Marco Biagianti: “Mai al Palermo perché Catania è la mia città”

Emblematiche le dichiarazioni di Marco Biagianti, attualmente pivot del Meta Catania Calcio a 5 ed ex capitano del Catania all’indomani del suo 37simo compleanno:

“Non ho mai avuto dubbi: Catania è ormai la mia città e quella famosa scelta di dire “mai al Palermo” è l’emblema di quanto io tenga a questi colori – ha dichiarato l’ex centrocampista rossazzurro ai microfoni di goal.com-. La ferita legata alla chiusura col Catania me la sto ancora portando dietro, quindi in questo momento sto pensando di progettare la mia vita pensando al Calcio Catania soltanto come tifoso. Sono legatissimo a questi colori. Per il momento guardo al presente anche se, chiaramente, mai dire mai…”.

(foto: padovasport.it)

Salvo La Rosa
Salvo La Rosa: “Il Catania farà dei grandi playoff. Tacopina l’ho visto mosso da grande passione: può riportare il il club rossazzurro in alto”

Nato a Catania il 5 agosto 1963, da più di trent’anni opera nel settore dell’informazione e dello spettacolo. Ha lavorato sia per il quotidiano La Sicilia che per l’emittente televisiva Antenna Sicilia. In quest’ultima, a partire dagli anni novanta, ha condotto una delle trasmissioni più seguite fra tutte quelle proposte dalle televisioni private italiane: stiamo parlando del programma “Insieme”. Stiamo naturalmente presentando l’illustre giornalista e conduttore catanese Salvo La Rosa, che dal 2018 è il direttore artistico di TGS, RGS, RTP e Antenna dello Stretto, emittenti del gruppo editoriale SES Gazzetta del Sud-Giornale di Sicilia.

Catania Mood ha deciso di coinvolgere anche lui nel novero di interviste inerenti il momento del Catania. Con Salvo, infatti, si è disquisito di campionato, di playoff e delle rilevanti vicende societarie. Inoltre, ci siamo fatti raccontare le sue novità in programma e i suoi progetti futuri.

Salvo, a nome mio e di tutta la redazione di Catania Mood, ti ringraziamo per aver accettato questo invito. Come stai? Come procede la tua vita in tempi di pandemia?

“La mia vita è come quella di tutti gli altri, ovvero stravolta e non più normale da più di un anno. Ovviamente ci siamo un po’ tutti dovuti adeguare a questa situazione. Io sono fermamente convinto che in questi momenti bisogna rigorosamente rispettare le regole, affinché si possa tutelare la mia salute e quella degli altri. È vero che, però, bisogna anche ritornare a lavorare, pur mantenendo le giuste precauzioni. Mi spiace perché vedo intorno a me grandi situazioni di disagio legate non solo alla malattia e a chi ha perso amici e parenti, ma anche dal punto di vista economico, con tante persone che stanno soffrendo. Spero che si possa ritornare presto alla normalità e che ci si possa vaccinare tutti. Io non sono ancora vaccinato perché ho 57 anni e finora non è toccato a me, ma appena sarà possibile lo farò, perché voglio stare più sicuro, non solo per me, ma anche per chi mi sta accanto”.

Il 25 gennaio 1980 pubblichi il tuo primo articolo sportivo sul quotidiano catanese La Sicilia. Da quel giorno sono trascorsi più di quarant’anni. Cosa è mutato, secondo te, nell’informazione sportiva odierna? 

“È vero, ho iniziato proprio in quella data. Ero ancora giovanissimo. Facevo la prima al Liceo Classico e avevo una passione enorme per il giornalismo. Per dirla come Jovanotti, sono stato un ragazzo fortunato che è riuscito a coronare il proprio sogno, ovvero quello di diventare non solo giornalista, ma anche conduttore televisivo. È chiaro che da quegli anni ad oggi è cambiato il mondo: adesso ci sono mezzi di comunicazione che ovviamente quarant’anni fa non c’erano, a cominciare dal web, dai social e da tanti altri mezzi che sicuramente accorciano le distanze ma che, allo stesso tempo, creano problemi se non vengono gestiti bene”. 

