistesse davvero e ci potesse condurre ovunque, quanto meno con l’ausilio del pensiero: è sotto questi auspici e queste convinzioni che nasce “Catania Mood”, un prodotto editoriale che sciorinerà rubriche innovative (il punto di vista dello psicologo nel calcio moderno; la firma femminile che tinge di rosa la nostra testata ingentilendone contenuti e obiettivi; le interviste ai tifosi autoctoni e a chi è emigrato al Nord Italia o all’estero perché sono loro i veri protagonisti, e tanto altro, tutto, rigorosamente in doppia lingua, inglese/italiano).
La prospettiva “glocale” che abbiamo adottato farà del bilinguismo il veicolo privilegiato per tessere relazioni locali, rinfrancate dalla qualità del prodotto e dallo spirito innovativo intrinseco e, nel rispetto dei tempi di start-up, attivazione e reazione degli utenti, per avviare un network di interazioni su scala globale.
Noi siamo (quasi) pronti. E voi?
ENGLISH VERSION
Since the hasty cat gave birth to blind kittens, we have no intention to forge ahead (even if we’re kicking like those players who come back to the field after a long stay out and they would like to do their best).
Since the starting line is so close but we can’t still untie it with a clean cut, we are going to illustrate you our “mission” to kill the time.
Catania is an urban agglomeration of over 700,000 inhabitants and, if we include in the total count also the entire province, we greatly exceed one million. Here, by the way: for everything that can be labeled as “provincial”, in a small metropolis like ours, there is no place.
In fact, our editorial goal, full of humility but also full of extreme conviction, is to contribute to the growth of local journalism, making it “glocal”, that means unravelling from our socio-cultural and territorial roots a wide-ranging project that maintains but also optimizes our identity, internationalizing at the same time the brand “Catania Mood” linked to the brand of Calcio Catania.
We are convinced that making an important diversification of the editorial product, being careful not to conform and not to emulate the content that our colleagues offer excellently from immemorial time, we can all converge towards a physiological development of journalism in Catania and in Sicily, analizing competition as an opportunity and a stimulus to improve, a source of wealth and a valuable parameter to evaluate our work.
We firmly believe that our wonderful island, and in particular the city we love above all else, must grow at any latitude and in any context: social, economic and, nevertheless, cultural because this one, can act as a driving force even if many foolishly ignore the potentialities or just snub them.
Quality, an outward-looking gaze always accompanied by an inescapable attention to current events are the cornerstones of the mood-thought.
We “Mood-aioli”, not to be confused with the “modaioli” to whom we act as an ideological counterpart by waving the same “rossazzurro” banner for decades, in joy and pain, we don’t intend to reach a demeaning emulation, but we aim to go beyond our borders, to go beyond the road signs in which stands the writing “Catania”, at the exit of Cannizzaro or from the side of Librino, as if the bridge over the Strait really existed and could lead us anywhere, at least with the help of thought: it is under these auspices and these convictions that “Catania Mood” was born, an editorial product that will show off innovative sections (the point of view of the psychologist in modern soccer; the female signature that tinges of pink our magazine, refining its contents and objectives; the interviews to the native fans and to those who emigrated to the North of Italy or abroad because they are the real protagonists, and much more, all, strictly in double language, English/Italian).
The “glocal” perspective that we have adopted, will make bilingualism the privileged vehicle for weaving local relationships, refreshed by the quality of the product and by the intrinsic innovative spirit and, respecting the start-up, activation and reaction times of the users, for starting a network of interactions on a global scale.
We are (almost) ready. And you?