Catanesi al Nord – Nico: “Ricordi? La doppietta di Spinesi al Verona, la Serie A. Ma quel gol di Mastalli al Perugia…” (VIDEO)

Quanti tifosi sono stati costretti da cause contingenti a lasciare Catania per migrare verso i lidi gelidi del Nord Italia o, peggio, fuori dai confini nazionali. Il tifo per i colori rossazzurri, però, è qualcosa di imperituro, non conosce tempo né spazio, è impresso nell’anima ancor prima che nella stampa di una sciarpa.

Per tale ragione la nostra redazione ha ritenuto opportuno dedicare una rubrica ai tifosi DOC che per motivi di lavoro o di famiglia hanno lasciato il capoluogo etneo e, tra saudade e nostalgia, continuano a seguire le sorti del Catania in TV, attraverso la stampa, in qualsiasi modo possibile.

Oggi vi raccontiamo la storia di Nico Gravagna, cuore rossazzurro del Catania che vive a Verona da oltre 30 anni.

Come si vive a distanza la passione per i colori rossazzurri? Quando gli stadi erano aperti ai tifosi la sofferenza di non poter assistere dagli spalti alle partite quanto incideva sul tuo stato d’animo da tifoso DOC da 1 a 10?

La passione per i propri colori, per la propria squadra è qualcosa che hai dentro e ti porti dentro sia se abiti a 1 km dallo stadio sia se vivi a 1000, 2000, 10000 km di distanza per svariati motivi: è qualcosa che ti porti dentro per tutta la vita e la vivi da trasfertista perenne al punto che nel 2005 insieme a mio fratello Giorgio, Renato Palmieri, Aldo Barcellona, Renato Chirdo abbiamo creato e fondato gli Old Elephants che racchiudono una buona parte dei tifosi più conosciuti quantomeno sulle pagine social della nostra città, tutte quelle persone che si incontravano, scrivevano e raccontavano via chat ma che poi irrimediabilmente una domenica sì e una no si ritrovavano allo stadio. Anche con fasce di età differenti e problematiche diverse ma tutti uniti, tutti insieme accomunati dalla stessa bandiera e sotto gli stessi striscioni. Non è facile comprendere la passione di chi vive lontano per chi ha la possibilità di stare a Catania: esci da casa, parcheggi la macchina e vai allo stadio. Per noi, tutto quello che precede la partita, l’organizzazione, trovare i biglietti, organizzare le macchine, spostarsi, il panino, diventa endemico, fa parte di te stesso. E’ una sensazione bellissima e ti gratifica tantissimo. Non poter assistere a una partita dal vivo è un peccato perché il ritrovarsi insieme agli amici ti porta a sfidare anche il freddo, i chilometri, la pioggia a non far mancare il sostegno utile ai ragazzi che lottano in campo e che vorresti accompagnare in ogni singola partita, ogni domenica.

Raccontaci un po’ di te. Di cosa ti occupi? Vivi con la tua famiglia?

Abito a Verona da oltre 30 anni e sono un funzionario commerciale presso un’azienda italiana nell’ambito alimentare e gestisco una rete di oltre cinquanta venditori e li seguo da Roma in su quindi anche per lavoro mi trovo spesso in trasferta e questa cosa è carina prché mi porta anche di sfuggita a passare vicino tant stadi dove abbiamo giocato, dove siamo entrati vestiti di rossazzurro con in nostri colori, i nostri stendardi e le nostre bandiere. 

Qual è il ricordo rossazzurro che ti è rimasto maggiormente impresso?