Veniamo adesso al Catania. Stai seguendo le sorti del sodalizio etneo in questo campionato? Qual è l’idea che ti sei fatto del club rossazzurro? 

“Ovviamente seguo sempre il Catania perché sono un catanese doc, “ca nocca o ca cumma”, come si dice dalle nostre parti. Sono anche un siciliano che adora la propria terra e che ama tutto quello che arriva da quest’isola meravigliosa, quindi seguo anche le altre squadre siciliane. Quest’anno, inoltre, sto seguendo molto attentamente la Serie C perché sono opinionista settimanalmente del programma sportivo TgS Sport per l’emittente televisiva siciliana TgS, di cui sono direttore artistico, così come la radio RgS. Per quanto riguarda il Catania, secondo me sta facendo un buon campionato: dobbiamo considerare che questa società a luglio ha rischiato il fallimento e dobbiamo dire grazie, anzi come dico io, cututtuucori, ai soci della Sigi, che sono stati straordinari, perché hanno salvato la matricola 11700 e hanno messo in campo una squadra che al momento, non dimentichiamocelo, è quinta in campionato. C’è stato un momento di crisi durante la gestione Raffaele, ma con l’arrivo di Baldini la squadra si è ripresa e adesso si giocherà i playoff sicuramente da grande protagonista”.

Ritorniamo alla tua carriera lavorativa. Hai avuto modo di collaborare con tanti cabarettisti e comici figli dell’Etna, da Giuseppe Castiglia ad Enrico Guarneri in arte “Litterio Scalisi” e molti altri ancora. Tra tutti questi, chi è quello maggiormente tifoso del Catania? Ricordi qualche aneddoto particolare?

“Lavoro e ho lavorato con tantissimi comici straordinari che sono stati importanti per me così come io lo sono stato per loro. Per tantissimi anni abbiamo fatto la trasmissione “Insieme”, che io ho condotto dal 1994 al 2015, ma che ora va avanti senza di me perché, come ben sai, sono da tutt’altra parte. Stiamo, infatti, portando avanti un nuovo progetto con Enrico Guarneri chiamato “Di Nuovo Insieme” con le avventure di Litterio e del Sig. La Rosa. Speriamo di fare anche tante altre cose con altri comici e amici. Sia Giuseppe Castiglia che Enrico Guarneri sono molto tifosi, anzi, per dirla tutta, Enrico era anche un buon calciatore e ancora oggi ha un bel tocco di palla, anche se certamente adesso gli manca un pò di fiato. Con Giuseppe mi ricordo che abbiamo lanciato tanti anni anni fa uno di quelli che poi diventò un inno del Catania, ovvero Alè Catania, che cantato da Giuseppe rappresentava un inno alla gioia, allo sport e alla catanesità. Personalmente, ricordo l’orgoglio che ho avuto e l’onore che ho provato quando ho presentato, nel  maggio 2006, la festa della promozione in Serie A del Catania. Ricordo che al Massimino c’erano più di 20.000 persone e ospiti importanti come Franco Battiato e Pippo Baudo. Ricordo anche la promozione del 1983 con il presidente Massimino, ma quella festa del 2006 la ricordo con immensa gioia. Spero che al più presto si possano rivivere questi momenti: piazze come Catania o Palermo meritano categorie e scenari molto più importanti”.

Da osservatore esterno e semplice tifoso rossazzurro, che idea ti sei fatto del possibile acquisto del Calcio Catania da parte dell’avvocato statunitense Joe Tacopina?

“Beh, credo che il passaggio di proprietà sia ormai alle porte. A breve immagino ci sarà il closing e le rispettive firme. Tacopina sarà per la Catania calcistica una vera e propria toccata d’ossigeno. Sono certo che l’avvocato statunitense insieme al suo entourage farà molto bene. Tacopina l’ho visto mosso da grande passione. Inoltre, ha delle idee e dei progetti imprenditoriali sicuramente importanti che possono riportare il Catania in alto”. 

