Catania-Palermo che sia una partita all’insegna dell’amore per la Sicilia

Attesa, ansia, paura, scaramanzia.

Sono solo alcune parole che definiscono il “derby dei derby”, quello di Sicilia tra Catania e Palermo due città che hanno calcato i campi del calcio che conta dando filo da torcere anche alle big.

Per i tifosi di entrambe le squadre non si tratta di una partita ma della “Partita per eccellenza” quella che si deve vincere a tutti i costi per far valere il proprio blasone e scrivere un altro pezzo di storia.

Entrambe le formazioni non provengono da un bel momento, il Catania dal pareggio a Vibo Valentia mentre il Palermo dalla cocente sconfitta contro la Viterbese che è costata la panchina al tecnico Boscaglia  (la squadra è stata affidata al tecnico in seconda Filippi, ndc).

Lo scontro tra le due compagini siciliane non ha bisogno di presentazioni basti pensare al roboante 0-4 maturato allo stadio “Barbera” proprio dodici anni fa, l’1 marzo del 2009 quando sulla panchina rossazzurra sedeva Walter Zenga (reti di Ledesma, Morimoto, Mascara e Paolucci) ma quello davvero impresso nella mente degli sportivi di tutta Italia, e non solo, è sicuramente quello di Mascara con un gol da centrocampo che sorprese il portiere rosanero Amelia, ricevendo applausi anche dal pubblico di casa.

Dall’altro un Palermo corsaro, per esempio, nella stagione 2007 (1-2), quel maledetto 2 febbraio dove purtroppo lo si ricorda per la morte dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, negli scontri fuori allo stesso stadio.

Insomma il calcio è lo sport più bello del mondo dove sfottò ci possono stare ma che devono rimanere tali perchè anche questo fa parte di una partita di calcio dove deve predominare l’amore per la propria squadra e il calore in quei 90 minuti e sono esclusi rabbia e odio che non possono e non devono fare parte dello sport ed è compito degli adulti salvaguardarlo per noi stessi e, soprattutto, per le generazioni future.

(foto freepressonline.it)

Limbo Rossazzurro: verso Catania-Palermo

Nuova puntata del “limbo rossazzurro”, rubrica dedicata alle sorti del nostro Catania, tra la partita precedente e quella che verrà. 

Senza dubbio, il pareggio in casa della Vibonese non ci permette di festeggiare con un bell’amaro come ci auspicavamo, ma di amaro c’è ben altro… la prestazione dei rossazzurri ha lasciato molto a desiderare, la possiamo definire quasi “assente”, non valutabile, o meglio valutabile in senso negativo. 

Purtroppo il Catania sembra essere entrato oltre che in un vortice di fatica e impegno anche in un vortice di negatività a livello performativo, quasi come se non riuscisse più a ritrovare la quadratura del cerchio, quasi come se Raffaele non riuscisse più ad indovinare le corrette sostituzioni… 

Si può parlare di un Catania spaesato, che ha fatto fin qui fatica con squadre sicuramente “abbordabili” le quali hanno dato il massimo ottenendo punti fondamentali per la salvezza. Un Catania che forse avrà sottovalutato le avversarie? Poco importa, non è questo l’atteggiamento che bisogna adottare in campo. 

Domani è il grande giorno, domani andrà in scena il derby di Sicilia tra Catania e Palermo; un atteggiamento moscio e inerme non sarà sicuramente accettato dall’intera piazza etnea. I “nostri” sono consapevoli del fatto che si tratta di una partita estremamente importante, del fatto che hanno la grande responsabilità di rappresentare la città, l’intera tifoseria (purtroppo non presente), ma soprattutto sanno che una non-prestazione non sarà assolutamente tollerata. 

Catania che dovrà fare a meno di Tonucci al quale manca ancora una giornata da scontare per via della squalifica, inoltre mancheranno Piccolo e Zanchi per via dei rispettivi infortuni, rientra invece Simone Sales e si candida per una maglia da titolare. 

