Calore, passione, ospitalità; tre parole per descrivere un meridionale, caratteristiche fortemente legate al clima quasi sempre “caliente“, alla voglia di emergere sia in ambito sportivo sia in quello culturale. Se nella massima serie non si è tanto fortunati con la retrocessione di Benevento e Crotone ai quali auguriamo una pronta risalita, in cadetteria c’è ancora una squadra che porta la bandiera del sud: il Lecce, che nonostante abbia perso il primo incontro per 1-0 contro il Venezia, spera di arrivare in finale dei playoff, per cercare di ritornare nuovamente nel calcio che conta. Dall’altro lato del tabellone troviamo il Cittadella che infligge un sonoro 3-0 al più blasonato Monza di Balotelli e compagni.
In serie C, troviamo parecchie squadre meridionali che possono ambire al tanto sogno serie B, una su tutte il Bari dell’ex rossazzurro Antenucci, l’Avellino dell’ex Maniero, la Juve Stabia del figlio d’arte Mastalli o i rivali di sempre o meglio i cugini del Palermo. Nelle serie minori in evidenza una bella località situata sullo stretto: Messina, che manca da qualche anno dal calcio professionistico frutto anche dalla diatriba tra due società che rappresentano la stessa città con nomi diversi ma che si contendono la promozione diretta; da una parte l’Fc Messina dell’ex rossazzurro sempre amato dalle parti catanesi Ciccio Lodi e dall’altro l’Acr Messina del catanese Arcidiacono, più distaccato l’Acireale dell’ex Mattia Rossetti e del mai rimpianto Demiro Pozzebon. Insomma una Sicilia che vuole tornare a far parlare di sé come negli anni d’oro (esattamente nel lontano 2007) dove le compagini siciliane (Catania, Palermo e Messina) facevano divertire e sognare i propri tifosi nella massima categoria.
(Foto: il punto sul mistero)