Sono tanti i ricordi e anche gli anni che frequento gli stadi, alcuni belli altri brutti ma indimenticabili. Partirei dal gran gol di Mastalli in quel Catania-Perugia 2-1 per noi che ci portò a disputare gli spareggi di Roma contro Como e Cremonese che poi ci videro vincitori e promossi inSerie A.Tra i più recenti c’è la promozione al “Massimino” nel 2006 contro l’Albinoleffe di Mondonico, ero presente in una Curva Sud strapiena di gente, una cosa meravigliosa. E poi la Serie A, con  la prima vittoria a Torino contro la Juve, una soddisfazione immensa e la prima vittoria contro il Verona, dove abito e ho tantissimi amici tifosi dell’Hellas, ma in quella domenica indimenticabile la doppietta di Spinesi mi regalò una gioia inifinita e sempre contro un’altra squadra veronese, il Chievo, lo spareggio salvezza a Bologna uando vincemmo 2-0. Questi sono i ricordi che rimangono quotidianamente impressi nella memoria anche se ce ne sono tanti altri, di singole partite, di rimonte, di capovolgimenti di fronte effettuati da giocatori eccezionali e ne abbiamo avuti tanti.

Credi che il Catania, alla fine, sarà di Tacopina?

Si, credo che si arriverà al closing con l’entourage di Tacopina. Ormai siamo quasi in fondo, credo che SIGI si sia adoperata per far sì che si possa arrivare a questo passaggio e non era facile né semplice ma la vedo anche come una soluzione importante sia per SIGI sia per chi compra ma, soprattutto, per la nostar città e per la nostra squadra. Confido ovviamente in un futuro diverso che ci possa riportare velocemente in Serie B per ambire poi al massimo campionato. Secondo me ci siamo, non manca molto al passaggio di società.

Un’ultima domanda Nico. Il Catania affronterà il Teramo sabato, se fossi nei panni di mister Raffaele cosa diresti ai ragazzi prima di scendere in campo?

Allenare a Catania non è facile, è una piazza che pretende e vuole vincere. Da noi abbiamo visto poco calcio e poche soddisfazioni negli ultimi anni per cui la voglia di vincere è davvero tanta. Domenica abbiamo avuto questo piccolo riscatto a Bisceglie giocando un secondo tempo positivo finalmente che deve darci fiducia per cui direi ai ragazzi di ripartire da quel secondo tempo di Bisceglie. Devono entrare in campo convinti delle loro capacità sfruttando al massimo tutto ciò che hanno a disposizione in termini di idee, tenuta atletica, voglia e carattere soprattutto. Il Teramo è decisamente una formazione più forte del Bisceglie quindi non sarà semplicissimo ma nelle prossime tre partite possiamo mettere il punto esclamativo a quella che sarebbe una posizion e di tutto rispetto, quel quarto/quinto posto che ci potrebbe regalare qualche piccola speranzella in questi playoff. Potrebbe diventare un trittico fondamentale per il prosieguo del campionato. Irrimediabilmente, come dico sempre a tutti i miei ragazzi degli Old Elephants, mai arrendersi, “never give up”, mai mollare! Ciao, un abbraccio a tutti e sempre FORZA CATANIA!!!.

I GOL DI  CANTARUTTI E MASTALLI IN CATANIA-PERUGIA 2-1 (12 GIUGNO 1983) (VIDEO)

Dott. Fichera a Catania Mood: “Volpe? Potrebbero occorrere fino a 60 giorni”

La sera il tifoso del Catania trema. Dopo la doccia fredda post-Bisceglie in cui abbiamo appreso del brutto infortunio occorso a Tommaso Silvestri (due fratture costali), ieri in tarda serata è giunto in redazione il bollettino medico del dottor Francesco Riso. Se Antonio Piccolo e Reginaldo sono sulla via della guarigione, Andrea Zanchi ha già ripreso gli allenamenti individuali, e Miguel Martinez ha smaltito i postumi di una patologia intestinale acuta ed è rientrato in gruppo, il referto di Michele Volpe non lascia ben sperare:

“Riposo e terapie per Michele Volpe: a seguito di una risonanza magnetica, è emersa la lesione del legamento peroneo-astragalico anteriore della caviglia destra”.