Il Palermo invece dovrà fare i conti oltre che alla turbolente atmosfera, anche con assenze pesanti; dagli squalificati Saraniti, Almici, e l’ex Odjer, agli infortunati Kanoute, Lancini, Doda e Corrado. 

Insomma, non bisogna credere assolutamente alle etichette di “favoriti”/”sfavoriti”, a mio avviso inesistenti soprattutto in un derby del genere; bisogna scendere in campo con il giusto atteggiamento, con la giusta grinta e con una determinazione tale da mangiarsi erba e avversari. 

Come ha dichiarato in esclusiva ai nostri microfoni Peppe Mascara, lui che di derby siciliani se ne intende, questo tipo di partita lascia delle emozioni che non si possono descrivere e che rimangono per tutta la vita. 

Appuntamento a domani (mercoledì 3 marzo ore 20:30), in scena allo stadio “Angelo Massimino” di Catania un derby dal sapore particolare: Catania-Palermo! 

Il punto tattico di Mister Turi Distefano: “È il derby di Russotto”

In vista del derby tra Catania e Palermo, come ogni prepartita abbiamo il piacere di ospitare Mister Turi Distefano, che analizza, da tecnico, la partita di Vibo e ci spiega come si prepara psicologicamente una partita così sentita, come quella di mercoledì sera, senza la presenza dei protagonisti, i tifosi.

 

Domenica è arrivato un altro pareggio con la Vibonese, Raffaele ha provato a vincere la partita utilizzando due moduli diversi rispetto alle scorse settimane, il 4-2-3-1 prima e il 4-3-3 nel secondo tempo. Tutti questi cambi di modulo, possono creare confusione all’Interno del gruppo squadra?

“Ogni allenatore ha le sue idee tattiche, affidandosi a due o tre moduli al massimo. Raffaele è bravo nel leggere le partite e a cambiare spesso, non deve abbandonare il suo credo tattico, ossia il 3-4-3. Ovviamente per causa delle assenze in difesa ha dovuto adattarsi con uno schieramento a quattro. 

Lui sicuramente durante la settimana, studia tutti i moduli tattici che utilizza, però deve anche pensare che qualche ragazzo potrebbe non recepire i tanti movimenti spiegati. L’importante è che la squadra segua bene una struttura tattica ben precisa per tutto il campionato e assimili gli eventuali cambiamenti.”

 

Come mai al Catania non vengono fischiati rigori abbastanza evidenti? Gli arbitri sembrano spaventati nel dare estreme punizioni a favore degli etnei. Esiste la sudditanza psicologica in serie C?

“Il Catania di Pulvirenti in serie A aveva ottenuto un’ottima considerazione da parte della lega, ma dopo tutto quello che è accaduto con lo scandalo dei “treni del gol” e con il quasi fallimento, la società siciliana forse viene vista con un altro occhio. Dobbiamo ringraziare la Sigi per quello che ha fatto, speriamo di acquisire credibilitá in futuro. 

Per quanto riguarda i rigori, quello di domenica su Russotto era netto, ma non c’è a mio avviso una malafede degli arbitri.”

 

Il Palermo arriva al derby dopo aver esonerato Boscaglia ma mantenendo lo stesso staff tecnico. Cosa ne pensa?

“È una cosa strana che non condivido. Quando facevo il vice allenatore a Ragusa, la società esonerò Gigi Bodi e mi chiese di prendere le redini della squadra, ma io non accettai perché non potevo mancare di rispetto al mister e lui successivamente mi chiamò per fare l’osservatore a Torino.”

Cos’è un derby di Sicilia senza tifosi?

“Io ho assistito a tantissimi derby e mi fa veramente uno strano effetto pensare a uno stadio vuoto. Tra le due tifoserie c’è un sentimento di amore e odio, perché fra gli spalti capitava ogni tanto qualche scaramuccia, ma io ho tanti amici a Palermo e parlare con loro di un Derby è sempre bellissimo.

