Albanese: “Riconoscenza alla Sigi, ma ha commesso molti errori”
Per la rubrica Tifosi Mood, è intervenuto Ruggero Albanese. Un nome ed un cognome importante nella storia del Catania: il nostro ospite, infatti, oltre ad essere un grande sostenitore dei colori rossazzurri è anche il nipote del suo omonimo Ruggero Albanese, amante dello sport e uno dei padri fondatori del Calcio Catania.
Ruggero, a nome mio e di tutta la redazione di Catania Mood ti ringrazio per l’invito accettato. Come stai? Come procede la tua vita in epoca di pandemia?
“Mah, sto bene. La pandemia ha allontanato i rapporti umani e i rapporti affettivi con le persone che non convivono con te. Manca molto andare allo stadio, un’abitudine che c’è da sempre nella famiglia Albanese”.
Sei legato al Calcio Catania da una figura importante, ovvero quella di tuo nonno, pioniere dello sport italiano e tra i padri fondatori del Catania. Ti va di ricordarci la sua figura?
“Mio nonno era uno sportivo a tutto tondo, nel senso che che lui praticava ogni tipo di sport: ciclismo, corsa campestre ecc. Fu anche presidente della Federazione di Atletica Pesante. Nel frattempo, c’era questo nuovo gioco che era il calcio. Lui decise di portarlo anche a Catania. Andò a Malta, comprò tutte le attrezzature sportive e fondò questa squadra che aveva i colori rossazzurri e lo stemma dell’elefante”
Quali sono i ricordi più belli che custodisci gelosamente della tua fede rossazzurra?
“I ricordi più belli sono legati a tutte le mie volte allo stadio, dove andai per la prima volta all’età di 3 anni insieme a mio zio e mio nonno e anche con mio fratello. Ricordo anche numerose trasferte. Per noi scegliere il Catania è stato quasi un obbligo, perché nella mia famiglia questa squadra era ed è fondamentale. Anche nelle situazioni maggiormente proibitive, un componente della nostra famiglia era sempre presente allo stadio”.
Veniamo al presente. Che pensiero ti sei fatto di questa vicenda Sigi-Tacopina? Secondo te, ad oggi, qual è il futuro più probabile per la società etnea?
“Io credo che la Sigi ha commesso molti errori, però ha tutta la riconoscenza di Catania, perché io non so se avrei salvato una squadra con tutti quei debiti. Non lo so perché, quelle che non lo hanno fatto tipo Fiorentina, Parma, Spal sono andate in Serie A molto prima di noi. Dal punto di vista sentimentale, la Sigi è stata ammirevole. Tacopina fa il suo perché è un imprenditore. Può essere paragonato ad un Zamparini, oppure un Gaucci, che ci lasciò senza giocatori. Diciamo che nel medio-lungo termine, un presidente non catanese è sempre un rischio”.
Infine, ti chiedo anche un parere tecnico. Come giudichi la stagione del Catania?
“Beh, il Catania ha fatto la stagione che doveva fare. Non aveva grosse ambizioni, se non quella di esistere. Credo che abbia fatto un campionato a di sopra delle aspettative. Discordo diverso, invece, per i playoff, dove la squadra poteva certamente fare di più di quello che ha fatto”.