Infine, considerando che nel tuo mestiere spesso hai a che fare con il pubblico, che sensazione ti dà vedere concerti, stadi, teatri senza spettatori? Ti senti di mandare un saluto ai tuoi concittadini che hanno il sangue rossazzurro che gli scorre nelle vene?

“È chiaro che una partita di calcio senza spettatori sugli spalti o una rappresentazione teatrale senza il pubblico in sala diventano manifestazioni prive di anima, perché c’è sempre uno scambio di emozioni tra chi gioca e guarda la partita o chi fa lo spettacolo e chi assiste in sala. Anche da questo punto di vista non vedo l’ora di ritornare alla normalità. Mi auguro di rivedere gli stadi e i teatri nuovamente pieni, anche perché questa mancanza porta conseguentemente a una crisi importante a livello lavorativo. Il mio pensiero, infatti, va a tutte le maestranze che lavorano nel mio settore che sono senza lavoro ormai da diversi mesi. L’augurio che mi sento di fare ai tifosi del Catania è in primis quello di poterci riappropriare della nostra vita, e questo vale un po’ per tutti. Portandolo al settore calcistico, invece, così come ho già detto prima, per il Catania mi auguro che presto venga fuori da questa situazione infernale che è la Serie C, dove una città come Catania non merita di stare e che, perlomeno, si possa arrivare ad affrontare una Serie B importante per poi poter ritornare anche in Serie A. L’arrivo di Tacopina, in questo senso, sicuramente può essere positivo”.

catanzaro catania 2-0 - golsicilia
Rassegnarsi mai

Rossazzurri a secco in quel di Catanzaro, nonostante un’ora di buon calcio. Risultato ingiusto, ma non troppo.

La partita mister Baldini l’aveva preparato molto bene. Addirittura, un doppio cambio difensivo, con le colonne centrali Giosa e Claiton sostituite, a favore del rientrante Silvestri e di Tonucci.

Ottimo anche l’approccio iniziale, all’insegna del pressing asfissiante e delle trame brevi. Avevano avuto buone possibilità di andare a segno sia Russotto che Di Piazza, ma entrambi non inquadrano bene la porta.

E poi? Boh. Si rientra in campo, dopo la pausa, con lo stesso piglio per circa 20 minuti, fino a rimanere imbambolati davanti al lancio da 50 metri di Martinelli. Troppo poco per legittimare una vittoria.

Eh sì, perché, da lì a poco, nessuna reazione ha saputo destare i dormienti undici etnei. La seconda rete di Baldassin è un miscuglio di paura, arrendevolezza e nervosismo irriconoscibile da quando siede Baldini sulla panchina rossazzurra.

Un film già visto in questa stagione, che ci era parso di non rivedere più, dopo il filotto di 4 vittorie consecutive. Eppure…i fantasmi del passato a volte ritornano.

Partita persa dal Catania o vinta dal Catanzaro?

Entrambe. Approfondiamo questo concetto sciorinando qualche numero che, in questi casi, giova molto alla comprensione dello stato dell’arte. 

Il computo dei tiri in porta verte a favore dei giallorossi (6-5). Tuttavia, erano stati i rossazzurri a tirare di più fino al gol di Di Massimo (74′) (4 volte contro le due conclusioni locali). Alla fine, però, il Catanzaro ha azzeccato lo specchio della porta, anche in virtù delle due reti segnate, centrandola per ben 4 volte, contro gli 0 centri etnei.

Da questa semplice analisi si evince una grande imprecisione da parte dell’attacco etneo, reo di aver mancato alcune ghiotte occasioni durante il match, specie nel primo tempo. Non si può, quindi, calare la mannaia solo alla difesa per le leggerezze difensive, seppur evidenti e gravi.

Attacco spuntato

Vale la pena riflettere anche sul modo di sfruttare i centravanti etnei. Non ci è sembrata la migliore idea proporre il duo Reginaldo – Di Piazza in quanto, entrambi, si esibiscono con le stesse giocate, attaccando poco la profondità e aspettando, inerti, la miglior palla, senza mai cercarsi lo spazio.

