Ai microfoni di Catania Mood è intervenuta l’amica e collega Angela Sciuto ( ). Una bella intervista con un’ottima giornalista, ma soprattutto con una grande tifosa dei colori rossazzurri. Diversi i temi affrontati, ma quasi tutti prettamente legati alla difficile situazione societaria del club di via Magenta.
Angela, innanzitutto grazie per aver accettato l’invito di Catania Mood. Come stai?
“Grazie alla redazione di Catania Mood per l’invito. Sto bene grazie, voi?”
Veniamo adesso al tema principale: il Calcio Catania. Che idea ti sei fatta delle ultime vicende societarie?
“Speravo di dover e poter parlare di momenti di gioia della nostra squadra del cuore. Purtroppo, invece, mi tocca dire che mai come adesso si è vicini ad un triste epilogo. Si è provato in tutti modi a tenere in vita un malato terminale e questo fa onore a tutti quelli che abbiano creduto di poterci riuscire, ma adesso bisogna guardare in faccia la realtà ed essere concreti”.
Da giornalista, ma anche da tifosa rossazzurra, come hai preso ieri il comunicato della Sigi che chiede aiuto alla piazza?
“Ieri ho appreso la notizia con stupore e tristezza. Chi segue, come me, le vicende del Calcio Catania ormai da anni sa e sapeva le condizioni di salute in cui versa la società ma si è sperati fino all’ultimo di poter fare qualcosa per evitare tutto questo. Ho creduto fermamente nell’impegno, economico, psicofisico ed emotivo, dell’attuale proprietà e nella promessa d’iscrizione fatta alla città. Ma chiedere l’ennesimo atto di amore ai tifosi credo non sia giusto. Non deve, e non può, essere una somma di denaro il metro di giudizio di attaccamento, amore e passione verso questi i colori. Veniamo da un momento di crisi mondiale a causa della pandemia e molta gente si trova davvero in difficoltà, di questo andava tenuto conto. Detto questo, sono sicura che la piazza, anche se stanca e provata, risponderà. Non so se riusciremo a raggiungere l’obiettivo ma al momento l’unica domanda è una: e dopo? Se dovessimo riuscire ad iscriverci, cosa che ci auguriamo tutti, chi garantirà la gestione del mercato, la programmazione della stagione e il risanamento dei debiti? L’anno scorso abbiamo già assistito ad un miracolo, ma i miracoli non possono verificarsi ogni anno”.
In queste settimane sono tante le voci che riguardano idee discordanti sull’eventualità di continuare a seguire, o meno, un nuovo Catania? La tua idea qual è?
“Pensare che il Catania 1946 possa non esistere più fa male, molto male. Cancellare 75 anni di storia sarebbe come perdere l’identità di ogni tifoso che ha amato e difeso questa matricola in ogni momento, e negli ultimi anni di bocconi amari ne abbiamo ingoiati davvero tanti. Ma qualora dovessimo rifondare tutto, un nuovo Catania sarà comunque la squadra della nostra città. Non sarà più la nostra, ma potremmo farla diventare tale. Ecco, ai tifosi vorrei fare capire questo. Ci vorrà certamente tempo ma, eventualmente, sono sicura che sapremo lo stesso farla nostra. Io personalmente, ci sarò sempre per questi colori e per questa terra figlia dell’Etna, e come me penso tanti altri catanesi. Spero, però, che queste parole non trovino casa perché vorrà dire che il Calcio Catania 1946 continuerà a vivere e scrivere ancora tante altre pagine di storia”.
Infine, ringraziandoti ancora una volta per la cortesia dimostrata, ti chiedo qual è la tua sensazione se, miracolosamente, il Catania riuscisse ad iscriversi? Che campionato aspetterebbe ai tifosi?
“Come dicevo prima non possiamo credere di assistere ogni anno a salvataggi miracolosi, seppur sia quello che auguro. Se però così dovesse essere, ma questa volta razionalmente ne dubito, secondo me sarà un’altra stagione difficile e in balia di problemi che inevitabilmente continueranno ad esserci. I tifosi rossazzurri sono abituati a soffrire, non ci spaventa continuare a farlo, ma credo sia giunto il momento di fare chiarezza, di dare risposte concrete, garanzie e la possibilità di tornare a vincere, sorridere, festeggiare, emozionasi e tornare in alto dove la piazza merita. Forse, semplicemente, di rinascere. Dalle nostre ceneri”.