Tacopina non assisterà al derby!

L’avvocato statunitense Joe Tacopina non sarà presente allo stadio “Angelo Massimino” in occasione del derby tra Catania e Palermo in programma mercoledì 3, è stato lui stesso ad annunciarlo: 

“Cari amici, con questo breve messaggio voglio annunciarvi che purtroppo non sarò al Massimino in occasione di Catania-Palermo. Le coincidenze aeree, in vista di un ritorno a New York in tempo per un inderogabile impegno professionale, mi obbligano infatti a partire martedì pomeriggio. In questi giorni di lavoro, caratterizzati da riunioni importanti, ho mantenuto un certo riserbo perché entriamo in una fase decisiva per il futuro del Calcio Catania ed è mio preciso dovere usare discrezione per rispettare gli equilibri.
Il mio team è sempre a disposizione della SIGI e dell’attuale dirigenza della società perché mi sento già parte di quel “Grande Noi” rossazzurro di cui scrive il mio amico Giovanni Ferraù. Sarò comunque davanti alla tv e idealmente al fianco della squadra come i nostri straordinari tifosi, sperando nel ritorno alla vittoria.
Forza Catania”

(Fonte foto: Raisport)

Esclusiva – A. Alaimo (TMW): “Almici assenza pesante. Tacopina una manna dal cielo per il Catania”

In vista del derby ci sembrava opportuno e doveroso intervistare ai nostri microfoni un collega di Palermo per sapere sulla sponda occidentale della nostra meravigliosa isola come stanno vivendo l’antivigilia del derby di Sicilia contro il Catania, di scena allo stadio “Angelo Massimino” mercoledì 3 marzo alle ore 20:30.

Alessio Alaimo, grande firma di Tuttomercatoweb.com e Radio TMW, giornalista di Sportitalia, palermitano di nascita e profondo conoscitore di calcio, è intervenuto ai microfoni di Catania Mood.

Secondo te il cambio alla guida tecnica con l’avvicendamento Boscaglia-Filippi, darà nuova linfa al Palermo? Oppure, trattandosi di derby, potrebbe rivelarsi un azzardo?

La premessa mi sembra doverosa. Ho seguito poco le vicende del Palermo questo e non c’è quella spinta emozionale in questa fase che mi porta a seguirlo da appassionato. Magari il Palermo di Zamparini aveva un appeal diverso, da simpatizzante più che da addetto ai lavori. L’avvicendamento in panchina quando le cose non vanno è normale, lo fa qualsiasi società. Fa un po’ sorridere che a prendere il posto di Boscaglia sia stato proprio il suo vice peraltro potrebbe essere una mossa definitiva da quello che mi risulta anche se dipenderà molto dall’impatto di Filippi nelle prossime partite. Azzardo? Mossa coraggiosa o intuizione brillante del duo Sagramola-Castagnini con la regia del presidente Mirri lo vedremo nel corso delle prossime settimane. Certo il derby rappresenta un contesto particolare, non ha bisogno di presentazioni, si prepara da sé.

A Palermo mancheranno diversi giocatori: da Almici a Odjer, da Kanoute a Saraniti da Lancini ai lungodegenti Doda e Corrado. Ritieni che, come accadde all’andata con la rosa ridotta all’osso per Covid, i rosanero possano caricarsi e “non avendo nulla da perdere” giocare la partita della vita? Oppure le assenze in ogni reparto peseranno?

Sicuramente tra le assenze quella più pesante è quella di Almici, ha dimostrato il suo valore fin da subito e ha avuto un grande impatto sulla squadra. Poi si è infortunato e ne ha risentito l’intero organico infatti i risultati sono mancati. Il derby si gioca sempre ad alti livelli al di là dei giocatori disponibili e di quelli che scenderanno in campo. Mi aspetto un buona prestazione da Accardi che è mancato all’andata, causa Covid, palermitano e cuore rosanero, grandissimo tifoso della squadra per cui gioca: sicuramente per lui questa partita ha un valore particolare.