Per questo abbiamo contattato il dottor Francesco Fichera, medico d’emergenza con esperienza pluriennale, per avere il parere di un professionista e comprendere se il giocatore potrà essere arruolabile quantomeno in vista dei playoff. Logico, anche in questo caso, che la sua inattività se perdurasse per ulteriori settimane desterebbe qualche perplessità:

Il tempo di recupero della distorsione alla caviglia può cambiare molto in base alla gravità – ha dichiarato il dott. Fichera ai nostri microfoni-. Nel caso della lesione del legamento peroneo astragalico, dipende da quanto gravemente il paziente ha ferito il tessuto molle. Nei casi più gravi il tempo di recupero può variare dai 40 ai 60 giorni .

Comunicato infortuni: Volpe out, Piccolo e Zanchi..

Il dottor Francesco Riso, coordinatore dell’Area medica del Calcio Catania, analizza le condizioni dei rossazzurri indisponibili: “Antonio Piccolo ha completato il programma di rieducazione funzionale e, qualora le risposte all’incremento dei carichi di lavoro fossero positive, sarebbe arruolabile già in vista di Catania-Teramo. Così anche Reginaldo, sottoposto ad esami diagnostici che non hanno evidenziato lesioni muscolari. Riposo e terapie per Michele Volpe: a seguito di una risonanza magnetica, è emersa la lesione del legamento peroneo-astragalico anteriore della caviglia destra. Conclusi i necessari accertamenti specialistici effettuati in ospedale, che hanno attestato una patologia intestinale acuta da affrontare con cautela, Miguel Martinez è tornato ad allenarsi. A distanza di tre settimane dall’infortunio riportato in occasione della gara con la Ternana, Andrea Zanchi ha completato le terapie a Torre del Grifo e, con un leggero anticipo sulla tabella di marcia che prevedeva lo stop di un mese, ha svolto i primi allenamenti individualizzati. Come abbiamo specificato già domenica sera, infine, le due fratture costali composte costringeranno Tommaso Silvestri ad attendere quaranta giorni per la ripresa dell’attività agonistica”.

Fonte: CalcioCatania.it

 

Mal o Donado

Ad inizio campionato, il Catania si è subito ritrovato con una grana extracampo da risolvere. Il tesseramento di un giocatore extracomunitario, acquistato dall’Arzignano retrocesso in serie D dopo la promozione conquistata l’anno precedente, ciò gli aveva garantito un contratto da professionista malgrado la mancanza del passaporto comunitario.

Giuseppe Raffaele parlava di Maldonado come giocatore fondamentale per il proprio gioco a cui aveva affidato tutte le prove tattiche del precampionato, sottolineando come i compagni fossero rimasti visibilmente colpiti dalle qualità dello stesso. 

Quando il “caso tesseramento” fu risolto, sembravano finalmente aprirsi le porte per questo giocatore dalle capacità tecniche indiscusse ma con il peso sulle spalle del paragone con David Pizarro. Il suo impatto con gli schemi del Catania, non ha dato i risultati sperati dal Mister etneo.

Quel giocatore tanto atteso dalla piazza e dagli addetti ai lavori, non sembra ancora aver trovato la strada giusta e il carisma per poter prendere le redini di un centrocampo carente di qualità, ma che dai suoi piedi potrebbe ripartire almeno dai calci piazzati.

Questa stagione sta per entrare nella parte finale e decisiva. Magari proprio nel momento più importante il Catania potrebbe trovare il suo leader della mediana e come vociferano in molti: “un uomo alla Lodi”. Le ultime chiamate per il numero “15” stanno arrivando. Raffaele dovrà decidere se affidarsi al ragazzo, e solo il campo potrà dire se Luis sará Mal o Donado.

 

Programma “Finalmente” settimanale per il Catania.