Purtroppo dobbiamo ricordare quello che è accaduto il 2 febbraio, però mi preme sottolineare il fatto che le due tifoserie dopo quel giorno ne siano uscite con grandissima maturità.”

 

Qual è il derby di Sicilia che ha vissuto con maggiore emozione?

“Ricordo di un Catania-Palermo abbastanza recente, in cui ebbi l’opportunità di commentarlo insieme ad Angelo Scaltriti in radio. In quella partita il Catania fece vedere un bel calcio e una grande supremazia vincendo 2-0 con gol di Martinez e Mascara, nel 2008 credo.”

 

Sogniamo ad occhi aperti. Mettiamo il caso, che lei domani sera a mezz’ora dall’inizio fosse l’allenatore del Catania. Cosa direbbe ai suoi ragazzi?

“Intanto durante la settimana farei lavorare i ragazzi con attenzione e con l’adrenalina del derby nell’aria. Poi a 30 minuti dall’inizio negli spogliatoi, guarderei singolarmente ogni ragazzo negli occhi per fargli capire l’importanza di questa sera, dopo che tutti hanno indossato la maglia del Catania, continuando a guardarli negli occhi, gli direi di dare tutto loro stessi con determinazione. L’importante secondo me è non caricarli troppo, potrebbe essere controproducente perché non tutti percepiscono e sono abituati a partite così particolari, alcuni potrebbero percepirla in maniera troppo esagerata ed entrare in campo, più cattivi che determinati.”

 

Mister posso chiederle un pronostico e un protagonista su tutti per il match di domani sera?

 

“Nei derby non c’è nessun favorito, è una partita a sé. Partono tutti e due alla pari, ma non faccio un pronostico. 

Per quanto riguarda il nome, faccio quello di Russotto, che ormai è un catanese acquisito e quindi da catanese deve giocare il suo primo vero derby con una responsabilità in più.”

 

 

 

 

 

Palermo
Focus Palermo: la zona playoff inizia a traballare

Dopo il terzo pari di fila in quel di Vibo, il Catania è atteso dal derby di Sicilia con il Palermo. La sfida si giocherà mercoledì 3 marzo, alle 20,30, presso lo stadio “Angelo Massimino”, che purtroppo vedrà i suoi spalti vuoti per via delle restrizioni ormai note.

Gli ultimi risultati del Palermo

In casa rosanero il momento è certamente difficile. La sconfitta con la Viterbese, arrivata nell’ultimo turno di campionato, è costata la panchina al tecnico Boscaglia, sostituito momentaneamente dal secondo Filippi. Una decisione arrivata dopo l’ultimo periodo non molto entusiasmante: nelle ultime cinque giornate, infatti, il Palermo ha vinto due gare, ma perdendone ben tre. Lontano dal “Barbera”, i siciliani hanno ottenuto due vittorie, due sconfitte e un pareggio nelle ultime cinque gare. L’ultima partita disputata fuori dall’isola, ha visto, per l’appunto, la compagine rosanero uscire sconfitta per 1-0 dal “Rocchi” di Viterbo.

La classifica del Palermo

I ragazzi di Filippi occupano il nono posto in classifica, a quota 33 punti. Otto sono i successi in campionato, a fronte di nove pareggi e nove sconfitte. Parità tra le reti segnate e quelle subìte, ovvero 27. In trasferta, detiene il record di un dato molto negativo, infatti, è la squadra che è andata meno volte in rete, ovvero soltanto sette reti. Tredicesimo posto, invece, per quanto concerne il rendimento esterno, con 13 punti conquistati su 36 disponibili.

