La conferenza stampa odierna indetta da SIGI, come di consueto, ha portato con sé uno strascico considerevole di perplessità, polemiche e dubbi amletici. Il presidente, l’avvocato Giovanni Ferraù, ha ammesso che alcuni investitori si sono tirati indietro dopo aver manifestato un interesse che sembrava concreto, e che nonostante le palesi difficoltà il rischio di fallimento del club sia minimo, ad oggi.
Le perplessità dei giornalisti presenti in sala e dei tifosi che hanno assistito alla diretta Facebook sulla pagina del Calcio Catania ufficiale, sorgono spontanee: se il club riuscisse nell’impresa di iscrivere la squadra al prossimo campionato di Serie C, i famigerati nuovi investitori si accalcherebbero davvero dietro l’ingresso principale di Via Magenta? L’ordinaria amministrazione promessa da SIGI risulterà sufficiente a mantenere in vita società e matricola qualora nessun “mister 15 milioni” bussasse alla porta di Torre del Grifo?
Chiaramente si tratta di una provocazione. Il presidente Ferraù spera in cuor suo di iscrivere la squadra e attrarre investimenti non certo del singolo imprenditore ma di più imprenditori capaci di rilanciare la società con un’immissione di capitali che si aggiri sui 15 milioni di euro, cifra ritenuta sufficiente per puntare a un campionato di elevata caratura.
Purtroppo, fino al 28 giugno, resteremo ancorati al campo delle congetture. E, in caso di iscrizione, anche dopo. Senza dimenticare i passaggi del Tribunale (il 5 luglio si pronuncerà sul sequestro conservativo di 3,3 mln di euro), e dell’Agenzia delle Entrate di Palermo per la ristrutturazione del debito con l’erario, e dei creditori privati.
“SIGI aveva già programmato un’immissione di denaro importante al momento del suo ingresso, alla quale si sarebbero aggiunte altre immissioni che avevano manifestato la voglia di esserci ma purtroppo così non è stato: tra la trattativa e la chiusura della stessa c’è sempre un mare.
Ma oggi non voglio parlare di questo, è il momento dell’unità, ecco a cosa punta la nostra iniziativa: ogni altra considerazione rimandiamola al 28 giugno, dopo la data ultima per consegnare l’iscrizione al campionato di Serie C. La nostra idea continua a essere quella iniziale: abbiamo salvato il Catania per poi trasferirlo a un investitore importante, nessuno ha mai parlato di Serie A o Champions, e ricordo che nessuno, tranne noi della SIGI, si è presentato al Tribunale la scorsa estate.
Volevamo solo salvare la matricola, mai abbiamo detto che avevamo i 15 milioni di euro che forse servono. A ogni modo, oggi non si tratta di raccogliere certe cifre, ma di avere l’entusiasmo per salvare il Catania: se da fuori vedono entusiasmo, possibili acquirenti non aspettano il cadavere come invece fanno quando leggono “fallimento”, una parola che non corrisponde al vero. Gli investitori adesso stiano tranquilli, in caso di mancata iscrizione renderemo i soldi, i garanti siamo noi della SIGI. Fallimento? C’è un rischio minimo che non voglio ancorare a percentuali, noi dobbiamo solo scongiurarlo”.