Secondo te l’avvento di Tacopina segnerà davvero una svolta storica per il Catania? Alla luce di quanto fatto a Roma, Bologna e Venezia, ritieni che possa conferire agli etnei nel breve periodo una dimensione europea?

L’arrivo di Joe Tacopina sarà una manna dal cielo per il Catania perché è un presidente importante, ambizioso, per lui parlano i risultati degli ultimi anni. E’ un visionario, uno stratega, nel momento in cui andrà in porto il closing il Catania potrà pensare in grande. Dimensione europea? E’ ancora presto per dirlo dato che i rossazzurri sono ancora in Serie C però sicuramente nei prossimi anni non è uno scenario da escludere con Joe Tacopina al timone perché non deluderà le aspettative però il primo passo è il closing.

ENGLISH VERSION (translated by Giuseppe Salemi) 

Before the derby, we had the pleasure to interview a colleague from Palermo in order to know how they are preparing the Sicilian derby against Catania at Angelo Massimino on Wednesday the 3rd at 8:30 pm.

Alessio Alaimo, who was born in Palermo, is an important journalist of Tuttomercatoweb.com, Radio TMW, Sportitalia, and Catania Mood has the honour to interview him who is a great connoisseur of football.

Do you think that the change of the technical guide with the rotation Boscaglia-Filippi will give new life to Palermo Calcio? Or, since it is a derby, this decision could be a gamble?

The premise seems necessary. I have not followed the recent events of Palermo and there is not that emotional thrust at this stage that leads me to follow them as a supporter. Probably, Palermo under the presidency of Zamparini had a different appeal, I think that the bench rotation is something normal when work does not give the desired results, it is something in common with any other team. This situation makes me smile a little, in fact it is so strange that the assistant coach takes the place of the main coach, however it could be a definite move from what I know, even if it will depend a lot on the impact of Filippi in the next matches. Gamble? Brave move or brilliant intuition of the duo Sagramola-Castagnini directed by President Mirri? We will see over the upcoming weeks. Of course, the derby is a special context, it needs no introduction.

There are several players who will miss this game: from Almici to Odjer, from Kanoute to Saraniti, from Lancini to Doda and Corrado. Do you think that this lack can encourage all the other players to play better as it happened on the first leg when the team was halved due to Covid-19 situation? Or will the absences have a negative impact?

Certainly, among the absences, the heaviest one is that of Almici who has immediately shown his value, and has had a great impact on the team. Then he was injured, and the team had fatal results. Derby is always a game played at high levels beyond the injured players and those who will play on the pitch. I think that Accardi will give a good performance especially because he was born in Palermo and he is a supporter of the team he plays for, and since he missed the first leg due to Covid-19, surely for him, this game has a special value.

Do you think the arrival of Tacopina will really mark a historic turning point for Catania? By referring to his experiences in Rome, Bologna and Venice, do you think he could give a European dimension for Catania in the short term?

The arrival of Joe Tacopina will be a godsend for Calcio Catania because he is an important president, full of ambition and the results of the recent years confirm that. He is a visionary, a strategist and when the closing will be done, Catania can start thinking about big things. European dimension? It is still early to say so because Catania is still playing in Serie C, but certainly this scenario cannot be excluded with Joe Tacopina at the helm, because he will not disappoint the expectations of the supporters, but the first step is the closing. 

Catania, così non va

Non si possono perdere punti specialmente in questa parte di campionato dove anche un punto può fare la differenza per affrontare in una posizione migliore nella griglia play-off.

Ieri è stata quasi una partita fotocopia di quella disputata a Pagani fatta eccezione per la buona volontà di Russotto che ha cercato la ripetutamente di impensierire il portiere avversario con conclusioni dalla distanza..

Sempre la stessa storia, con un Catania che non riesce a “fare la voce grossa”, a far valere il proprio blasone anche per restare al passo del Catanzaro, vittorioso contro la corazzata Ternana che allontana i rossazzurri dal quarto posto che ora dista 4 punti. Pareggite? Dopo i tre consecutivi possiamo iniziarne a parare.