La rosa del Palermo

L’organico del Palermo, nonostante le difficoltà riscontrate fin qui, è certamente composto da elementi di prim’ordine per la categoria. Tra i legni, malgrado qualche errore di troppo, come la rete incassata da centrocampo ad Avellino, il portiere è Pelagotti. Il reparto difensivo vede un misto tra giovinezza ed esperienza. Punti cardine sono il palermitano Accardi, il terzino Crivello e l’altro fluidificante Almici (assente per squalifica contro il Catania). In mezzo al campo sono da menzionare le ottime individualità di Odjer (anche lui grande assente del derby), Luperini e dell’ultimo arrivato De Rose. In avanti, sono diversi gli elementi di buona caratura, da Saraniti a Floriano, passando per Kanoutè fino ad arrivare al veterano Santana, ance se la punta finora più prolifica è il giovane Lucca con dieci reti messe a segno.

La guida tecnica del Palermo

Contro il Catania ci sarà l’esordio in panchina del secondo Filippi, che momentaneamente rimpiazza il più esperto Boscaglia in attesa di nuovi sviluppi. Per il tecnico di Partinico, si tratta della seconda esperienza alla guida di una compagine siciliana. Ha già allenato il settore giovanile del Trapani nel 2014, prima di iniziare una lunga parentesi come vice allenatore in quel di Brescia. 

Formazione tipo del Palermo

Palermo (4-3-3): Pelagotti; Almici, Lancini, Marconi, Accardi; Luperini, De Rose, Martin; Rauti, Lucca, Floriano. ALL. Filippi

Fonte Immagine: TifosiPalermo

Esclusiva- Mascara: “Derby anomalo senza pubblico. Il Catania ha qualcosa in più”

Oggi è intervenuto ai microfoni di Catania Mood un ospite d’eccezione, il numero 7 per antonomasia, che ha fatto alzare in piedi tutti i tifosi etnei, e non solo, con le sue prodezze facendo divertire almeno un paio di generazioni, impreziosendo la sua strepitosa carriera rossazzurra persino con una convocazione in maglia azzurra. Parliamo ovviamente di Giuseppe Mascara, “Mascarinho” o “Topolinik” che dir si voglia.

Caro Peppe, tu sei l’icona del Calcio Catania e da Tonga restano ancora sintonizzati per rivedere quel gran gol da centrocampo che siglasti proprio in occasione del derby Palermo-Catania al “Renzo Barbera”. Che emozioni hai provato quando hai visto la palla entrare in rete contro gli acerrimi rivali?

“Sai non hai tanto tempo per riflettere in quelle circostanze particolari, ti passa di tutto per la mente, poi pensare a quel gol specialmente in un derby è sempre un’emozione indescrivibile che ti rimane dentro tutta la vita”.

Come si calciano i rigori e come mai hai optato per il cucchiaio a J. Cesar?

“In quel momento avevo uno dei portieri più forti al mondo con uno stadio pieno contro una corazzata come l’Inter è stata pura incoscienza nessun allenamento solo pura follia e fortunatamente mi è andata bene”.

Che derby ti aspetti?

“Non sarà un derby come gli altri, una partita anomala senza il sostegno e il calore dei tifosi. A mio modestissimo parere il Catania in questo momento ha qualcosa in più del Palermo anche se questo cambio di allenatore potrebbe creare problemi alla compagine rossazzurra e rivitalizzare quella rosanero”.

Il ricordo indelebile ovviamente è quel gol da cineteca a Palermo l’1 marzo del 2009 di cui abbiamo parlato adesso. Ma qual è il secondo ricordo più importante legato al Derby di Sicilia?

“Sembra ombra di dubbio la sconfitta per 3-0 a Palermo una partita dominata una prestazione straordinaria ma purtroppo una di quelle giornate dove tutto va storto. I ricordi non sono sempre dolci: anche quelli amari ti lasciano qualcosa e hanno valenza in termini di esperienza”.

Un giorno ti piacerebbe allenare il Catania?Ci hai mai pensato?