Da questo punto di vista vanno fatti grandi elogi alla squadra di mister Villa, molto stretta fra i reparti e abile nel ridurre al minimo gli errori individuali. Infatti, superato un “tempo di non ritorno”, oltre il quale le forze fisiche dei siciliani stavano per venire meno, la partita dei calabresi è divenuta in discesa.

Certamente, ha fatto la differenza proprio questo: gli errori. Perché, se nessuno ne avessi commessi, potremmo dire con grande certezza che la partita sarebbe finita 0-0. Il Catania ha sbagliato di più, in attacco e difesa, quindi ha perso.

Aiaiai Calapai…!

Lo avevamo elogiato per il suo apporto dinamico sulla fascia, sempre in crescendo nelle ultime partite. Tutto meritato, a dire il vero.

Purtroppo, il caro Luca perde la prova del nove proprio in uno dei momenti più decisivi del torneo, contro un avversario di pari rango. Non è la prima volta, a dire il vero. 

Martinelli diventa Bonucci e sfodera una sciabolata da 50 metri che spiana la strada a Di Massimo, lesto a prendere il tempo al nostro terzino destro e a beffare Martinez in uscita. Davvero inconcepibile, per chi ha visto il match!

Un gol così non si può prendere nemmeno in terza categoria! È impossibile perdere la concentrazione in un match dove la posta in palio è il quarto posto in graduatoria. Eppure, così è stato, dando il via alle bestemmie dei martoriati tifosi etnei seduti davanti al televisore.

Peraltro, non è stato il solo episodio di disattenzione. Anche Maldonado, dopo un buon primo tempo, ha rischiato più volte di mettere Evacuo & co. a tu per tu con l’estremo portiere etneo. Davvero da non crederci!

Archiviare e ripartire subito

Nonostante la sconfitta sia arrivata in maniera davvero incredibile, non vale la pena fasciarsi troppo la testa. C’è da concludere al meglio la regular season per poi proiettarsi ai play-off, dove vincerà chi avrà risparmiato più uomini e più benzina.

Non è detta l’ultima parola, anche perché le “altolocate” non ne vogliono sapere di fare la voce grossa (vedi Bari e Avellino). Sarà fondamentale crederci fino alla fine, un po’ di più di quanto visto al Ceravolo, esempio di quello che non dovrà mai più succedere.

Pietro Santonocito

Rossazzurro Pink – Niente pokerissimo. Tiriamo fuori le carte siciliane

“Poker”, “pokerissimo”, “all-in” e altri termini per la sottoscritta misconosciuti, sono stati nominati frequentemente nelle ultime settimane.

Dopo le quattro vittorie inanellate dalla truppa di mister Baldini in molti si attendevano la “cinquina” che in effetti è arrivata ma sotto mentite spoglie: uno schiaffo morale, cinque dita dai palmi gialli e dal resto delle falangi rosso.

Tra raffigurazioni da boia rossazzurro pronto a giustiziare qualsiasi avversario gli si ponesse dinanzi a effigie tendenti al sacro poiché salvatore del Catania, Baldini torna sulla terra da comune mortale ma per nulla ridimensionato nel progetto sportivo, nel suo credo calcistico e nel prosieguo del lungo cammino che ancora attende i suoi ragazzi.

La sconfitta esiste per fare da contraltare alla vittoria: vi immaginate che monotonia piatta e ripugnante proveremmo se esistesse solo la vittoria? Poniamo che due squadre duellino per 90′ e, al fischio dell’arbitro, tutto si riduca a una sorta di bonaria “SuperLega” in cui non esistono né vincitori né vinti perché nessuno, in fondo, può retrocedere.

Certo, stiamo estremizzando ma il senso dello sport è l’agonismo e, l’agonismo, deve ringraziare l’esistenza della sconfitta altrimenti non avrebbe modo di infuocare i giocatori in campo e incendiare l’entusiasmo dei tifosi sugli spalti: le lacrime di Kurtic, per intenderci, sono di ringraziamento, come a dire: «Grazie sconfitta che ci fai emozionare ancora nonostante vogliano “SuperLegarti” ». 