Dopo un lunedì libero, che non accadava da molto, oggi i rossazzurri sono tornati a Torre del Grifo in cui hanno svolto del lavoro aerobico, con e senza palla, dividendo il gruppo in base ai minuti giocati domenica a Bisceglie e anche rispetto al lungo tour de force del mese appena trascorso. Il programma settimanale continuerà con con due sedute mercoledì e giovedì mattina. Venerdì, alla vigilia del match contro il Teramo, la squadra alle 11 si riunirà per la rifinitura

(Foto e info: CalcioCatania.it)

Buon compleanno mitico 24!

Vola gabbiano, vola.

Quante volte allo stadio Massimino abbiamo sempre nominato il soprannome “Gabbiano” e subito la mente va a lui, uno dei cannonieri piú prolifici della storia rossazzurra Gionatha Spinesi.

Toscano con il fiuto del gol da attaccante puro, dopo aver iniziato i primi passi con il Pisa vanta diverse presenze con Castel di Sangro e Bari dove per un po’ di tempo fu compagno di reparto di un certo Antonio Cassano da Bari Vecchia. 

Nel 2004 si svincola dalla società pugliese e approda all’Arezzo riuscendo a salvare la compagine toscana.

Ed eccolo al Catania nel 2005 dove subito si mette in mostra in serie B con 23 reti. È l’apoteosi: il popolo rossazzurro non crede ancora che il Catania sia tornato nel calcio che conta.

Incredibile il suo apporto alla squadra anche nella massima serie con 17 reti.

Quante emozioni e incredulità nel vedere quel numero 24 segnare contro il Milan battendo Dida oppure contro la Juve, contro il Palermo in quel rocambolesco 5-3 ma si potrebbero citare tantissimi episodi in 49 partite ufficiali.

Con il Catania è sempre stato amore. Tanto ha ricevuto il Gabbiano che aveva deciso di prendere per mano l’elefante  e portarlo nei palcoscenici calcistici che contano e non ci sono parole per dirgli grazie di cuore per aver realizzato da protagonista la promozione in A quel sogno che speriamo di ripercorrere e rivivere il prima possibile perchè il Catania ha fame i tifosi non vedono l’ora di esultare.

Auguri Bomber di buon compleanno da tutta la redazione di Catania Mood e chissà se nel futuro americano del le strade non possano tornare ad incrociarsi in un’altra veste. Spinesi probabilmente farebbe la sua bella figura anche nella nostra attuale squadra!

(Foto: calcioweb.eu)

Catania, what do you need to improve?

Catania’s transformation in the last few weeks has not been spectacular. In particular we talk about some mistakes made by our defence, this one seems to have lost the initial grit and determination probably for some choices related to transfermarket, in fact the initial defensive line was made up of Silvestri (the captain of the team), Claiton and Tonucci. 

After transfermarket, due to the arrival of Giosa and Sales (two of the Mr Raffaele’s favourite players) the defensive line has been completely changed. Has this choice been well rewarded?

As things stand today, the answer is negative for sure, since it is possible to analyse that in some matches, a defensive decline has been verified. 

Also, the midfield line is often inattentive; being in the centre of the pitch is a very big deal and in general it is essential to keep possession of the ball and pass with accuracy, to defend as well as to attack, to control and to dictate the tempo of the game, but recently our midfielders are not able to realize clinical finishes to our strickers… this is something that must be reviewed, and I am sure that Mr Raffaele can fix it because he has the ability to bring back enthusiasm to our team. 

(Photo: Calcio Catania) 

Catania-Teramo, arbitra Luciani.

Catania-Teramo gara valevole per il 30° turno di campionato, verrà diretta dal signor Francesco Luciani della sezione di Roma 1, coadiuvato dagli assistenti Andrea Niedda e Gianluca D’Elia entrambi della sezione di Ozieri.

Quarto ufficiale sarà il signor Dario Madonia della sezione di Palermo. 

