E’ veramente il Catania meno dotato degli ultimi anni di C?

La piazza etnea si ritrova ancora fra i professionisti a difendere la vecchia matricola del 1946 e per questo deve ringraziare il gruppo “SIGI” che l’estate scorsa ha salvato la società da un fallimento certo. Dopo il miracolo extra sportivo la nuova proprietà si è ritrovata ad affrontare diversi problemi debitori, dovendo formare una rosa con prezzi contenuti senza grandi pretese di piazzamento in questa stagione. Il pubblico etneo è sicuramente grato per quel che è avvenuto in estate, ma è anche vero che una tifoseria così prestigiosa vorrebbe vincere e non vivacchiare in un campionato di terza serie, e adesso che la squadra sta deludendo, in molti si chiedono se questa sia la squadra più scarsa degli ultimi anni di serie C.

Ma questa rosa,formata per lo più da giocatori svincolati e over 30, è veramente la squadra più debole dal 2015 ad oggi? 

Analizziamo, le formazioni tipo per ogni stagione:

Stag. 2015/16 Stag. 2016/17 Stag. 2017/18 Stag. 2018/19 Stag. 2019/20 Stag. 2020/21
All. Pancaro-Moriero All. Rigoli -Petrone-Pulvirenti All. Lucarelli All. Sottil – Novellino All. Camplone – Lucarelli All. Raffaele
Liverani Pisseri Pisseri Pisseri Furlan Confente
Garufo Parisi Semenzato Calapai Calapai Sales
Pelagatti Drausio Aya Aya Mbende Giosa
Bergamelli Bergamelli Bogdan Silvestri Silvestri Silvestri
Nunzella Djordevic Porcino Baraye Pinto Calapai
Agazzi Bucolo Lodi Lodi Vicente Welbeck
Scarsella Biagianti Mazzarani Rizzo Biagianti Dall’Oglio
Di Cecco Scoppa Rizzo Biagianti Mazzarani Pinto
Russotto Russotto Russotto Marotta Curcio Piccolo
Calderini Mazzarani Di Grazia Di Piazza Biondi Russotto
Calil Pozzebon Curiale Sarno Curiale Sarao

PORTIERI

In queste sei stagioni di serie C sicuramente il portiere più sicuro è stato il Pisseri delle prime due stagioni (2016/18), mentre il primo anno è stato veramente devastante, con Bastianoni e Liverani che hanno raccolto figure di non altissimo spessore. Furlan non ha rubato l’occhio nella scorsa stagione. Quest’ anno invece,tanti possibili titolari ma nessuno pronto a fare la differenza.  

DIFESA

Per questo ruolo, i rossazzurri hanno sempre vantato almeno un leader di livello, che ogni tanto però non ha avuto la spalla giusta. La miglior coppia in assoluto è forse quella formata da Silvestri e Aya nella stagione 2018/19, ma anche Begamelli e Bogdan hanno dato un ottimo apporto. In questa stagione è il capitano, numero 5, il solo a dare la vera certezza in mezzo alla difesa. Calapai e Pinto invece restano i terzini più funzionali, che lasciano dimenticar facilmente Semenzato e Tino Parisi, forse meno Antonio Porcino, oggi al Catanzaro. La difesa 2018/19 sembra essere quella formata meglio, con Baraye a correre sulla sinistra. I terzini che hanno dato meno sono sicuramente quelli della prima stagione. I centrali più in sofferenza, invece, sono forse gli over 30 della stagione in corso che non riescono a offrire le stesse prestazioni del compagno Silvestri.

CENTROCAMPO

Analizzando tutti i centrocampi, si potrebbe evincere una mancanza di qualità in tutti gli anni. Francesco Lodi  ha indubbiamente alzato questo valore nelle stagioni 17/18 e 18/19, ma i compagni al suo fianco non gli hanno dato il giusto apporto dinamico. Il gradino più alto dei centrocampisti è senza dubbio di Welbeck, con le sue indiscutibili prestazioni di questa stagione, ma è solo una goccia nel deserto. Il mercato in questi anni di serie C, è forse, mancato maggiormente in questo settore.