Quindi, una volta accettato il verdetto del “Ceravolo” non resta che archiviare definitivamente il poker, riporre il mazzo di carte in un cassetto e tirare fuori quelle siciliane: l’ultima briscola, quella più alta, teniamocela in vista dei play-off.

Francesca Tremoglie

Catania, la determinazione e la voglia di fare di Andrea Zanchi

Non ha iniziato la stagione in maniera esaltante ma piano piano e adattandosi all’ambiente Andrea Zanchi è riuscito ad offrire delle prestazioni ottime. Il terzino sinistro sin da inizio stagione si è giocato il posto con Giovanni Pinto.

Il numero 29 rossazzurro nelle sue apparizioni ha dimostrato le sue doti migliori ovvero corsa, grinta e determinazione, qualità che sono piaciute a tutto l’ambiente etneo. Nelle ultime settimane ha subito un infortunio e sta rientrando in maniera graduale visto che il suo apporto è importante per mister Baldini. Il calciatore romano è stato anche autore di una marcatura nel successo per 5-2 con il Potenza

Recuperare al 100% la condizione, in vista dei playoff: questo è l’obiettivo in questo finale di stagione.

(Fonte foto: calciocatania.it)

Davis Curiale non può dimenticare i suoi tre anni al Catania

Davis Curiale a margine di Catanzaro-Catania ha accennato un sorriso alla telecamera con dedica ai suoi ex tifosi.

L’attaccante italo-tedesco attualmente in forza al Catanzaro, Davis Curiale, ha sfoggiato una maglia che, senza dubbi, ha addolcito la pillola della sconfitta al Catania. In questi giorni in cui tiene banco l’argomento Superlega, indicato come il killer del calcio, del romanticismo e, dal punto di vista economico, una batosta per i club meno blasonati, Curiale ha pensato bene di ricordare le sue 82 presenze in maglia rossazzurra, impreziosite da 22 reti, tra il 2017 e il 2020, ponendo l’accento sulla gratitudine, sul rispetto, sul valore intrinseco dei ricordi e della passione calcistica che ruotano attorno alla quinta industria d’Italia.
 
L’attaccante ha vissuto un periodo molto difficile per questioni personali e, nonostante lo attanaglino ancora oggi, sta riuscendo da uomo vero a mettersi tutto alle spalle fornendo prestazioni degne del bomber che è, capace di segnare gol a raffica. 
 
 
(Foto: facebook.com/davicurialefanpage)
Tacopina: “Superlega? Orribile! A favore solo dei club più ricchi”

Joe Tacopina, futuro presidente del Catania, ha commentato la decisione dei club fondatori della Superlega:

“La Superlega? Orribile! – ha dichiarato l’avvocato americano ai microfoni di Tuttomercatoweb.com -. Distorce ulteriormente il campo della competizione e riempie le tasche solo dei club più ricchi per aumentare il divario tra club che costruiscono squadre fantastiche con integrità e duro lavoro, come ad esempio l’Atalanta.

Penso che sia un peccato – ha proseguito Tacopina-. La competizione è il sale dello sport, quindi odio una forma di calcio riservata ai club più ricchi. Il calcio dovrebbe continuare a cambiare con i tempi ma non essere stravolto! Il calcio, in fondo, appartiene ai tifosi e non dovrebbe essere un club d’élite”.

Focus- Al “Ceravolo” un risultato inedito per gli etnei

Con la sconfitta subita dal Catania al “Ceravolo” di Catanzaro, salgono a 9 le partite perse dagli etnei nel corso di questa stagione. Nulla ha potuto arrestare la squadra giallorossa che con grande cinismo è riuscita ad indirizzare la gara verso i binari giusti e dopo aver sconfitto il Palermo al “Barbera” e la Ternana fra le mura amiche per 2 reti a 1, la stessa sorte è toccata anche agli uomini di Baldini che si sono dovuti arrendere ai gol degli aquilotti. Un dato che salta subito all’occhio, se ci si sofferma ad analizzare match per match, è il seguente: il Catania non ha mai perso una partita in campionato per 2-0.

