Intelligenti pauca. Ma non è più tempo di silenziare l’audio come facciamo col cellulare in chiesa o come se una dittatura ci imponesse di autocensurarci. Scrivere, parlare, non è reato è un atto democratico sacrosanto, è un diritto di denuncia dello stato dei fatti senza surplus immaginifici e odiosamente disfattisti, senza mai dare sfogo alla nostra fantasia pur di mulinare like.
La sontuosa presentazione degli sponsor, non certo in pompa magna ma per i brand di tutto rispetto che hanno accordato la loro fiducia al sodalizio rossazzurro, ha sfidato le “malelingue”, quella frangia della tifoseria definita “cucca” che secondo i tuttologi, e non solo, remerebbe contro la società influendo persino sulle mancate trattative con investitori pronti a riempirne d’oro le casse languenti.
Gli sponsor, da elogiare uno ad uno, hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo ma, soprattutto, gli euro oltre i debiti, incuranti delle interlocuzioni ancora in corso, soprattutto con un imprenditore locale, quest’ultima corposa, concreta, reale ma non ancora definita a causa di alcuni legittimi dubbi che meritano di essere elusi prima di apporre una firma, mentre il tempo delle scadenze incalza.
E se ci credono loro, che mettono la grana, abbiamo il dovere di crederci anche noi, soprattutto dopo la bella prova d’orgoglio di ieri a Vibo con annessa vittoria e passaggio del turno in Coppa Italia. Il Catania ha avviato la campagna-abbonamenti, ha raggiunto proficui accordi con le partnership, ha condotto un calciomercato ancora non concluso “da Medjugorje” alla luce dei miracoli di mago-Pellegrino che con 0 € in tasca ha acquistato un mazzo di carte, lo ha consegnato nelle mani di mister Baldini e gli ha sussurrato: “Francesco, anche se non vieni da Assisi, compi questo miracolo!”.
Il Catania 2021 è quello che, innanzitutto, mira a diventare Catania 2021/2022. Equivarrebbe a uno scudetto. Ma chi, finora, ha sostenuto a oltranza la società puntando all’iscrizione, alla storia, alla voglia di unicità sicula che contraddistingue la società etnea dal 1946 svettando sull’altalenante andamento storico della cuginanza, deve accettare col medesimo zelo e con analoga passione viscerale qualsiasi risultato che sentenzierà il campo.
Abbiamo pressoché tre possibilità e non c’entrano Pellegrino o Baldini o Guerini o SIGI, almeno non quanto si possa erroneamente credere. Il verdetto incontrovertibile si trova nel rettangolo verde: se i giovani si dimostreranno di valore, parleremo di outsider ai piani alti (premesso che la rosa sia incompleta e debbano arrivare almeno 3/4 elementi di cui due a centrocampo); se i giovani daranno un contributo meno rilevante probabilmente annasperemo nel limbo della mezza classifica o, peggio, nei bassifondi. Ma la bicicletta voluta dalla piazza era questa, senza fibre in carbonio o meccanismi avveniristici in titanio, una vecchia BMX che potrebbe ora sfrecciare, ora schiantarsi: ergo, pedaliamo in silenzio e puntiamo solo allo scudetto 2022: esserci. Dopo tutte le critiche nei confronti di chi denunciava e denuncia una situazione societaria scricchiolante, per usare un eufemismo, vale il detto: “Ora u primu ca parra…!”, da riempire a discrezione dell’utente. Perché ora hanno aperto gli occhi tutti. Eh, facile.
(foto: pianetaserieb.it)