Ai microfoni di Catania Mood risponde Luca Allegra. Nel 2010, ha lasciato il mondo del giornalismo con alle spalle numerose esperienze, sia televisive che radiofoniche. Ha lavorato su Antenna Sicilia dal 2008 al 2009. Precedentemente, invece, ha fatto parte dello staff di REI TV. In radio, ha lavorato, per ben sei anni, su Radio Catania. Con Luca si è disquisito della difficilissima situazione societaria del Calcio Catania, di cui è anche un gran tifoso.
Luca, innanzitutto grazie per aver accettato il nostro invito. Come stai?
“Sto bene. Naturalmente, ringrazio la vostra redazione per questo invito”.
Sicuramente stai seguendo le ultime vicende relative al Calcio Catania. Che idea ti sei fatto di questa raccolta fondi?
“È semplicemente una scialuppa di salvataggio, il tentativo di aggrapparsi a un rottame in un mare in tempesta. Quindi, io credo che la sola idea che qualcuno all’interno della Sigi abbia partorito di richiedere ad una comunità economicamente sofferente come la nostra un obolo, “un’elemosina” per poter iscrivere la squadra al campionato, beh, la sola idea è balzana. Chiunque si assume l’onere di gestire una società, deve avere contezza del fatto che esistono dei doveri, e non si può, in alcuna maniera, ribaltare sulla piazza questa necessità”.
Il botta e risposta tra Sigi e Tacopina continua ancora: secondo te, è davvero finita con l’avvocato italo-americano o, invece, potrebbe esserci ancora qualche sorpresa, magari anche con un nuovo Catania?
“Io credevo e credo che Tacopina potesse essere una buona soluzione. Tacopina è un avvocato d’affari, non è un imprenditore. Lui convoglia risorse. Avrebbe potuto sicuramente sprovincializzare la proprietà e rendere il fenomeno calcio a Catania un po’ più in linea con i tempi, perché noi come comunità tutta siamo rimasti piuttosto indietro rispetto al fenomeno calcio nella sua complessità. Mi piacerebbe che Tacopina potesse subentrare anche con un nuovo eventuale titolo, anche se credo che l’essersi speso in tutti questi mesi in maniera così significativa sulla matricola 11700 rischia di escluderlo da un subentro”.
Oltre che ad aver avuto esperienze giornalistiche, Luca Allegra è un grande sostenitore di questi colori: da tifoso, quale sarebbe per te la soluzione meno dolorosa e anche meno tortuosa?
“La soluzione meno dolorosa, anche se dolorosa lo è, è una nuova società con zero debiti, perché i circa 60 milioni di debiti che il Catania ha maturato in questi anni non sono recuperabili. Quindi, così come in ogni altro ambito, l’unica soluzione praticabile per garantire un futuro ed una progettualità pluriennale, che possa consentire al Catania di approdare in B quanto prima e possibilmente anche in Serie A in non troppo tempo è quella di azzerare tutto, passando per le forche caudine della Serie D, che non sono un bel passaggio, ma purtroppo non c’è una soluzione alternativa”.
Infine, ringraziandoti ancora una volta, ti chiedo come, secondo te, dovranno e potranno reagire i calciatori del Catania in tutto questo marasma?
“Beh, parlare di calciatori mi sembra un po’ coraggioso. I calciatori leggono i giornali così come li leggiamo tutti, si informano come ci informiamo tutti, non hanno problemi laddove sono correttamente remunerati, naturalmente ne hanno quando si parla, invece, di potenziali rischi di default. I calciatori sono dei lavoratori, e in Serie C non sono neanche dei lavoratori così ricchi come si vuol far credere. Per cui, di calciatori per adesso non se ne può parlare, perché tutto quello che riguarda il campo è subordinato ad una risoluzione societaria che alle viste non c’è”.