Una sconfitta “bruciante” se si considera che gli etnei hanno fallito il primo vero banco di prova contro una squadra all’altezza delle altre che giocheranno gli spareggi per un solo posto in Serie B. L’atteggiamento non era certamente remissivo ma gare come queste nel caso in cui non si riesca a vincerle, quantomeno occorre pareggiarle. “Partita finisce quando arbitro fischia”, diceva Boskov ed ancora si può ripartire per realizzare quello che sarebbe un vero e proprio “capolavoro calcistico”.

Foto: Filippo Galtieri 

Juve Stabia Marotta
Top&Flop: le vespe mettono la quarta. Il Bari perde colpi e posizioni

Come ogni settimana, arriva il nostro appuntamento con i top&flop della Serie C – Girone C. Il 36mo turno che ci siamo lasciati alle spalle ha visto delle conferme e delle sorprese, sia in positivo che in negativo. A 180′ dal gong finale, esclusa la Ternana, già promossa in B, resta ancora tutto da decidere. Vediamo insieme chi in questi ultimi novanta minuti ha fatto bene e chi no.

Le Top del 36esimo turno

JUVE STABIA – Cesare Cremonini cantava “dammi una vespa e ti porto in vacanza”, Alessandro Marotta canta, invece, “dammi una vespa e ti porto al quarto posto”. L’ex attaccante di Siena e Catania non si ferma più e con lui pure la Juve Stabia: 10 gol in 12 gare per la risalita delle vespe, che adesso insidiano proprio i rossazzurri e il Bari. I campani, infatti, in caso di successo nel recupero casalingo con il Catanzaro, oltre a guadagnare il quinto posto, si porterebbero a -1 dai pugliesi, rischiando di riscrivere totalmente il finale di stagione. 

POTENZA – Dopo la scoppola subìta al “Massimino” sette giorni fa, la squadra di Gallo rischiava di pagare grossolanamente la batosta. Invece, i lucani riscattano immediatamente la sconfitta di Catania superando per due reti ad una il Monopoli. Tre punti importanti che odorano di salvezza: i punti di distacco dalla Turris sono tre, ma considerando l’enorme distacco di quest’ultima dalla Cavese, e quindi la probabilissima salvezza diretta della quartultima i punti di distacco dalla Paganese sono otto, ce significherebbe salvezza raggiunta.

VIBONESE – Anche la compagine calabra fa un balzo in avanti verso la definitiva salvezza. Nell’anticipo del sabato pomeriggio, infatti, gli ipponici superano a sorpresa la seconda della classe, ovvero l’Avellino, con un netto 2-0. Una vittoria inaspettata ma meritata, che permetterà alla squadra del presidente Caffo di poter festeggiare con un bel bicchiere di amaro l’ennesima permanenza in Serie C.

I flop del 36esimo turno

AVELLINO – Da una seconda posizione che sembrava ormai consolidata, a un possibile rischio di rivedersi soffiato il posto alle spalle della capolista. La sconfitta di Vibo Valentia, rischia di costare cara agli irpini, che adesso non potranno più sbagliare: il Catanzaro, che segue a -5, dovrà recuperare la gara con la Juve Stabia e, in caso di exploit dei calabresi al “Menti” i punti di distacco diventerebbero soltanto due, per un finale di campionato che diventerebbe davvero al cardiopalma per i bianco-verdi.

BARI – Appuntamento fisso, oramai, per i galletti tra i nostri flop. Il momento negativo dei ragazzi di Carrera, infatti, non tende a placarsi. Dopo lo scivolone con l’Avellino, i bianco-rossi riprendono la gara con il Palermo che li vedeva, addirittura, sotto di due marcature, per il rotto della cuffia. Nonostante il pari riacciuffato in extremis, il risultato è paragonabile ad una sconfitta, tant’è che nelle scorse ore l’ex difensore della Juventus è stato esonerato, anche perché, dopo aver perso il secondo posto a favore dell’Avellino, adesso anche il terzo posto è stato perso. Adesso, i galletti dovranno guardarsi alle spalle. 