“Questo e un sogno nel cassetto per uno come me a cui dentro scorre sangue rossazzurro. Spero tanto che questa città e questa società possano tornare nel calcio che conta percéè una piazza come Catania merita di stare nell’élite e potersela giocare con tutti dando filo da torcere a qualsiasi avversario”.

(fonte foto: goal.com)

 

Catania-Palermo, derby? Non proprio…

Catania – Palermo è riconosciuto come “il derby di Sicilia” perché il capoluogo della Regione Sicilia e il capoluogo di provincia con più densità di popolazione si affrontano in una gara di calcio, da sempre, accesa e piena di vicende anche extracalcistiche.

Ma in questa era, nel 2021, dopo una pandemia che ci ha tenuti lontani da amici e nemici, che derby sarà?

Sarà il derby del rosso e dell’azzurro, del rosa e del nero? Solo in campo.

Sarà il derby degli sfottó folcloristici o al limite della sportività? No, perché mancano i tifosi. Qualcuno lo abbiamo visto, ma senza il “botta e risposta” non si gusta allo stesso modo.

Sarà un derby che può consacrare un obiettivo per una delle due squadre? Nada… neanche questo. Forse, serve più al Catania per fare la corsa sul Catanzaro e riacciuffare il quarto posto.

Siamo abituati ad altro. Catania – Palermo non è mai stato “un derby primaverile”, neanche per sogno. Per tanti motivi, in fin dei conti.

Non fosse altro perché nella distinta palermitana comparivano nomi come Pastore, Cavani, Miccoli, Simplicio, Balzaretti…

Oppure perché indossavano le maglie rossazzurre gente come Maxi Lopez, Barrientos, Martinez, Mascara, Silvestre, Ledesma…

Oppure, dimentichiamoci dei nomi altisonanti e dei palcoscenici nei quali militava la “Sicilia”, perché di questo si parla. Dimentichiamoci del piccolo Barcellona e dell’Euro-Palermo: anche questo consideriamolo un dettaglio.

Di importante c’era altro. La cotoletta nel panino, cucinata in fretta e furia, era importante. Immancabilmente unta (ma non troppo perché allo stadio ti cola). Anche la “scaminata” della cotoletta ai tornelli era importante. Un rito che non poteva mai mancare.

La lunga fila era un pegno disposti a compiere, TUTTI. Si aspettava per entrare, confrontandoci con la gente, respirando la tensione e trasudandola dagli stessi pori dai quali entrava. Ci si stringeva, un paio di centimetri in più, per entrare tutti.

Arrivava il solito rompipalle occasionale che pretendeva che rispettassimo le numerazioni dei posti a sedere anche in una giornata come questa. Soprattutto…in una giornata come questa.

C’era il signore dei “tre pacchetti un euro”. Sempre il solito. Ci permetteva di acquistare le patatine che compravamo e finivamo subito, per poi sgranocchiarci le dita.

C’era il giornaletto che ti davano all’entrata, sempre pieno di errori ortografici e di formazioni alla Oronzo Caná, che ci faceva preoccupare non poco ad inizio partita e acuire la tensione già accumulata da almeno 7 giorni.

C’erano anche le curve che cantavano. L’una richiamava l’altra, l’altra invocava la prima. Altro che “geiser sound” e cazzate di queste. Era un “dolby surround catanese 25000:25000”.

Ma che ne sanno i giovani? Non era borghesia il calcio, né carte di tribunale. Era senso di appartenenza. Perché? Perché c’erano anche i palermitani sugli spalti del settore ospiti.

Anche loro cantavano molto forte e noi fischiavamo per sovrastare la loro intensità. La partita era soprattutto sugli spalti…e si rifletteva in campo.

L’adrenalina si toccava con mano. Ogni giocatore era pervaso dalla battaglia “tifosista” negli spalti e si vedeva. Ogni anima rossazzurra, quindi, si sentiva partecipe delle sorti del match e ne assorbivamo gioie e dolori.

