L’Università di Catania è stata inserita nel novero degli atenei più prestigiosi, nella fascia medio-alta, al pari della Ca’ Foscari di Venezia, de “La Sapienza” di Roma, della “Bocconi” di Milano e del “Politecnico” di Torino.
Direte voi: che c’azzecca con il Calcio Catania? Beh, secondo noi moltissimo. Il catanese medio (ecco, non medio-alto..), è abituato a denigrare la propria città e tutto ciò che ne costituisce parte integrante anche quando una Commissione di esperti dell’Anvur ne decreta l’assoluto valore ma Catania “è na città di Serie A”, è lì che deve stare perché è lì il suo posto.
Non siamo certo ciechi. L’inciviltà regna sovrana: l’immondizia, la sosta selvaggia, l’incuria, decenni di amministrazione comunale che hanno condotto al dissesto economico, Catania annaspa, tra Coronavirus e questioni annose mai irrisolte, anche nel calcio.
Il sindaco Pogliese, attentissimo alle sorti del Calcio Catania, si è impegnato in prima persona contribuendo al raggiungimento de “l’obiettivo minimo”: l’iscrizione. Inoltre, ha partecipato attivamente alle interlocuzioni con l’imprenditoria locali cercando di trovare accordi di partenariato che potessero giovare alle casse del sodalizio etneo.
Insomma, lo zelo mostrato dal primo cittadino per le sorti rossazzurre è davanti agli occhi di tutti. Il fatto acclarato che per la città di Catania urga invertire la rotta socio-economica, occupazionale, producendo un innalzamento della qualità della vita, è un discorso che non ci compete, perlomeno in questa sede.
Se Maurizio Pellegrino, “responsabile senza portafoglio”, si sta destreggiando come e meglio che può, e se la società, producendo uno sforzo immane rispetto alle proprie possibilità economiche, è riuscita a centrare l’iscrizione e riaccendere i motori del Centro Sportivo di Torre del Grifo, il tifoso del Catania non può accontentarsi. Non si tratta di minuzie, gli obiettivi raggiunti da SIGI sono storici ma la storia necessita continui aggiornamenti, specialmente nel calcio.
Se fosse un diagramma, la linea del Catania prima del 23 luglio 2020 era con il vertice verso il basso, a picco, ai minimi storici, poi dopo l’impennata firmata SIGI, c’è stato un appiattimento che perdura ormai da un anno a questa parte. E’ tempo di trovare investitori o acquirenti, nonostante le difficoltà oggettive relative ai debiti ingenti contratti dalla vecchia dirigenza. Riattivando Torre del Grifo, con la stagione agonistica riaperta e con gli stadi, si spera, alla massima capienza omologata, lo stesso fascino che colpisce giocatori come Ceccarelli e Russini, potrebbe condurci verso nuovi scenari dirigenziali e futuri. E’ questa la speranza.
Francesca Tremoglie