Sono calati i perni della squadra etnea proprio quando forse ci si aspettava di più vedi Calapai e Pinto e, non ce ne voglia, il centrale Giosa, che sta attraversando un periodo poco fortunato per usare un eufemismo. A onor del vero, bisogna rammentare che i rossazzurri sono ancora in pieno tour de force, giocano ogni tre giorni e, anche se non deve essere un alibi, sicuramente è un’attenuante non di poco conto visto che la lista degli infortunati è sempre folta. Ora parola al derby: una eventuale vittoria scaccerebbe via ogni cattivo pensiero.

fonte foto (sportface.it)

Catania-Palermo: dirige il fischietto ligure Marcenaro

Il Derby dei Derby.

Eh già, qui in Sicilia non esiste nessun’altro derby se non quello tra Catania e Palermo, due compagini che hanno sempre dato spettacolo e gol quando si sono incontrate sia sul rettangolo verde che sugli spalti dove i tifosi aspettano questa partita perché non esiste altro.

Questo match attesissimo e sicuramente appassionante andrà in scena allo stadio “Angelo Massimino” e sarà diretto dal fischietto ligure Matteo Marcenaro coadiuvato dal primo assistente Marco Ceccon (Lovere), dal secondo assistente Cosimo Cataldo (Bergamo) e dal quarto ufficiale il signor Francesco Cosso (Reggio Calabria).

Il fischietto Ligure ha arbitrato in Lega Pro nella stagione in corso 13 volte, in quattro occasioni nel girone A , quattro nel girone B e infine cinque nel girone C.

Il signor Marcenaro ha già diretto quest’anno le due formazioni isolane: 11 ottobre 2020 in Palermo-Avellino 0-2 e 21 ottobre 2020 in Catania-Ternana 1-3 .

Una curiosità: sicuramente una delle due squadre dovrà rompere l’incantesimo, altrimenti si assisterebbe ad un pareggio che a conti fatti serve a ben poco per le due squadre.

foto fonte (stadionews.it)

Marzo, il mese del derby di Sicilia

Ogni tifoso rossazzurro è consapevole del fatto che la gara tra Catania e Palermo non è una partita come tutte le altre, ma è la partita. Si tratta di un match sentitissimo da entrambe le tifoserie, è la partita più attesa in grado di regalare emozioni particolari con un’atmosfera che si fa calda sin dai primissimi giorni che precedono questo importante evento. 

Quest’anno il calendario è stato un po’ burlone giocando proprio con le coincidenze, infatti per i più nostalgici, il derby di mercoledì verrà giocato ben dodici anni e due giorni dopo la celebre vittoria rossazzurra per 0-4 in casa del Palermo. Ebbene sì, quel 1 marzo 2009 resterà per sempre inciso nella mente e nei ricordi dell’intera tifoseria etnea, la si può definire tranquillamente come la partita simbolo del derby siciliano, una vittoria che vide dominare il Catania in casa degli eterni rivali. 

Già al 14′ minuto, il Catania si portò in vantaggio grazie ad un meraviglioso “volo angelico” di Pablo Ledesma il quale fu abile ad insaccare la palla in rete alle spalle di Amelia; partita che cambiò volto grazie all’espulsione di Bresciano in seguito ad un intervento killer nei confronti di Morimoto, quest’ultimo autore del secondo gol rossazzurro, in grado di sfruttare al meglio un meraviglioso lancio eseguito dall’argentino Ezequiel Carboni. L’azione più bella arrivò in concomitanza dell’ultimo minuto della prima frazione di gioco quando Giuseppe Mascara realizzò un vero e proprio capolavoro, un gol dalla metà campo che farà il giro del mondo, uno dei gol più belli dell’intero campionato ricco di astuzia, classe e fantasia. Nel secondo tempo arrivò anche il quarto gol voluto a tutti i costi dai rossazzurri, un gol firmato Michele Paolucci che chiuse definitivamente i conti sancendo una vittoria meritata per la squadra etnea. 

