Le parole di Giovanni Finocchiaro, ieri su “La Sicilia”, lasciano l’amaro in bocca ma invitano, ancora una volta, a riflettere:
“La SIGI è rimasta spiazzata, non aveva un vero e proprio piano B. Intanto il tempo scorreva, Tacopina si è innamorato della Spal, in sede a Torre del Grifo è arrivata la richiesta di un sequestro conservativo da parte della Catania Servizi. Ecco perché il Village non ha riaperto a giugno a grest e campus, a Spa e palestre”.
L’immobilismo di Torre del Grifo è imputabile a ciò che il tribunale di Catania pronuncerà il prossimo 5 luglio quando verrà discussa la richiesta di sequestro conservativo da parte di Catania Servizi srl ai danni del Calcio Catania.
Oltre al centro sportivo tra i più all’avanguardia d’Italia, chiuso come se il Covid continuasse a mietere vittime solo lungo quel perimetro dorato in cui sorge la splendida struttura, croce e delizia per il club, l’altra beffa è rappresentata dal nuovo amore di Joe Tacopina, la SPAL, quello che potremmo definire “l’altro closing”, quello divenuto possibile, forse l’unico realmente praticabile a meno di colpi di scena a cui, ormai, non crede più nessuno.
La situazione di stallo preoccupa, i potenziali investitori maltesi, inglesi e locali hanno ricevuto un ultimatum: entro la fine di questa settimana occorre rispondere alla città: “Sì, ci saremo!” oppure “No, nonostante l’impegno profuso, non ce l’abbiamo fatta!”. Per cortesia, dateci una risposta. Qualunque essa sia è sempre meglio conoscere il proprio destino.
(foto: calciocatania.it)