Daniele Lo Porto
Esclusiva, Lo Porto (Giornale di Sicilia): “A Bisceglie si doveva solo vincere. Sul closing più passa il tempo più si complica”

Il giornalista Daniele Lo Porto (Giornale di Sicilia) ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni di Catania Mood. Con lui si è disquisito ancora una volta del brutto derby col Palermo ma anche sulla pronta risposta dei rossazzurri a Bisceglie. Si è affrontato anche il tema più “caldo” per i tifosi del Catania, ovvero il tanto atteso closing con l’avvocato statunitense Joe Tacopina. 

1) Seppur ormai è trascorsa una settimana, la delusione per la sconfitta casalinga nel derby con il Palermo è ancora tanta. Secondo te, cosa non ha funzionato?

“Credo che soprattutto non sia stato adeguato l’approccio con l’avversario, come già accaduto nella partita d’andata. Un avversario che, tra l’altro, aveva difficoltà di organico, veniva dall’esonero di Boscaglia e poteva essere in difficoltà psicologica e, invece, è stato l’esatto contrario. Poi, non aver saputo sfruttare la superiorità numerica per quasi un’ora è stato un evidente limite sia agonistico che tattico. Bisogna, però, dire che se Russotto avesse segnato e non colpito il palo dopo dodici secondi della ripresa la partita probabilmente sarebbe stata diversa. E se Russotto fosse stato un po’ più fortunato quando ha colpito la traversa adesso, probabilmente, staremmo commentando un pareggio, risultato che sarebbe stato comunque deludente, per l’importanza del derby, ma avrebbe mosso la classifica”.

2) A Bisceglie il Catania è ritornato alla vittoria. Mister Raffaele ha cambiato diverse pedine, anche a causa del passaggio al 3-5-2. Tra queste novità, spicca l’utilizzo dal primo minuto di Maldonado. Come giudichi la sua prova? Pensi merita qualche chance in più?

“Col Bisceglie si poteva e doveva fare solo e necessariamente bene, non c’era nessun altro risultato da prendere in considerazione. Dopo un primo tempo equilibrato è stato determinante l’uno-due che ha letteralmente messo k.o. gli avversari. Maldonado mi sembra che fino ad ora abbia disputato un campionato a corrente alternata. Bisognerebbe capire se la qualità delle sue prestazioni sono la causa o l’effetto della mancanza di continuità. Credo che nelle aspettative del tecnico e della società avrebbe dovuto dare di più. Ha regalato qualche flash, ma nel complesso temo che non meriti la sufficienza piena”.

3) Con la vittoria sui pugliesi il Catania si riporta a -2 dal quarto posto (Catanzaro). Nelle prossime tre i rossazzurri affronteranno Teramo, Turris ed Avellino. Pensi questo trittico di gare possa essere decisivo per le sorti del campionato dei rossazzurri in chiave playoff?

“Ogni partita è decisiva. Se il Catania avesse vinto contro il Bari avrebbe potuto continuare la corsa verso il secondo o il terzo posto, che si sono successivamente allontanati in seguito ai tre pareggi ed alla sconfitta con la Ternana, così come aver perso il derby ha costretto gli etnei ad inseguire il Catanzaro. Sarò banale, ma tutte le partite sono importanti, i punti sprecati, persi per strada alla fine del campionato mancheranno, anche se una squadra nel corso della stagione alla fine ottiene grosso modo quello che merita. Sento parlare spesso che ogni gara è una finale, ma è una frase fatta parzialmente realistica o parzialmente falsa. Questo Catania, così come è accaduto nelle ultime stagioni, manca spesso nei momenti decisivi. Spero solo che ai playoff arrivi carico mentalmente, ma non stressato, e non scarico fisicamente”.

4) Closing. Secondo te marzo sarà il mese decisivo o si rischiano altri slittamenti?

“Questa del closing mi sembra un po’ la tela di Penelope: c’è chi cuce e c’è di lavora per scucire. Sicuramente si è fatto un errore di valutazione, in termini temporali e di concretezza, per quanto riguarda il debito con i due soggetti pubblici, Comune di Mascalucia e Agenzia delle entrate, che non hanno e non possono avere i tempi del calcio, né di un soggetto privato impegnato in una importante trattativa e più tempo passa e più si complica la situazione, a mio parere”.