Oggi le cose sono leggermente cambiate, dodici anni fa questo derby si giocava nella massima serie, quello di mercoledì invece si giocherà nelle difficoltà di una Serie C che ha poco a che vedere con le due squadre, una categoria non all’altezza delle due città siciliane. Dopo ben otto anni di distanza si giocherà al “Massimino” in uno stadio vuoto, senza cori, senza colori, in un’atmosfera che è sicuramente ben lontana da quella che noi tutti ci aspettavamo, tutto questo a causa di una pandemia, questo terribile mostro che dobbiamo assolutamente sconfiggere per poter tornare nel più breve tempo possibile alla normalità, riassaporando tutto ciò che davamo per scontato. 

(Foto: goal.com)

Con i Se e con i Ma…NON si va oltre il quinto posto

Come per ogni postpartita le discussioni infuocano, soprattutto quando, a Catania la squadra della città non riesce a raggiungere i tre punti. Ci troviamo dunque, ad approfondire le tematiche “rossazzurre”, dopo la trasferta di Vibo Valentia nella nostra rubrica: “Con i se e con i ma…”

Se a Vibo, l’arbitro avesse fischiato il rigore su Russotto , il Catania l’avrebbe potuta sbloccare prima dell’avversario, mettendo in una situazione di svantaggio la squadra di casa, che avrebbe dovuto attaccare, più che barricarsi dietro la linea della palla. Ma i rigori vanno anche segnati e Dall’Oglio e Sarao ne sanno qualcosa. In effetti, con i se e con i ma… non si fa la storia.

Se dal mercato di gennaio fosse arrivato un difensore diverso da Giosa, magari, gli etnei non avrebbero sofferto gli ultimi gol subiti. Ma il neo acquisto, nelle prime partite ha dimostrato una buona qualità, convincendo tutti. Sul gol di Plescia, non è entrato molto convinto, ma un’entrata più netta avrebbe potuto portare al rigore con espulsione da ultimo uomo. In effetti, con i se e con i ma… non si fa la storia.

Se sull’unica vera azione da gol creata da Manneh,il ragazzo avesse calciato leggermente prima, piuttosto che aspettare l’incombere del difensore, forse si sarebbe potuto parlare di altro. Ma è anche vero che, nel secondo tempo la Vibonese ha avuto un’azione ghiottissima per poter vincere la gara, ma Plescia ha mancato l’impatto, graziando così Confente. In effetti, con i se e con i ma…non si fa la storia.

Se il Catania avesse affrontato le partite di febbraio con in campo Antonio Piccolo, magari sarebbero potuti arrivare risultati migliori. Ma è anche vero che, i rossazzurri non hanno avuto a disposizione Il fantasista napoletano per tutto il girone d’andata, e pertanto il mister non ha potuto testare al massimo la tenuta fisica del ragazzo. In effetti, con i se e con i ma…non si fa la storia.

Se a dieci minuti dal termine, il Catania avesse sfruttato la punizione dal limite con Russotto, piuttosto che Dall’Oglio, che non è mai stato un grande specialista sui calci piazzati, magari il “numero 7” avrebbe potuto impensierire maggiormente il portiere. Ma c’è da dire che il gol di Sarao è arrivato da un ottimo angolo calciato proprio da Dall’Oglio. In effetti, con i se e con i ma… non si fa la storia.

Se Sales e, soprattutto, Tonucci non fossero incappati nelle qualifiche, il mister siciliano avrebbe potuto schierare la sua difesa a tre, non snaturando il suo credo tattico e avrebbe così potuto aggredire la partita a suo piacimento. Ma la formazione schierata a Vibo è stata padrona del campo per tutti i 90 minuti, come non era mai capitato in questo nuovo anno. In effetti, con i se e con i ma… non si fa la storia.

Se Mister Raffaele, nel secondo tempo nel ruolo di metodista, avesse inserito Maldonado, al posto di Rosaia, forse la squadra avrebbe potuto trovare il bandolo della matassa con la maggiore tecnica dell’ ecuadoregno. Ma è anche vero che, il sudamericano non aveva brillato in quel ruolo nelle ultime uscite, e nemmeno negli ultimi minuti concessi ieri. In effetti, con i se e con i ma… non si fa la storia.