ATTACCO

Sembrava Curiale il bomber della serie C del Catania, ma dopo la prima stagione con 17 gol, si è poi perso. Discorso simile per Calil della prima stagione, poi solo tanti numeri  nove con pochi gol sulle spalle. L’attacco della stagione 2018/19 sembrava dover spaccare il campionato con l’arrivo di Marotta, Di Piazza e Sarno, ma nessuno di loro è riuscito a fare la differenza. Sono stati tantissimi gli avanti che hanno calcato il “Massimino”, ma nessuno ha colpito i cuori dei tifosi.

L’anno di Pozzebon è forse stato il più deludente, con Russotto e Mazzarani alle sue spalle. Gli ultimi due hanno giocato molte stagioni con questa maglia ma proprio il primo, tornato quest’anno nel mercato di riparazione, potrebbe formare insieme a Piccolo (che fa dimenticare Sarno e forse Curcio)  la miglior coppia di esterni in assoluto. Sarao che si batte come un matto davanti e con i suoi colpi di testa sicuramente non fa rimpiangere Calil o Ripa, ma non è il centravanti gollifero che si aspettava il pubblico etneo.

RESOCONTO

In questi anni difficili, il calciomercato etneo ha sempre difettato maggiormente nella parte centrale del campo, spesso si sono indovinati gli interpreti della difesa e della porta, tranne nel primo anno di Bastianoni e Liverani. La fase d’attacco sulla carta più competitiva potrebbe, addirittura, essere quella di quest’anno se mister Raffaele avesse tutti gli interpreti a disposizione. Forse, effettivamente la rosa attuale non è la più scadente degli anni in terza serie, ma l’assenza di tecnica a centrocampo e di freschezza dietro, non la rendono nemmeno la migliore.

Claiton: “Dispiaciuti per la sconfitta. Abbiamo subito il loro gioco”

Il difensore centrale del Catania, Claiton, è tornato sulla sconfitta interna subita dai rossazzurri contro il Teramo nel post-partita:

“Ci dispiace, non ci voleva questa sconfitta. Volevamo i tre punti per consolidarci in una buona posizione di classifica, questo è il nostro obiettivo. Adesso dobbiamo subito guardare alla prossima gara. E’ stata una giornata difficoltosa soprattutto nel primo tempo, dove abbiamo subito il loro gioco. Non siamo stati bravi, dobbiamo crescere ancora molto, responsabilizzandoci di più ed aiutandoci quando le cose non vanno bene. Il Teramo si è dimostrato molto organizzato, con un buon palleggio, il loro punto di forza era in mezzo al campo. Ci siamo accesi ad intermittenza, soprattutto nella ripresa. Il rammarico c’è perché sappiamo quanto lavoriamo durante la settimana ma non basta, dobbiamo guardarci in faccia e dare tutti qualcosa in più per migliorare il nostro rendimento. Ormai è andata, da domani valuteremo gli errori commessi e se ci sono state delle cose positive in vista della Turris, un’altra gara fondamentale”.

(fonte foto: labaricalcio.it)

Pericolosa involuzione in atto. Si deve arrestare.

Certo che non ne va una dritta. Problemi muscolari, malanni, gastroenteriti: possibile che questi giovani virgulti quando indossano la gloriosa maglia rossazzurra si trasformino in mingherlini fragili e cagionevoli?

Siamo nel momento del closing. Si chiude la stagione regolare, si chiuderà la vicenda societaria, si chiuderà un capitolo della storia rossazzurra iniziato la scorsa estate, si chiuderanno anche tante bocche, altre finalmente si sono serrate in nome del segreto professionale e del “patto di riservatezza”, altre ancora devono essere taciute dal Tribunale.

