Quanti tifosi sono stati costretti da cause contingenti a lasciare Catania per migrare verso i lidi gelidi del Nord Italia o, peggio, fuori dai confini nazionali. Il tifo per i colori rossazzurri, però, è qualcosa di imperituro, non conosce tempo né spazio, è impresso nell’anima ancor prima che nella stampa di una sciarpa.
Per tale ragione la nostra redazione ha ritenuto opportuno dedicare una rubrica ai tifosi DOC che per motivi di lavoro o di famiglia hanno lasciato il capoluogo etneo e, tra saudade e nostalgia, continuano a seguire le sorti del Catania in TV, attraverso la stampa, in qualsiasi modo possibile.
Oggi vi raccontiamo una storia particolare, diversa da tutte le altre. E’ la storia di Umberto Fabiano, attuale allenatore in seconda dell’A.S.D. Troina, che lavora a fianco di Peppe Mascara, ma che ha fatto il giramondo prima di tornare nella sua terra.
Umberto è un piacere e un onore intervistarti. Raccontaci un po’ di te. Riesci in un minuto a fare un elenco di tutte le tue esperienze all’estero?
Innanzitutto ti ringrazio di aver pensato a me. Io ho sempre avuto l’interesse di andare all’estero sia per visitare le strutture sportive sia per interagire direttamente con gli allenamenti. Ho girato Ungheria, Francia, Belgio, Olanda, Germania, Inghilterra, Spagna, per visionare allenamenti. Invece ho lavorato in Canada sia nella East Coast che nella West Coast per 5-6 mesi, in Germania dove ho allenato in prima squadra e nel settore giovanile fino a quest’anno, a dicembre, e ho fatto anche delle Internship lavorative sia in Ungheria al Ferencvaros che a Malmo in Svezia e ho collaborato parzialmente con una società in Marocco anche se per un breve lasso di tempo.
Ho cercato di raccogliere quante più informazioni possibili per comprendere come ogni Paese lavori e si approcci al mondo del calcio e come cerchi di svilupparsi e andare avanti sia nel settore giovanile che in prima squadra.
Quale esperienza ti ha lasciato più ricordi?
Tutte le esperienze mi hanno lasciato ricordi piacevoli dalla prima in assoluto con l’Acireale: avevo l’età di un giocatore della Primavera e già allenavo (sorride, ndc), fino ai giorni nostri, a Troina, dove sono stati mesi intensi.
Il primo periodo all’estero in Germania come allenatore di prima squadra è stata una bella sensazione perché sei un uomo solo in mezzo a tantissimi stranieri e non è facile entrare nelle loro grazie: è stata un’esperienza che mi ha forgiato come allenatore e come uomo.
Devi essere malleabile e mai rigido rispettando la provenienza altrui e anche la personalità altrui.
Quanto ha inciso sulla tua formazione professionale l’esperienza al Calcio Catania? Parlacene.
Calcio Catania? Esperienza bellissima per un catanese indossare la maglia della propria città, da giocatore o da allenatore, è qualcosa di speciale e te rendi conto solo quando ce l’hai addosso perché rappresenti i ragazzi della tua città. L’esperienza professionale è stata per me molto importante: sono passato dalla scuola calcio al settore giovanile quindi ho fatto uno step importante ma la cosa che più mi è rimasta impressa è il livello altissimo dei giocatori che ho allenato. Parliamo di ragazzini ma avendo allenato al Nord Italia e all’estero mi spiego sempre meno come facciamo a non fornire giocatori alla nostra serie A. Ho avuto la fortuna di allenare ragazzi che non hanno nulla da invidiare ai coetanei che sono nella Cantera del Barcellona, del Bayern Monaco o del Real Madrid.
Invece come ti trovi a Troina? Raccontaci come ti trovi con Mascara e qualche aneddoto che ti ha colpito.
Troina? Bella piazza e mi trovo benissimo. Ci fanno lavorare sempre serenamente e questo non è mai scontato, anche nei momenti difficili, in una piazza importante e in un campionato difficile come la Serie D. Con mister Peppe Mascara ci conosciamo da tanti anni, abbiamo fatto il corso di Uefa B insieme e di lui mi ha colpito il suo pragmatismo sia in allenamento che in partita, non bada a cose futili, centra il bersaglio e riesce a capire il giocatore soprattutto quando non parla e non esprime il proprio giudizio, quindi psicologicamente è molto empatico ed è bravissimo nell’alzare l’asticella motivazionale prima della partita e questa è una caratteristica unica: in partita i ragazzi arrivano sempre pronti proprio per questo.
Consiglieresti qualche giocatore del Troina al Catania?
Nomi? Difficile elencarne qualcuno lasciando fuori qualcun altro altrettanto meritevole. Però abbiamo tanti giocatori, molti usciti dal vivaio del Catania e che ne hanno a cuore le sorti. Qualcuno potrebbe stare lì tranquillamente: Alessio Rizzo, Peppe Giuffrida, Samuele Berti, Lorenzo Longo, Simone Palermo, ci sono anche altri giocatori che meritano di giocare in una categoria più alta e in una piazza come Catania, anzi secondo me, da catanese e da allenatore, dico che sia ora che giocassero i natii perché nessuno può sentire la maglia come loro.
Quando è iniziata la passione per questo mestiere?
La passione è nata…da sempre. Un po’ atipica perché anche da piccolo preferivo fare l’allenatore che il giocatore. Mi è sempre interessata la parte tattica, la gestione del gruppo, osservare squadre e giocatori, ammiravo particolarmente quelli di fantasia e ho scelto da bambino di fare l’allenatore: quando giocavo con la playstation perdevo un’ora solo per comporre la formazione e miei amici non volevano mai giocare con me per questo, si annoiavano (ride, ndc)!
Un’ultima domanda. Sei fiducioso sul closing? Da giramondo, ritieni che l’eventuale cambio di proprietà, possa apportare benefici di rilievo sia al club che alla città di Catania?
Sono fiducioso perché ho visto Tacopina sempre fermo sulla propria posizione: è interessato davvero al Catania e, come persona, molto interessante. Un uomo che ha viaggiato e ha conoscenze a tutto tondo, quindi penso che oltre alla parte economica metterà tanto anche dal punto di vista progettuale sia per quanto concerne il settore giovanile, rivitalizzandolo, sia portando quell’entusiasmo che manca dal periodo della Serie A. Importante togliere i debiti e lavorare serenamente. Dal Centro Sportivo di Torre del Grifo si deve costruire la scalata verso la Serie A.
(Si ringrazia l’Ufficio Stampa dell’A.S.D. Troina per la disponibilità).