Se il Catania avesse sfruttato le ultime due trasferte con squadre,sulla carta, più deboli, forse avrebbe potuto inseguire in maniera più convinta i primi posti in chiave play-off. Ma effettivamente le squadre davanti sembrano andare a una velocità doppia (vedi Avellino, Catanzaro e l’ottima rosa del Bari). In effetti, con i se e con i ma… non si va oltre il quinto posto.

(Fonte foto Lasiciliaweb)

 

Raffaele
Il Punto Statistico: Catania mai in vantaggio su azione nelle ultime sette

Il pareggio a reti inviolate di Vibo Valentia conferma la parabola discendente che vive il Catania. La squadra di Raffaele, infatti, nelle ultime sei giornate è riuscita a centrare i tre punti una sola volta. Numeri poco confortanti, che evidenziano, se ancora non fosse chiaro, le molteplici lacune di questo gruppo. Attenzione, va sempre rammentato il punto di partenza. La rosa a disposizione del tecnico siciliano, è stato più volte detto, è stata costruita con poche risorse e, proprio in considerazione di ciò, quello che si è fatto fin qui è in linea con quelli che erano gli obiettivi ai nastri di partenza. Tuttavia, così come si è elogiata la squadra nel suo momento migliore, è giusto sottolineare adesso cosa non va. 

Catania mai in vantaggio dalla sfida col Foggia

Se si analizza questo scorcio iniziale del girone di ritorno, emergono delle statistiche che rispecchiano in pieno il periodo di sofferenza del gruppo rossazzurro. Interessante è l’aspetto che riguarda l’approccio delle partite. Nelle ultime sette giornate, infatti, il Catania è andato sotto in ben cinque occasioni, sbloccando lo 0-0 iniziale in un solo frangente (con la Virtus Francavilla, ma solo su rigore). Anche nel girone d’andata questa situazione spesso si verificava, ma con Piccolo in campo ed una condizione migliore, spesso si riusciva a ribaltare il risultato. Una tendenza che mister Raffaele dovrà certamente migliorare, anche perché, se finora si è quasi sempre riuscito a riprendere la partite, non è scritto da nessuna parte che questo avvenga sempre. 

Catania sempre più Sarao-dipendente

Altro dato che contrassegna l’inversione del Catania è la divisione dei gol in queste ultimissime giornate. Dalla sfida col Monopoli, infatti, escludendo la rete su punizione di Maldonado a Castellamare, deviata da un giocatore avversario e il rigore di Dall’Oglio con la Virtus Francavilla, se non segna Sarao lo score delle reti del Catania resta fermo sullo zero. Solo la Ternana e il Bari, ad esempio, hanno ben due calciatori in doppia cifra nelle prime quattro posizioni della classifica marcatori. Un dato, anche questo, che deve sicuramente far riflettere, anche perché arriva subito il derby col Palermo, una sfida dove errori e/o cali di tensione non potranno essere ammessi.

Fonte Immagine: CalcioCatania.it

Catania-Palermo: e derby fu

E’ come quell’aria primaverile che soffia al mattino, quando il sole si è appena affacciato all’orizzonte e l’umidità sembra rivestire le nostre vene, irrigidendone il flusso sanguigno ma tonificando i sogni di quel tifoso bambino di Picanello, di Librino o del Centro Storico, che stanotte no, non è riuscito a dormire beatamente, intrappolando i respiri tra adrenalina e scenari apocalittici che corrispondevano esattamente alla faccia brutta e cattiva della sconfitta.