Un Catania che, nelle ultime giornate, non riesce a chiudere solo la porta di Confente. Il ragazzo, sarebbe ingeneroso additarlo per l’episodio dell’autogol che ieri ha condannato i rossazzurri alla sconfitta interna, si è sempre limitato a svolgere dignitosamente il proprio compitino ma, quando si è trattato di effettuare uscite kamikaze, parate spettacolari o interventi mostruosi è rimasto imbrigliato nella gabbia del “6” in pagella.

Ovviamente è solo un concorso di colpe. Prendete i nuovi acquisti della campagna di gennaio. Anche lì, Sales ha fornito prestazioni, così per rimanere in tema di organico etneo, alla Tonucci, con meno sbavature caratteriali imputabili a un temperamento sì da guerriero ma con meno veemenza fuori dalle righe. Il che ha prodotto, globalmente, un 6 in pagella che non basta per ambire a traguardi d’alto rango. E poi c’è Giosa. Il ragazzo vanta un bagaglio d’esperienza invidiabile in Serie C, gode della stima di mister Raffaele ma non ha mai conferito sicurezza al reparto difensivo, un po’ come Confente. Invece è importante che l’estremo difensore e i centrali consentano ai centrocampisti di produrre gioco senza curarsi eccessivamente della fase di interdizione altrimenti, altro concorso di colpe, chi viene chiamato a tessere le trame di gioco, oltre ad evidenti limiti geometrici, finisce col curarsi oltremodo della retroguardia e smarrire anche quel pizzico di fantasia.

Si è parlato tanto di Pecorino, del suo passaggio alla Juve, della promessa di Tacopina: “non lo cederemo”, quando non era e non è ancora affatto in grado di fare promesse. Ora, Emanuele sarà giovanissimo, avrà segnato un gollonzo nel derby (perlomeno non abbiamo perso), sarà stato fortunato in qualche circostanza ma “la metteva dentro”. I meno giovani ricorderanno, per esempio, Edy Baggio: quante critiche! Eppure in 29 presenze siglò 18 reti, proprio in Serie C (stagione 2001-2002). A cosa serve un attaccante? O ci aspettiamo sempre Lukaku, C. Ronaldo e Ibrahimovic? E no, non è stato affatto sostituito.

Sfortuna ed errori di lettura. Mister Raffaele lavora come un mulo, questo è indubbio e le lodi si sprecano per un allenatore così certosino e stacanovista ma, altrettanto fuor di dubbio, sono gli errori nell’interpretazione tattica di molte partite. Correggere il tiro in corso d’opera funziona quando la squadra gira a mille ma quando iniziano defezioni, assenze di uomini-chiave, tutto si complica anche le rimonte. E in questi casi l’unico modo per non prestare il fianco agli avversari è indovinare lo schieramento tattico, inserire le pedine più adeguate. 

Col senno di poi…Già, certo, siamo tutti abili strateghi, dopo. Ma a onor del vero alcune scelte tattiche e, permetteteci, tecniche, a volte ci hanno lasciati un po’ sopresi. Se un giocatore dai piedi buoni come Maldonado che forse pecca di carisma, forse da bambino giocava a nascondino e gli è rimasto il vizietto anche in campo, avesse goduto di maggiore considerazione da parte di Raffaele, oggi non staremmo parlando di un Catania privo di idee. Ma questo è solo uno degli aspetti tecnico-tattici che non ci ha mai convinto.

Nessun processo, solo constatazione dei fatti. C’è un’involuzione in atto e non possiamo permettercelo in vista dei playoff. 

(Fonte Immagine: Goal Sicilia)

Inermi, svogliati e senza reazione

Senza voglia. Il Catania esce sconfitto dal confronto interno contro il Teramo che adesso e proprio lì ad un passo dal quinto posto occupato attualmente dagli etnei.

