Aria di cambiamento? No qualcosina sistemata e qualcos’altro da sistemare magari si. Baldini non è mica un mago e Raffaele non è mica scarso è solo questione di come si vede il calcio, quali sono le proprie idee e comprendere che un credo calcistico a volte può dare soddisfazioni altre ti condanna.
Il merito di Baldini è stato quello di lavorare sulla testa dei giocatori su quello che la società vuole ottenere da queste restanti 6 partite che magari non potranno farle vincere il campionato ma regalare un pizzico di autostima in più da mettere in campo e, nondimeno, nello spogliatoio.
Dobbiamo dare atto a Raffaele del lavoro svolto perché il Catania nella prima parte di stagione era andato oltre le più rosee previsioni con un organico con potenzialità da 5°/6° posto. Poi qualcosa si è rotto, sembrava che la nave non seguisse più le direttive del suo capitano in un mare in tempesta e allora si rischiava davvero di affondare e perdere quello che di buono si era costruito con quelle poche risorse disponibili. Si doveva correre ai ripari: l’unica cosa da fare era il cambio alla guida tecnica.
La società etnea si concede qualche ora, circolano diversi nomi incluso un duo di beniamini amati dalla piazza, alias Gennaro Monaco e Davide Baiocco, ma la società pensa alla grande voglia di mettersi in mostra di Francesco Baldini capace di vincere un campionato under 17, ex Primavera della Juventus ed ex allenatore del Trapani ma con risultati poco gratificanti.
La grinta non manca al tecnico nativo di Massa, e nemmeno le idee chiare. Il cambio tattico, col 4 3 3 che più si addice per tradizione alla squadra etnea, potrebbe rappresentare l’arma in più, l’asso della manica che il Catania deve giocarsi fino alla fine per poter, senza troppe pressione, regalare una bella estate ai tifosi rossazzurri.
Fonte foto (nuovosud.it)