Nessuna emozione, nessuna trepidazione per la stagione che sta per cominciare. È come se Catania sia in stand-by dal punto di vista calcistico (e non solo), un torpore che dura da oltre 6 anni e che nessuno sa quando terminerà. La sensazione è che il campionato che verrà sarà una fotocopia del precedente, non c’è nessuna speranza di poter lottare per il vertice, forse solo di rivestire il ruolo di “outsider” per la vittoria finale (e magari ai play-off).
Il cuore etneo non batte più come una volta, è come in attesa che qualcosa di bello potrà avvenire, è pronto ad esplodere ma gli anni passano e le generazioni si stanno avvicendando. Un bambino catanese, anche siciliano, comincia a dare i primi calci ad un pallone a 6-7 anni e le possibilità che possa indossare una maglia a strisce rosse ed azzurre sono sempre più lontane. Magari, vestiranno una maglia bianconera, rossonera o nerazzurra o ancora azzurra o giallorossa, affascinati dalle luci della serie maggiore. Udire solo la parola “debito” e “sacrificio” sta allontanando anche molti “vecchi cuori” che nella vita, magari, queste parole le conoscono fin troppo bene e che vogliono dimenticarle almeno la domenica quando si reca allo stadio per godersi quello che deve rimanere mero intrattenimento.
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