5) Se l’affare Tacopina andrà in porto, sei più per un puntellare l’organico attuale o propendi più per una rivoluzione? Secondo te mister Raffaele merita una riconferma?

“Non credo nelle rivoluzioni, tanto meno nel calcio. I successi si ottengono costruendo passo dopo passo un progetto e per realizzare un progetto vincente servono denaro, professionalità, organizzazione, organico, guida tecnica, un pizzico di fortuna e tanto spirito di sacrificio. Il bilancio su Raffaele si potrà fare solo a fine campionato, senza dimenticare che ha iniziato con un organico raccogliticcio, che ha dovuto fare dell’emergenza una costante e che qualche errore, inevitabilmente, lo ha commesso pure lui. Detto questo, io avrei riconfermato Lucarelli che, però, ha fatto bene a sposare un progetto dichiaratamente importante”.

Vincitori e vincenti

Riproponiamo un tema sempre attuale, ahinoi, quando si parla di Calcio Catania e, più un generale, di sport. Vincitori e vincenti.

Ci sarà capitato, spesso e volentieri, di sentirci dire o di avere a che fare con queste due parole: entrambi aggettivi, entrambi sostantivi.

Eppure, la bellezza della nostra lingua italiana sta proprio nell’uso che se ne fa di determinati termini. Sei il vincitore della partita, così come puoi non essere un vincente.

Su questo aspetto ci soffermeremo in questo articolo di Catania Mood. Perché non saremo mai abbastanza vincitori per padroneggiare l’uso di queste meravigliose, quanto controverse, parole.

Ho perso, ma non sono un perdente…

Alla stessa stregua delle parole succitate, si possono abbinare le “sorelle cattive”. I perdenti ed i vinti.

E chi lo ha detto che un vinto è un perdente? C’è una differenza enorme. E soprattutto: chi ti assegnerà mai una medaglia da vincente dopo una vita da vincitore? Magari, lo stesso perdente che hai battuto per tutta la vita.

Tuttavia, nessuno che abbia una medaglia addosso si prenderà la briga di decretarti vincente, perché:

1) Screditerebbe sé stesso e chi lo ha definito tale;

2) Accetterebbe il fatto che lui sia un vinto. 

Il che è un paradosso. Nessuno si vuole sentire vinto, figuriamoci un perdente.

A conti fatti…

Un vinto ed un vincitore sono sempre le persone che se la passano peggio di tutti a questo mondo. Entrambi cercano ininterrottamente un modo per vincere.

E allora, chi sono i vincenti ed i perdenti?

Coloro i quali non sono subordinati alla vittoria o alla sconfitta. Non vi è sempre un legame univoco tra loro e la vittoria, perché il loro modo di essere prescinde da questo.

Un perdente non diventa tale perché ha perso una partita. Sceglie di assumere questo status, perché è soddisfatto di quello che fa. Vive per demolire gli altri, non fa nulla di costruttivo.

La vittoria è solo un mero strumento per prosciugare l’autostima dell’avversario, togliergli la capacità di rialzarsi e godersi lo spettacolo. Il perdente conosce la sconfitta e la devastazione.

Catania, chi vuoi diventare da “grande”?

A questo proposito sorge spontanea una domanda del genere. Non fosse altro perché il campionato è ormai nelle fasi conclusive e bisogna raggiungere l’obiettivo quarto posto, attualmente occupato dal Catanzaro.

Sì è perso un derby malamente, ma se non si assume l’atteggiamento da perdenti nell’animo, allora si può risalire la china. Basta solo volerlo ed evitare i centomila infortuni a partita.

Magari, anziché trovare alibi, si riesce pure ad avvicinare la gente, piuttosto che disgregarla: allora sì che si è dei vincenti… comunque vada a finire.

Pietro Santonocito

fonte foto: la sicilia web