E’ terminata la conferenza stampa congiunta SIGI- Calcio Catania. L’avv. Ferraù ha esordito commentando il mancato passaggio del turno nei play-off con il Foggia e con i ringraziamenti di rito nei confronti dei due allenatori che si sono avvicendati, Raffaele e Baldini, e il responsabile dell’area tecnica, Maurizio Pellegrino. Per l’ennesima volta, il presidente della SIGI ha ribadito che oltre un piazzamento dignitoso, questo organico non avrebbe potuto garantire.
Successivamente Ferraù ha preso le difese di alcuni dei 24 soci che sono stati stigmatizzati con epiteti offensivi nei giorni scorsi, e sono stati accusati di aver contribuito alla causa con cifre esigue, sottolineando che sia chi ha messo sul piatto 6000€, chi 2,8 mln, ha contribuito a garantire la Serie C.
“Vogliamo rilanciare il Calcio Catania, niente scudetti e Champions League. Il contratto era stato fatto con queste premesse e abbiamo creduto tutti, anche se qualcuno ha avuto un sentore diverso, che era arrivata una risorsa importante dall’estero: abbiamo ospitato Tacopina qui, perché l’ospitalità catanese è tra le più intense al mondo, abbiamo accettato il contratto preliminare. Abbiamo lavorato sette mesi. Ma cosa è successo a febbraio? Il contratto si poteva stipulare ma le condizioni non c’erano, c’era un ostacolo e si doveva rimodulare. Il contratto si poteva stipulare.
Ci sono terzi investitori con Tacopina e forse c’era qualche difficoltà in più a comunicarlo. Abbiamo preso accordi con i creditori e li dobbiamo pagare e Joe Tacopina ci è venuto incontro con un bonifico di 630000€ e poteva entrare in società ma ha preferito aspettare l’Agenzia delle Entrate che ha dato una risposta accolta da noi cone entusiasmo ma meno da Tacopina. Abbiamo ridotto il debito a 5,7€ da 12,4€ e mi auspicavo il 26 aprile di chiudere.
La SIGi ha solo l’obiettivo di salvare il Calcio Catania. Non abbiamo posto condizioni, non abbiamo mai chiesto denaro, abbiamo accettato un contratto e che avremmo supportato anche eventuali richieste più esose degli enti pubblici. Abbiamo risolto il contratto il 26 aprile ma era quasi concordata. Ma abbiamo lavorato con Tacopina con lo studio legale Chiomenti, uno dei migliori al mondo, ci siamo adeguati a questa precisa richiesta.
Ma l’atteggiamento doveva essere un’unione tra imprenditore cinico e sentimentale mentre Tacopina è rimasto alla finestra e la proposta di venerdì non è insufficiente o scadente o toglie dignità alla SIGI ma è impossibile!
Allora metti 3 mln subito, entra in Calcio Catania, non in SIGI, e prendi il 51% della società, diventi presidente e salvi la società. Rischiamo insieme, l’imprenditore rischia. Non possiamo risolvere tutto noi e poi Tacopina entra. Non chiudiamo le porte a nessuno ma se ha forze economiche non dovrebbe avere problemi a fare una proposta domani e salvare il Catania. Non c’è più tempo per porre condizioni, Noi abbiamo interlocuzioni esterne anche se il tempo è pochissimo. Oggi dopo sette mesi di stallo e perplessità legittime anche interne, e oggi bisogna ringraziare chi le ha avute, abbiamo pensato a un investimento senza cuore. Vi farei sentire un vocale dei maggiori manager italiani e ha risposto che nessuno la prenderebbe se non dopo il fallimento.
Il Catania deve recuperare tutti gli investitori. Forse abbiamo avuto un eccesso di ottimismo ma non potevamo sperare che i creditori istituzionali potessero darci una risposta definitiva anziché interlocutoria. Abbiamo ragionato da professionisti ma anche da tifosi e se fossimo stati pessimisti non avremmo mai stipulato il preliminare con Tacopina. Con i privati abbiamo ridotto del 50% le richieste ma gli scogli maggiori sono state le fideiussioni. Il debito del Catania è di 26mln col Credito Sportivo e 16 mln per quanto riguarda il resto.
