È dura la vita per il tifoso catanese, abituato a soffrire nelle serie minori e nei campi polverosi. Dopo l’estate del 1993 in cui il Catania rischiò di scomparire, poi salvato da Massimino, con l’avvento di Gaucci e Pulvirenti sembravano passati gli anni peggiori.
Ma dopo le promozioni e i grandi campionati in serie A, i supporters “Rossazzurri” sembrano essere stati condannati a un esilio di sofferenza che non ha nulla a che vedere con il calcio giocato.
Tutto ebbe inizio nell’estate 2015, con l’inchiesta de’ “I Treni del gol” che vedeva il Catania protagonista di presunte compravendite di partite nel campionato di serie B, dopo un’annata già disgraziata di suo con l’avvento di Pablo Cosentino a distruggere una macchina quasi perfetta.
Dopo la retrocessione d’ufficio in serie C e con la paura della radiazione, i tifosi hanno continuato a sostenere i colori, pur non condividendo la proprietà.
Dalla stagione 2015/16 i supporters etnei si ritrovavano a vagare per i campi della terza serie, subendo lo sbeffeggiamento delle presunte partite acquistate, ma senza trovare un vero colpevole, apparte la squadra.
Con i risultati che andavano a singhiozzare e un ritorno di Lo Monaco che provava a risanare delle casse in piena crisi, i tifosi etnei nell’ estate del 2018 sembravano pronti a vedere una luce fuori dal tunnel, grazie a un ripescaggio in serie B addirittura festeggiato dalla dirigenza etnea con sfilate al “Massimino” e interrotto subito da una riforma che riduceva a 19 squadre la serie cadetta.
Iniziava così un altro anno in serie C, con tutte le tifoserie avversarie che sbeffeggivano la “falsa” festa promozione degli etnei.
Se il campo non ha regalato molte emozioni, l’extracampo poteva solo andar peggio, con l’AD del Catania Pietro Lo Monaco che inneggiava al risanamento economico, esclamando: “Il Catania sta tornando”.
Proprio a qualche mese di distanza da queste parole, l’impero di Pulvirenti si sgretolava in maniera inesorabile, con il fallimento dei suoi asset e della stessa squadra.
E così per l’ennesima volta il tifoso rossazzurro, si è ritrovato preso in giro e obbligato a sperare che il tribunale potesse avere clemenza.
Dopo mesi di sofferenza nel Luglio 2020, gli imprenditori catanesi della Sigi, acquistano il Catania ad un passo dal fallimento e fanno tirare un sospiro di sollievo alla città. La stessa città che qualche mese dopo ha aperto le porte all’avvocato statunitense Tacopina, accolto dalla Sigi e dal sindaco di Catania come futuro presidente rossazzurro.
Questo sembrava essere il momento giusto per tornare a sperare in un futuro migliore, con l’avvocato statunitense che parlava di risalita in serie A e con una società che apriva a un passaggio di proprietà già a dicembre 2020.
Ma dopo mesi di ipotetiche date del paesaggio di proprietà, preliminari, accordi con gli enti e sfilate a Torre del Grifo, ci ritroviamo a fine campionato, con la Sigi che continua ad attendere risposte per il risanamento del debito e un Tacopina stufo di attendere.
A farne le spese è il solito tifoso del Catania, che nell’ estate 2020 aveva anche organizzato una colletta per mandare la squadra ai playoff. Tanta passione sprecata a dover seguire le vicende che avvengono dietro a delle scrivanie e non dentro ad un campo, dando credito alle tante promesse ma a nessuna rassicurazione.
(foto fonte Wikipedia)