Solito primo tempo regalato agli avversari dove il Catania si dimostra veramente poca cosa se non qualche timido tentativo ma nulla più. E’ vero che la fortuna non stia proprio girando da queste parti perché dopo un gran tiro di fuori area di Vitturini al 30′ del primo tempo la palla sbatte contro il palo, poi sul secondo e infine sul braccio dell’estremo difensore etneo, Confente, con la sfera che si spegne in fondo alla rete. Nel secondo tempo stesso copione nonostante qualche tentativo confusionario. 

Per il Catania è notte fonda e adesso c’è davvero da porsi delle domande e cercare di rimediare al più presto la seconda sconfitta di fila al Massimino. Forse qualcuno si era illuso a Bisceglie ma il Catania è tornato sulla terra e dovrà fare i conti con un trittico di partite non proprio facili, iniziando dal turno infrasettimanale a Torre del Greco contro la Turris, poi i rossazzurri ospiteranno la fortissima squadra Piero Braglia, l’Avellino, che sta disputando un campionato eccellente occupando la seconda piazza e trasferta a Cava dei Tirreni.

Non tutto è perduto ma urge una reazione immediata perché le altre squadre non aspettano anzi sono lì sornione in attesa di ulteriori passi falsi degli etnei che, parliamoci francamente, di errori ne hanno commessi durante la stagione veramente tanti.

Cosa davvero fa riflettere? Le parole di mister Raffaele che aveva dichiarato prima di questa partita che il destino del Catania era nelle proprie mani. E poi si vedono partite del genere? Così la risposta, ahi noi, appare palese.

Adesso bisogna pedalare e chi davvero è uomo spogliatoio vedi Izco, a cui facciamo gli auguri per il suo compleanno, deve alzare la voce perché non si può umiliare la maglia rossazzurra con certe prestazioni e perché i tifosi fino adesso hanno ingoiato troppi bocconi amari e  meritano molto ma molto di più.

Fonte foto (pianeta serie b)

Ci risiamo: un Catania debole, anzi debolissimo

La vittoria ottenuta sette giorni fa con il Bisceglie non poteva e non doveva creare illusioni. La compagine pugliese, con tutta onestà, non si prestava ad essere un banco di prova attendibile per testare l’eventuale guarigione del Catania post-derby. Al cospetto del Teramo, infatti, avversario decisamente più tosto e insidioso, i ragazzi di Raffaele hanno fatto riemergere quelli che sono i cronici limiti di questa squadra. 

Raffaele, un allenatore nel pallone

Francamente, a prescindere dai difetti di questo gruppo, nella gara contro gli abruzzesi anche il tecnico barcellonese ha mostrato segni di confusione sin dalle scelte iniziali, che contraddicono le dichiarazioni antecedenti la gara. Sebbene il modulo sia stato confermato, è sugli interpreti schierati in campo che emergono grosse incongruenze. A partire dalla difesa, reparto in cui (escludendo l’infortunato Silvestri) sembrano non esserci dei punti di riferimento chiari e si ricorre ad un eccessivo turnover. Per non parlare dell’incognita Maldonado, scelto come regista ideale del 3-5-2 e poi puntualmente non schierato; non sarà di certo il Gerrard della situazione, ma l’ecuadoregno lì in mezzo è l’unico a innalzare il livello qualitativo. Al contrario, le attenzioni di Raffaele sono sempre rivolte a giocatori come Dall’Oglio che dal punto di vista delle prestazioni sta ampiamente deludendo. Anche in attacco l’allenatore ex Potenza ha preferito rinunciare a Sarao, il capocannoniere degli etnei, per far posto ad un tandem offensivo debole, anzi debolissimo. Tra l’altro, affidarsi a Di Piazza in un contesto in cui non si gioca di rimessa, ma si deve fare la partita, rischia di snaturare il giocatore e di non renderlo funzionale al gioco. Unico segnale positivo in vista del rush finale viene dal rientro di Piccolo, che in soli quindici minuti ha dimostrato di poter essere molto più utile alla causa rispetto ai suoi colleghi di reparto (ulteriori infortuni permettendo!).