Noi, il derby, lo abbiamo vissuto. Noi ritornavamo a casa senza voce e con i timpani fracassati da altrettante voci, come le nostre, che cantavano ancora più forte. Era questo il derby di Catania e Palermo e non l’etichetta che ci siamo portati addosso dopo quello sciagurato 2 Febbraio 2007.

Perché erano importanti le persone con cui condividevi il derby. Oltre la fede, oltre il calcio, per chi c’era e che oggi merita un cuscino rossazzurro accanto al nostro cuore.

Pietro Santonocito

mediagol.it
Esclusiva – Ciro Capuano:”Ricordi indelebili a Catania e Palermo. Etnei favoriti ma…”

E’ tempo di derby. E se domani si gioca Catania-Palermo non potevamo non intervistare uno dei migliori fluidificanti, passateci il termine un po’ antiquato ma questo era il suo stile, che siano transitati sotto l’Etna: Ciro Capuano, detto “Tanta Roba”, colui che non tirava mai la gamba indietro, che esplodeva fulmini mancini da distanza siderale, che crossava, ripiegava e non si risparmiava mai.

Amarcord d’obbligo quanto l’attualità: nell’intervista rilasciata in esclusiva a Catania Mood, Capuano ha riavvolto il nastro dei ricordi, innumerevoli e significativi in virtù di una carriera straordinaria, in cui ha avuto la fortuna di indossare sia la casacca del Palermo che, per ben otto anni, quella del Catania.

Ciro, la prima domanda non può esulare da quella magia di San Siro: ci spieghi cosa hai provato quando hai scrutato quel pallone spiovente prima di calciarlo? Minuto 26 e 41 secondi, si alza un campanile e arrivi di gran carriera dalle retrovie esplodendo un sinistro al volo di rara precisione e potenza. Quando hai visto la sfera in fondo al sacco cosa ti è passato per la testa?

E’ stato un gesto tecnico istintivo, è venuto tutto perfetto: la coordinazione, l’impatto col pallone, la precisione. Sono gesti e gol che si vedono di rado. Quando capitano e chi li realizza, soprattutto in uno stadio come San Siro e contro una squadra di quello spessore, il gol vale doppio. Posso ricordare anche altri gol in categorie minori ma non hanno la stessa valenza di un gol realizzato a San Siro in Serie A contro un Milan stellare, e che gol! E’ stato tutto perfetto. Quel tentativo di calciare da fuori area mi era capitato diverse volte anche se non proprio in quella maniera: ricordo un Bologna-Inter (Capuano giocava nel Bologna, ndc), al “Dall’Ara”, era una palla rasoterra ma dalla medesima distanza: Toldo me la parò; un’altra volta fu Abbiati a neutralizzare la mia conclusione in un Bologna-Milan, da distanza ragguardevole e su una conclusione sempre rasoterra. E’ un colpo che avevo, un gesto che faceva parte del mio modo di giocare. Doveva capitare prima o poi e, fortunatamente, è capitato a San Siro contro il Milan.

Andiamo alle due contendenti nel derby. Hai avuto la fortuna di militare sia tra le fila rosanero che tra quelle rossazzurre: dal 2006 al 2009, 21 presenze con la maglia del Palermo, dal 2009 al 2015 ben 122 col Catania, impreziosite da due reti. Che differenze ci sono tra i due popoli nell’approccio alla rispettiva squadra del cuore?

Sicuramente il passato del Palermo parla chiaro. Un passato di grande calcio perché solo il Palermo tra i club siciliani ha ambito a palcoscenici europei partecipando all’Europa League ed è stata vicina alla qualficazione in Champions, lo ricordo bene perché quell’anno c’ero anche io. L’unica differenza tra Palermo e Catania è stata questa finora. Come calore e come si vive il calcio siamo agli stessi livelli. Ora, non vorrei togliere nulla a nessuno ma la maggior parte del mio cuore è a Catania: ho fatto quasi otto stagioni calcistiche sotto l’Etna, sono tantissime. Ho vissuto il bene e il male del Catania. L’esultanza più grande è stata centrare la salvezza ogni anno mentre la delusione più amara quando si è verificata la tragedia sportiva della retrocessione. Al Palermo devo invece la gioia di aver esordito in Europa League anche se è durato poco ci sono riuscito e ci siamo riusciti.

