Tutti a parlare dell’addio di Leo Messi al Barcellona dopo 21 anni, dopo essere cresciuto, da adolescente a ragazzo, da ragazzo a uomo, trovando la donna della sua vita che gli ha regalato due bambini catalano-argentini. Cosa c’entra il Catania con Leo Messi? Beh, apparentemente nulla ma, scavando a fondo, ecco che improvvisamente saltano fuori ragionamenti terrificanti.
Tutti a discutere sul prossimo ingaggio della Pulce, prossimo ai 35 milioni di euro annuali senza contare i bonus in caso si vittoria (e sarebbe ora a Parigi), una cifra spaventosa, l’intero monte ingaggi di club di Serie A di media classifica (vedi Sassuolo. Udinese e Sampdoria per esempio).
Il Catania, invece, “vanta” un debito complessivo di circa 55 milioni di euro, milita in Lega Pro e nemmeno l’intero ingaggio annuale di Messi risulterebbe sufficiente a colmarlo. Qualcuno dimentica, troppo spesso, che il club versa in difficoltà spaventose da oltre un anno, sin da quando la SIGI ha deciso, con coraggio e incoscienza, di insediarsi in Via Magenta improntando un piano di marketing innovativo, imperniato sull’azionariato popolare, poi immediatamente naufragato simultaneamente al suo promotore principe, Fabio Pagliara.
A noi interessano le lacrime dei tifosi rossazzurri, con tutto il rispetto per l’immenso Leo Messi. Il Catania sta arrancando, sta lottando con le unghie e con i denti per eludere il fallimento sportivo e, sinora, è riuscito nel miracolo. Ma se nemmeno l’ingaggio di Messi basterebbe a ripianarne i debiti, occorre anche recuperare un po’ di sana razionalità che, nel corso di questi mesi a cavallo tra USA e usura, ci hanno logorato, fino a smarrire il senno.
I punti interrogativi, di quelli che scriviamo in serie sui messaggini di WhatsApp senza un’apparente ragione quando pretendiamo una risposta esaustiva e immediata dal nostro interlocutore, superano di gran lunga le certezze a causa di un debito di oltre 50 milioni e, svariati surplus enfatici:
-il Tribunale che domani si pronuncerà sul sequestro conservativo di 3 mln di euro richiesto dalla Catania Servizi Srl;
– le difficoltà oggettive del “Mago Pellegrino” (altro che Giosa) nel fare mercato;
-l’Agenzia delle Entrate che attende;
-il Comune di Mascalucia che osserva;
-i creditori privati (circa 4 mln di euro di debito complessivo) che battono nervosamente l’indice sul tavolo;
-le prossime scadenze fiscali (Iperf, Inps);
-il pagamento dei corrispettivi di giugno ai tesserati.
E non basterebbe nemmeno l’ingaggio stellare di Messi, con cui un tempo portavamo avanti almeno 3/4 campagne acquisti in Serie A, a salvarci.
(foto: calcioefinanza.it)