Il cascame residuale di dichiarazioni, probabili formazioni, voci dei protagonisti che si sovrappongono e assordano, spariscono tra le onde del mare, si dileguano come fantasmi dopo l’alba che spegne la festa di Halloween, tanto per restare in tema angloamericano: a proposito, di questi tempi in cui si dovrebbe predicare solo cautela mediatica mentre certi ululati demoniaci rischiano di deviare dall’obiettivo comune, acclarato e ineludibile, e di scalfire i remi delle vele che si avviano, dopo una regata che sfinirebbe anche Luna Rossa, verso il traguardo a stelle e strisce: smettiamola, tutti, di macchiarci di sensazionalismo, di sciorinare ipotetiche certezze, informiamo solo se, realmente, possiamo avvalerci di notizie, indicazioni e indiscrezioni. Altrimenti, e qui sentiamo il dovere di sprofondare consapevolmente nei luoghi comuni delle frasi fatte: il silenzio è d’oro e se le parole sono d’argento, una corretta informazione è di platino.

E derby fu. Catania-Palermo, giusto per dare quel tocco di banalità in cui solitamente il calcio e i suoi protagonisti spesso amano sguazzare, non è una semplice partita: è la partita. Oppure, diremo, è la partita di tutte le partite. Ora, però, proviamo a liberarci dai luoghi comuni e cerchiamo di comprenderne la quintessenza.

Solo chi è stato forgiato dalla lava, chi affonda le proprie radici sullo stesso sottosuolo che ha dato i natali al Liotru è in grado di decodificare la natura dei sentimenti che animano il pre-partita, il post-partita e, soprattutto, l’insostenibile leggerezza del nostro essere che all’improvviso prende corpo: la nostra anima sale per novanta minuti su una bilancia, la distrugge, la disintegra.

Catania-Palermo ci fa sentire vivi, è una pillola di Xanax con esagoni bianchi e neri che si alternano riducendo il nostro senso di oppressione e la voglia di vincere coincide con quella di vivere. Non c’è categoria che tenga: Serie A, B, C, D, l’alfabeto e i suoi derivati calcistici c’entrano poco. Quest’anno almeno tre giocatori (Pecorino, Biondi e Noce), si staranno mangiando le mani perché non saranno presenti alla madre di tutte le partite perlomeno per chi è nato sotto l’ala protettiva della proboscide.

Qualcuno dei ragazzi “figli dell’Etna” posta regolarmente sui social foto del vulcano in eruzione, fa spesso riferimenti alla terra natia ma  le emozioni non vanno d’accordo con i post di Facebook o le istantanee su Instagram: le emozioni si esprimono, si vivono, si giocano.

Il giorno del derby resetta l’intera stagione, discosta dalle rispettive vicende societarie e l’andamento generale viene riposto in un cassetto per novanta minuti. Catania e Palermo, Oriente e Occidente e quella linea immaginaria che le unisce e le divide, come due amanti segreti che sanno di avere tanto, tutto in comune, un’isola intera, ma che non potranno amarsi mai alla luce dello splendido sole che sorge e tramonta a levante o, per l’occasione, eccezionalmente a ponente ma sotto la stessa luce.

“Cugini” ma rivali, esponenti di una diarchia sicula minacciata da più parti ma mai realmente scalfita. “Che vinca il migliore” sarebbe l’ennesimo atto dell’odiosa saga: “banalità e luoghi comuni del calcio” ma la sana rivalità non lo permette: per i catanesi i migliori sono e saranno in qualsiasi caso i beniamini rossazzurri, per i palermitani i giocatori rosanero.

Sportività sempre, ci mancherebbe, ma dopo la pandemia, gli stadi chiusi, i fallimenti sportivi dell’uno e i patemi dell’altra, per favore non toglieteci pure il sacrosanto desiderio di tifare per la propria squadra del cuore il Catania per i catanesi, il Palermo per i palermitani. Il MES del cuore per chi ama il calcio prevede un’unica forma di ristoro: è la passione, è uno sfottò privo di scaramucce, è quella battuta tipica della “liscía catanese” o dell’ironia palermitana, è quel sorriso che unisce e poi divide, quel sole che nasce e muore in luoghi diversi ma sotto la stessa luce: gli occhi della Sicilia, lucidi e stanchi, speranzosi e malinconici. Noi siamo la Sicilia! Non ce ne vogliano gli altri capolavori della natura che brillano intorno.

