Prosegue l’avvocato Giovanni Ferraù, presidente di SIGI, rispondendo alle domande dei giornalisti presenti a Torre del Grifo:
“Abbiamo bisogno di passione, non di business. Dobbiamo fare la nostra bella figura e dipende da tutta Catania, nel dire “ci sono anch’io” come è già stato. Siamo convinti che la pandemia possa essere superata a breve e con l’apertura di Torre del Grifo, come centro polisportivo e con il rientro allo stadio, SIGI potrà garantire una stagione come quella dell’anno scorso.
Non servivano 12 milioni di euro come qualcuno sosteneva, ma 3 milioni e 900 mila euro. Buona parte della cifra è stata coperta da Sigi, dai maltesi, dalla cessione di Gomez, dai tifosi del Catania e dagli sponsor che ringraziamo per l’aiuto. Obiettivo della Sigi è cercare un investitore da 10 mln di euro qualora non dovessimo trovarlo, garantiamo che porteremo a termine la stagione. Unità e rilancio: sono queste le parole chiave per la nuova stagione. Chi critica è legittimato a farlo ma per rilanciare il club abbiamo bisogno di unità.
Non ripeteremo lo stesso errore dell’anno scorso (Tacopina, ndr), ci siamo dati una deadline molto stretta: il primo investitore che si presenterà con interesse concreto sarà il benvenuto.
Non si può perdere più tempo. Le interlocuzioni con Tacopina ci sono serviti. Se i maltesi ci chiedono 30 giorni di tempo è a causa della situazione debitoria, dieci sono già passati. Abbiamo voluto dare la sensazione che è certezza: io penso che Baldini sia un’ottima riconferma e che la squadra si stia mettendo bene così l’investitore avrebbe da subito la possibilità di lottare per portarla in Serie B. Il tempo detterà una linea per poter chiudere il più presto possibile.
Russo Morosoli? Non ci è pervenuta nessuna offerta per il 51%. Lo abbiamo incontrato ma il giorno dopo ci ha comunicato che non era interessato all’ingresso in società ma saremmo felici se ci ripensasse e saremmo molto più felice se fossero imprenditori catanesi. La valuteremmo stamattina stessa e verrebbe accettata.
Con i creditori stiamo riprendendo le trattative per definire questa benedetta transazione fiscale. Per un accordo con il fisco occorre una finanza esterna. Fino ad aprile abbiamo discusso in ottica ingresso di Tacopina. L’Agenzia delle Entrate ha avuto divergenze tra Catania e Palermo come sapete. Ci hanno chiesto di riaprire il dialogo e dobbiamo fare passi avanti anche noi e siamo felici di riprendere il dialogo invece col Comune di Mascalucia la situazione è cristallizzata, occorre solo sottoscrivere (dilazione ventennale).
Fabio Pagliara? Purtroppo è stato stoppato per le note questioni legate all’investitore americano. Avevamo questa interlocuzione da ottobre ma era incompatibile con un crowdfunding fatto bene. Chi acquista non vuole azionisti di minoranza.
Grazie ai tifosi, a SIGI e agli sponsor per l’iscrizione. E grazie anche ai maltesi che si sono fidati di noi e con una scrittura privata fatta il 24 giugno hanno mostrato di credere nella storia del Calcio Catania. Altri sponsor? Dipenderà molto dall’apertura degli stadi. I lavori al “Massimino”? La Giunta comunale dovrebbe dare il via dopodomani.
La comunicazione sui social della società? Abbiamo lavorato in piena emergenza. Angelo Scaltriti ha fatto un lavoro grandioso ma anche i maker, di chi si occupa dei social. Dobbiamo puntare moltissimo sui social, ne parlavamo con l’amministratore unico (Le Mura, ndr), c’è il progetto di Catania Channel. Oltre alle due iscrizioni dobbiamo fare altri fatti, come con i maltesi o con lo studio Grimaldi.
I debiti contratti da SIGI sono di circa 26.000 euro, quelli del Calcio Catania, da quando ci siamo noi, intorno a 100mila. Udienza del 10 agosto per la questione Catania Servizi? Richiesta legittima che proviene dalla curatela fallimentare. Riguarda tutto ciò che è stato fatto ante luglio 2020, prima che si insediasse SIGI. Il Calcio Catania non c’entra nulla, sarà l’autorità giudiziaria a stabilire se ci saranno altri responsabili. Il Catania ritengo sia parte lesa in questa storia. Non vi nascondo che la questione è molto complessa e non mi sono cimentato personalmente.
Il CdA? Da qui a trenta giorni renderemo SIGI molto snella con l’amministratore unico. Purtroppo, dipende anche dai nuovi investitori catanesi o maltesi. Certo, si può sempre cambiare in corso d’opera ma la logica impone un’attesa di almeno venti giorni. Anche da un punto di vista di organigramma avremo più chiarezza.
Accordo con Nike? E’ uno sponsor tecnico di caratura internazionale e lo porteranno i ragazzi sulla maglia. Tacopina ci ha detto sempre che Nike in America è qualcosa e che il vecchio sponsor è nulla. Per noi è un valore aggiunto, l’idea è nata perché potevamo continuare con Givova ma il loro comportamento è stato un po’ ambiguo per cui francamente se manca la fiducia, se si mutano le carte in tavola, viene meno la necessità di proseguire insieme.
Ricordo a tutti quello che è successo nel luglio 2020. Nacque il comitato tra 4,5,6 pazzi, io non ero tra questi. Hanno iniziato a predisporre e comunicare dei numeri, poi c’è stata una frattura netta col passato. I coordinatori dell’iniziativa hanno subito dei problemi giudiziari, alcuni si sono defilati, altri sono stati costretti a farlo. Il 12-13 luglio SIGI ha rotto col passato. Quello che è successo prima lo lascerei alla fantasia di chi ci ha preceduto”.