FOGGIA – I satanelli incappano in una sconfitta inaspettata tra le mura amiche contro la più modesta Paganese. Uno 0-1 che va ad aggiungersi all’altra sconfitta di misura subìta pochi giorni prima a Palermo. I playoff non sono più matematicamente a rischio, ma Palermo e Casertana adesso sono alla finestra, pronte ad approfittare del prossimo passo falso per effettuare il sorpasso, anche perché il calendario dei pugliesi è davvero ostico: nelle ultime due, infatti, il Foggia dovrà vedersela con Juve Stabia e Catania. 

Fonte Immagine: TuttoCalcioCatania.com

Catanzaro-Catania era fondamentale ma non era una finale. Ripartire!

Catanzaro vince, Catania convince. Ma non appieno.

“Vince e convince” è un’allitterazione di insopportabile ridondanza che indica nel gergo calcistico, notoriamente pregno di luoghi comuni e banalità, la squadra capace di offrire un bel calcio, tenere in mano il pallino del gioco e andare in rete perlomeno con i due classici “gol per tempo”, senza strafare ma senza che l’allenatore avversario possa dichiarare: “Non meritavamo la sconfitta”.

CAT-CTN: non sono intercambiabili…

Avremmo preferito che “CAT” indicasse il Catania e “CTN” il Catanzaro, abbreviazioni intercambiabili e plausibili ma, ahinoi, i caratteri in sovrimpressione erano corretti. Ieri è accaduta una cosa strana. Ha vinto il Catanzaro e ha convinto il Catania. Certo il gioco spumeggiante ammirato a sprazzi nelle precedenti quattro partite con Baldini al timone s’è visto meno frequentemente ma, al di là di molti, troppi errori a centrocampo di Maldonado, Rosaia e Dall’Oglio, il possesso palla è stato gestito dai rossazzurri, forse in maniera eccessivamente sterile ma è pur sempre una nota a favore non di poco conto, un buon viatico per le prossime partite.

Il Catanzaro ha fatto il Di…Massimo

Catanzaro cinico, ben messo in campo dallo squalificato Calabro e dal suo vice Villa che, nonostante abbia denotato alcune inevitabili lacune dovute agli assenti, è rimasto concentrato sul match fino al gol di Di Massimo che ha sbloccato la partita incanalandola verso i tre punti. Non ci sentiamo di affermare che il Catania abbia convinto appieno, sarebbe in antitesi innanzitutto col risultato finale ma, attingendo dal monotono “dizionario del calcio parlato”, se dovessimo vedere il bicchiere mezzo pieno, diremmo che il Catania ha giocato per vincere, perdendo ma senza rinunciare a giocarsela.

Da cosa deve ripartire Baldini?

Prima di Baldini, spesso, abbiamo assistito a gare in cui i rossazzurri sembravano corpi senz’anima che ridiscendevano verso gli inferi della sconfitta, oggi possiamo affermare senza paura di essere smentiti che i ragazzi di Baldini pur senza impensierire l’estremo difensore Di Gennaro, a parte un calcio di punizione di Maldonado che ci ha illusi per qualche istante, hanno provato ad imporre il proprio gioco almeno fino al gol degli avversari.

Quindi, servirà ripartire da ciò che di buono ha raccolto la Baldini-band senza pericolose dietrologie e rigurgiti di disistima ma, anzi, cercando di arrivare carichi e con l’organico al completo ai play-off, al di là del piazzamento finale nella regular season, ma puntando ad ottenere il massimo (tradotto: due vittorie) con Casertana, in casa, e Foggia, in trasferta. Si trattava di uno scontro diretto fondamentale ma il cammino del Catania è ancora lungo, lunghissimo si spera.