Un mercato “infernale” 

È giusto comunque riconoscere a Raffaele il merito di essere andato oltre le reali potenzialità di questo gruppo e di stazionare in una posizione di classifica più che rosea, viste le aspettative iniziali. A pesare su questo calo del Catania sono anche e soprattutto gli ambigui movimenti societari effettuati durante il mercato di gennaio. Alcuni innesti, in particolare quelli difensivi, invece di apportare un miglioramento al reparto arretrato, hanno creato scompiglio e, probabilmente, anche qualche malumore: inspiegabilmente, infatti, gente navigata come Claiton e Tonucci è finita nelle retrovie dopo un girone d’andata tutto sommato convincente. Il centrocampo, al contrario, risulta essere un reparto scarno e che manca di una pedina in grado di essere decisiva e di portare punti pesanti. Per concludere l’enigma Volpe, preso per sostituire il partente Pecorino, ma mai visto in campo, sebbene la dirigenza ne auspicasse un pronto utilizzo. Chissà se avremo l’onore di vederlo esordire in maglia rossazzurra almeno per i playoff. 

Ora testa alla Turris, ma il pensiero vola al closing

Così come è successo dopo la disfatta con il Palermo, per i rossazzurri si ripresenta un’occasione immediata per rialzare la china e per difendersi dalle agguerrite inseguitrici, piuttosto che ambire a posizioni che al momento non meritano. Prossimo avversario sarà la Turris, anch’essa reduce da risultati non esaltanti ma pronta ad approfittare dello stato confusionale degli etnei. Tuttavia, la mente dei tifosi viaggia ormai lontano verso quel fatidico e agognato closing, unico vero obiettivo per poter sperare di vivere stagioni finalmente all’altezza della piazza. 

Fonte Immagine: CalcioCatania.it

Catania-Teramo, la sconfitta che pesa di più della stagione?

Il Catania ha recriminato per un fallo in area, a fine gara. Raffaele parla di calo fisico e di brillantezza ma a conti fatti, la classifica non sorride agli etnei che ora si vedono avvicinare dal Teramo che proprio grazie al successo maturato al “Massimino”, ha raggiunto quota 42 punti. Fa più male della sconfitta contro il Palermo? La risposta è ovviamente negativa ma questa disfatta punge di più in ottica di lungo periodo perché essendo uno scontro diretto, questa seconda sconfitta contro il Teramo ci porterebbe dietro a questa compagine a parità di punteggio a fine stagione.

Che sia la seconda e ultima disfatta o l’inizio della fine?

Foto: LaSicilia.it 

Primavera – Marchese: “Grande applicazione. Il gruppo è coeso”

Giovanni Marchese, allenatore della Primavera 3 rossazzurra ieri vittoriosa per 1-0 sulla Vibonese, ha commentato la seconda vittoria centrata dai ragazzi grazie alla rete di Fichera siglata al 34′:

“Sono molto contento della prestazione, i ragazzi hanno interpretato la gara nel modo perfetto, facendo tutto ciò che avevo chiesto, e si sono contraddistinti tutti positivamente per impegno e rendimento. In particolare, ho apprezzato la grande applicazione sia in fase propositiva sia in fase di ripiegamento. Un plauso a chi ha giocato dall’inizio, a chi è subentrato e anche a chi oggi non è sceso in campo, perché il gruppo è coeso ed affiatato e questa è una cosa fondamentale”. 

(fonte Globusmagazione.it)

Primavera – Catania batte Vibonese. Ora derby col Palermo
I ragazzi di mister Marchese centrano la seconda vittoria stagionale in campionato, imponendosi per la prima volta fra le mura amiche di Torre del Grifo.
A mettere a segno il gol-vittoria è Matteo Fichera, attaccante classe 2003, al 34′. Proseguono al meglio, quindi, le manovre d’avvicinamento al derby col Palermo di sabato prossimo, con 6 punti in cascina e con un quarto posto che lascia ben sperare per il futuro.
 