(fonte foto: www.lasicilia.it)

L’Editoriale di Livio Giannotta (TuttoCalcioCatania) – “Ora la partita dell’anno”

“Ho chiesto ai ragazzi di andare mentalmente forti a Vibo perché, se fatta bene, questa gara ci darà slancio in vista di mercoledì. Ora pensiamo soltanto alla Vibonese, facciamo una grande partita per proiettarci con entusiasmo al derby”. Alla vigilia di Vibonese-Catania, mister Giuseppe Raffaele si era espresso in questi termini. Il rettangolo verde, però, ha confermato i limiti emersi nell’ultima settimana. Squadra stanca, poco brillante, capace di cambiare sovente sistema di gioco non impensierendo più di tanto degli avversari volenterosi e poco altro.

Il Bari ha portato via un punto dal “Massimino” senza strafare e ringraziando Super Frattali per la respinta del rigore decisivo di Dall’Oglio (che, a norma di regolamento, andava ripetuto ma l’inadeguatezza arbitrale in C non fa più notizia). La Paganese, invece, ha saputo gestire le energie psicofisiche contro un Catania impreciso, lento e prevedibile nello sviluppo della manovra. La tappa di Vibo Valentia ha restituito un approccio un po’ più a misura di Elefante, con un’ampia percentuale di possesso palla ma tanto fumo e poco arrosto.

Cercasi dunque lucidità, cattiveria in zona gol e brillantezza. Caratteristiche pregnanti di un complesso di squadra che possa compiutamente definirsi competitivo. Il tour de force pesa sulla testa e le gambe dei giocatori, così come le varie defezioni che, puntualmente, attanagliano il Catania fin dall’inizio. Ma il campionato non è finito. Il Catania, si sa, è stato ricostruito tra mille difficoltà ed ostacoli lungo il percorso. Giusto attribuire a SIGI, al Direttore Pellegrino e ad ogni singolo componente dello staff tecnico-organizzativo i meriti per avere salvato la storica matricola e aiutare l’Elefante a conseguire una serie di risultati importanti in questa stagione. Adesso però, dopo un periodo di vacche magre, siamo giunti alla fase clou e occorre stringere i denti, ritrovando il feeling con la vittoria.

I tifosi chiedono a gran voce che lo si faccia proprio in occasione del derbissimo Catania-Palermo, in programma mercoledì sera: la partita dell’anno, che da sola vale una grossa fetta di stagione. Potrebbe essere il trampolino di lancio perfetto per i rossazzurri, ricavando nuova linfa dalle difficoltà e la giusta carica nell’ambito di un confronto storicamente acceso, sentito e combattuto che può dare un’importante iniezione di fiducia all’intero ambiente marca Liotru.

Catania, il valore della rosa attuale e giocatori più costosi

Oggi pomeriggio il Catania sarà impegnato alle 15:00 sul campo della Vibonese per ritrovare la vittoria dopo tre turni. Tra gli assenti, il lungodegente e recidivo  Antonio Piccolo: il giocatore più costoso dell’intero organico rossazzurro.

La rosa attuale del Catania, tenendo conto del valore dei singoli giocatori che la compongono, supera i 5,5 milioni di euro. Sono 26 i giocatori sotto contratto con il sodalizio rossazzurro: il più costoso, come accennato poc’anzi, è Antonio Piccolo (550mila euro), seguito da Tommaso Silvestri (375mila euro). Dietro, nel gradino più basso del podio, Andrea Russotto (325mila euro). A un passo dal podio si piazza Luca Calapai (300mila euro), poi Albertini, Maldonado, Dall’Oglio, Welbeck e Volpe (275mila euro).

Dietro il trio Tonucci, Claiton e Sarao (250mila euro), Rosaia (225mila) e  tre attaccanti: Manneh, Reginaldo e Di Piazza (200mila). 

(fonte dati: transfermarkt.it) (fonte foto: optimamagazine.com)