In vista del match di campionato tra Cavese e Catania, in programma sabato 27, alle ore 15:00, presso lo stadio “Simonetta Lamberti” di Cava de’ Tirreni, abbiamo intervistato il giornalista Michele Lodato (Cronache Salernitane). Con lui abbiamo disquisito sul difficile momento che attraversano i metelliani, sulla sfida tra le due compagini e un parere sulla vicenda Tacopina.
1) Michele, innanzitutto grazie per aver accettato la nostra intervista. Parlando della Cavese, la compagine metelliana è reduce da sei sconfitte consecutive. Che succede?
“Sinceramente è un’annata stregata. Gli alibi non mancano: il Covid su tutti ha fatto una vittima all’interno dello spogliatoio, tanti giocatori con postumi, infortuni vari, qualche episodio sfortunato. La squadra sino alla gara con la Juve Stabia era in palla, poi le tre settimane di stop hanno segnato il tracollo. Ma gli alibi sono la scusa dei perdenti, ora la squadra è chiamata a dare una risposta forte”.
2) Mister Campilongo ha spesso alternato due sistemi di gioco: 3-5-2 o 4-3-3. Secondo te, quale sarà lo schieramento contro il Catania?
“Il dubbio dovrebbe essere fra il 4-4-2, schema che dà maggior equilibrio difensivo, ed il 3-4-1-2 che invece garantisce maggior spinta sugli esterni a supporto delle punte. È probabile che Campilongo opti per una soluzione tattica maggiormente offensiva, anche perché la Cavese ha ben poco da perdere ora come ora”.
3) Nel girone d’andata, Andrea Russotto faceva parte della Cavese. Cosa ha perso, secondo te, la squadra campana e cosa ha guadagnato il Catania con il suo ritorno in rossazzurro?
“Sicuramente in termini realizzativi i metelliani hanno perso un ottimo giocatore, le doti tecniche di Russotto non le scopriamo certo noi. A Cava forse era arrivato un momento psicologico difficile, la sua voglia di tornare a Catania dove ha famiglia, ha fatto la differenza”.
4) Qual è il punto di forza della formazione di mister Campilongo e qual è, invece, il punto debole?
“Ahimè, i punti deboli al momento sono svariati, a partire dalla condizione fisica già precaria prima del Covid-19, peggiorata dopo il focolaio, senza tralasciare l’aspetto mentale ed un attacco che stenta a fare gol. Il punto forte è proprio il tecnico Campilongo: è un sanguigno, conoscitore della piazza, della categoria ed innamorato dei colori biancoblu, se vi è un uomo capace di salvare la barca quest’anno, non può non essere che lui”.
5) Infine, ti chiedo un parere sul campionato fin qui disputato dal Catania, e che idea ti sei fatto, da osservatore esterno, sulla vicenda Tacopina.
“Il Catania credo che nei playoff possa essere una mina vagante, ha una rosa, specialmente nel reparto offensivo, inferiore solo alla Ternana ed al livello del Bari. Tacopina è una garanzia per i tifosi etnei, sa fare calcio e lo ha dimostrato, ha risorse economiche importanti. Credo che in tre anni possa riportare il Catania in B”.