Oggi noi dobbiamo programmare il futuro sulle incertezze. Aspettiamo nell’immediato una risposta chiara, o dentro o fuori, o programmeremo senza di lui (Tacopina, ndr). Qualcuno sui social sosteneva che dovremmo allestire una squadra da 90 punti ma noi siamo arrivati 7 mesi fa non 7 anni fa, non possono imputare a noi la colpa. Tacopina ha 40mln di euro da mettere in 4 anni ne basterebbero 3 subito e potremmo parlare di Serie B. Intanto dobbiamo salvare ciò che abbiamo. Ben 4 mln di euro serviranno da qui a giugno e dobbiamo ottenerli.
L’obbligo era ripianare i debiti ed è stato fatto quindi Tacopina poteva entrare ad aprile, non a febbraio per ragioni burocratiche, ma ora sarebbe possibile. Oggi l’unico modo per salvare il Catania è entrare in Calcio Catania, non in SIGI! Siamo disposti a perdere tutti i 6 mln investiti. Non ce l’ho con Tacopina ma col modus operandi. Non vuole un solo euro SIGI. Chiedo scusa ad alcuni soci per essermi intestardito con Tacopina ma c’ho creduto, forse perché ho visto da tifoso, non lo so. Ma dalla finestra no, bisogna scendere in campo. I leoni da tastiera che scrivono “fuori dai c…..i” non vanno bene. Il diritto di critica deve esserci sempre ma occorre rispetto e conoscenza dei fatti. Se l’Agenzia delle Entrate pretende 1 mln di euro in più non tocca la sfera dell’acquirente, ne corrisponde SIGI.
Servono solo i fatti, un’immissione di denaro immediata di Tacopina se ha interesse a salvare il Calcio Catania. Entro il 15 maggio dobbiamo avere una risposta. Avrebbe potuto mettere un’ulteriore somma per esercitare un diritto di prelazione sull’acquisto ma ha messo solo gli 800.000 dollari che è stato un segnale concreto ma sufficiente solo per pagare alcuni creditori.
SIGI e Calcio Catania non sono entità a se stanti. Siamo disponibili ad andare avanti anche da soli. Entro un mese sapremo cosa fare. Le lungaggini burocratiche hanno danneggiato tutti. I soci di SIGI hanno dato disponibilità fino a stamattina i professionisti non ci hanno detto quanto occorra ma se domattina dovessimo mettere 3 mln li metterebbe subito ma 7-8 avremmo delle difficoltà. Chi vuole salvare il Calcio Catania lo faccia subito. Ieri Tacopina avrebbe dovuto ringraziare tutti non solo me, Nicolosi e Arturo Magni ma anche Belfiore che ha messo 6.000€ o Salice che ne ha messi 400.000.
Evidenza fondi richiesta a Tacopina? Ci ha inviato un estratto di una banca dove c’erano fondi importanti anche se non si fa così un’evidenza fondi, con un conto bancario.
Pellegrino è intervenuto: “SIGI sono quattro scappati di casa, incompetenti, inesperti, quello che vendeva la carne ecc. Ok, siamo anche questo! Ed è stata eroica, anzi di più”.
Continua Ferraù: “Non apprezzo il populismo. Noi non abbiamo l’obbligo di cacciare fuori 10mln altrimenti possiamo scappare da Catania. Non chiediamo una manna dal cielo! Hanno persino minacciato mio figlio ieri! Con Tacopina abbiamo avuto i primi contatti ad agosto e il Piano B non lo abbiamo potuto attuare perché ci ha chiesto una trattativa esclusiva poi per fattori esterni e non dipendenti dai contraenti. Siamo ancora disposti a cedere a Tacopina ma ci stiamo muovendo per un Piano B immediato”.