Qual è il ricordo più bello che conservi della tua esperienza a Palermo? E in quella di Catania?

A Palermo sicuramente l’esordio in Europa League. Giocare a livello europeo, in campi come quello del West Ham United a Londra o sul campo dell’Eintracht Francoforte, peraltro vicendo, sono state delle partite indimenticabili. A Catania riuscivamo a battere il record di punto, centrando le salvezze e poi ho vissuto l’importanza del derby col Palermo e quanto ci tenessero i tifosi a vincere anche in trasferta, quando ci davano per spacciati perché i rosanero erano una corazzata invece noi abbiamo disputato soprattutto quell’anno la partita perfetta (era l’1 marzo 2009 e finì 0-4 per i rossazzurri, ndc). I ricordi a Catania sono innumerevoli, in base allo spessore dell’avversario, ad esempio, non era facile giocare alla pari contro Juventus, Milan, Inter invece vincemmo contro i bianconeri, pareggiammo con rossoneri e neroazzurri, ce la giocavamo con tutti. Se ne devo dire veramente uno, il ricordo davvero indelebile fu la salvezza con Mihajlovic in panchina quando eravamo ormai spacciati ma risalimmo la china fino a centrare una salvezza da manuale.

Te la senti di bilanciarti con un pronostico del derby?

Il mio pronostico è favorevole al Catania però la scelta del cambio di allenatore potrebbe condizionare la gara in favore dei rosanero. Sicuramente mister Filippi vorrà fare bene per essere confermato anche nelle prossime partite e quale banco di prova migliore rappresenterebbe un’eventuale vittoria nel derby?

(fonte foto: mediagol.it)

Esclusiva – Tacopina a New York per udienza giovedì

Niente paura, niente allarmismi, nessuna strategia. Joe Tacopina, secondo quanto raccolto dalla nostra redazione, lascerà Catania oggi pomeriggio per volare a New York dove giovedì dovrà prendere parte a un’udienza improrogabile legata al caso Chico Forti.

Tacopina ha provato a posticiparla ma dal tribunale della “Grande Mela” non sono arrivate buone notizie. Complici i voli ridotti e le coincidenze impossibili, l’avvocato statunitense si è visto costretto ad anticipare il rientro negli USA.

(fonte foto:www.newsicilia.it)

Catania-Palermo, rosanero mai vittoriosi al “Massimino” in Serie C

Mercoledì sera andrà in scena una delle gare più importanti della stagione: il derby contro il Palermo. Certamente, sia per gli etnei che per i rosanero, questa partita assume ancora più rilevanza se si pensa che quelli di entrambe le squadre siano dei campionati “anonimi”. Dal 1935 al 2013 sono stati disputati 42 gare ai piedi dell’Etna di cui 9 in Serie A, 17 in Serie B e 7 in Serie C o C1.

Un dato salta subito all’occhio, il Catania non ha mai perso una gara in Serie C contro il Palermo fra le mura amiche ma non si può neanche dire che il Catania abbia riportato numerose vittorie; infatti solo in due occasioni i rossazzurri hanno avuto la meglio sui rosanero e ben 5 volte il bottino è stato spartito fra le due squadre in campo. Il derby ha comunque un sapore speciale e non è una gara solo da giocare ma da vincere a tutti i costi, anche se allo stadio non ci sarà nessuno ad incitare i 22 ragazzi in campo che rappresentano due città, fra le più grandi ed importanti d’Italia ma che vivono uno dei più bui momenti della loro storia. In alto le proboscidi, la storia va ancora scritta. 

Foto: GoalSicilia.com