 
Sabato 13 marzo – Torre del Grifo Village (Campo 3)
 
Catania-Vibonese 1-0 (34° Fichera).
 
TABELLINO
 
Catania – Vadalà; Caracò, Lo Duca, Panarello, Iuculano, Sciuto (19°st Currò), Tropea (23°st Mignemi), Limonelli, Russo (25°st Di Stefano), Le Mura, Fichera. A disposizione: Borriello; Magrì, D’Angelo, Zappalà, Papale, Aquino, Bozzanga, Nicotra. Allenatore: Marchese. 
 
Vibonese – Curtosi; Tassone, Riga, Staropoli, Pansera, Polimeni (33°pt De Marco), Corso (1°st Toziano), Leone (30°st Okito), D’Attilo, Spina (1°st Aguì), Rando (19°st Benkhalqui). A disposizione: De Fazio; La Torre, Maragò, Lupo, Pisano. Allenatore: Campolo. 
 
Arbitro: Tommaso Alberto Vazzano (Catania).
Assistenti: Alessio Reitano (Acireale) e Franz Joseph Grasso (Acireale).
Ammoniti: Fichera, Limonelli e Lo Duca (C), Aguì, De Marco, Pansera e Toziano (V).
Espulsi al 14°st Fichera e De Marco.
Tempi di recupero: pt 2′; st 5′.
 
(foto: calciocatania.it)
Teramo, Paci: “Abbiamo costretto il Catania a difendersi”

Gongola a fine partita mister Massimo Paci per aver costruito una vittoria dall’intelaiatura fitta e priva di pertugi in cui il Catania potesse tentare di infilarsi per rendersi davvero pericoloso:

“Abbiamo giocato un primo tempo di alto livello in ambo le fasi ma nella ripresa abbiamo curato maggiormente la fase difensiva. Non ricordo occasioni per il Catania, quindi è una delle nostre migliori prestazioni stagionali. I complimenti vanno ai ragazzi, credo fermamente in questo gruppo, se lo meritavano davvero, soprattutto per quanto dato nelle precedenti partite, nelle quali il risultato non ci era stato pienamente favorevole.  Ho chiesto ai ragazzi di non essere remissivi, di giocare alle spalle dei loro centrocampisti, in modo da costringerli ad essere più preoccupati nel difendersi che a contrattaccarci. Il Presidente mi ha chiamato a fine gara per complimentarsi”.

(foto: ilcentro.it)

Buon compleanno Izco! Col sottofondo di Cucchi (VIDEO)

Per un attimo abbandoniamo il calcio giocato. Che è meglio! E sono 38. Mariano Izco, dopo aver centrato il traguardo storico delle 250 presenze con la maglia del Catania, festeggia il suo compleanno. Un predestinato che ha scelto lo stadio “Olimpico” di Torino per il suo primo gol in Serie A. Correva l’anno 2009, era il 20 dicembre, un’intuizione di Plasmati all’87’ spalancava il campo a Marianito, entrato al 60′ in luogo di Pablo Ledesma, che dopo lo stop in corsa superava con un lob gentile l’incolpevole Manninger siglando il sorpasso (1-2).

Ne è passata d’acqua sotto i ponti, grazie anche al contributo in termini di lacrime piovute dagli occhi di Mariano Izco quando nel 2014 lasciò Catania per accasarsi al Chievo Verona. Ma il destino del ragazzino cresciuto calcisticamente a San Telmo, un barrio storico di Buenos Aires, ricco di monumenti ricchi di interesse storico, colori e ricchezza popolare, non poteva che ricongiungersi con la nostra città.

(fonte foto: tuttocampo.it)

(VIDEO CON CRONACA DI RICCARDO CUCCHI, INTERVENUTO DI RECENTE AI NOSTRI MICROFONI)