Dopo diversi anni di attesa, finalmente martedì 27 luglio la stazione metro di Cibali è stata aperta al pubblico. Un’apertura di notevole importanza alla quale le più importanti cariche cittadine hanno assistito.
Si tratta dunque della decima fermata che è possibile raggiungere in metro oltre alle già esistenti Nesima, San Nullo, Milo, Borgo, Giuffrida, Italia, Galatea, Giovanni XXIII e Stesicoro.
Una fermata che permetterà non solo ai residenti del quartiere Cibali, ma anche ai tifosi rossazzurri di raggiungere il “tempio”: lo Stadio Angelo Massimino, la nuova fermata infatti, situata in via Bergamo e in via Galermo, potrà facilitare l’ingresso dei tifosi dal lato della Curva Nord.
Anche il primo cittadino, Salvo Pogliese, ha espresso la propria soddisfazione attraverso il proprio profilo Facebook:
Nelle scorse giornate è arrivata la smentita su un possibile arrivo di Stefano Negro alle pendici dell’Etna ma nelle ultime ore si è rifatto nuovamente il suo nome
Si tratta di un difensore centrale che nel campionato 2020/2021 ha vestito la maglia del Perugia (promosso in Serie B).
Il classe 95′ ha giocato con il contagocce visti i problemi fisici che lo hanno colpito prima a livello muscolare e successivamente al menisco ma sarebbe comunque una pedina importante per il reparto arretrato di Baldini.
Il mercato per i rossazzurri comunque non sarà facile viste le problematiche economiche appena emerse, quindi prima di acquistare bisognerà capire realmente quale siano le disponibilità societarie.
Foto (tuttocalciatori.net)
La società ha reso nota la quarta positività al Covid-19 attraverso un comunicato ufficiale:
Tanta confusione ed incertezza: la stagione del Catania parte in netta salita
Agosto dovrebbe essere il mese della preparazione all’oramai imminente inizio di campionato. Si dovrebbe parlare di amichevoli, delle prime marcature, di chi fa meglio e chi peggio, di calciomercato. Tuttavia, questo sembra un grosso optional in casa Catania.
Nonostante il campionato inizi tra poco più di tre settimane, in via Magenta a tenere banco è la difficile situazione economica del club. Seppur nell’ultima conferenza stampa indetta dalla Sigi il presidente Giovanni Ferraù aveva provato a tranquillizzare la piazza parlando addirittura di “obiettivo promozione”, i fatti, specialmente quelli delle ultime ore, vanno letteralmente verso il lato opposto.
Una società che punta alla vittoria di un campionato, infatti, dovrebbe sicuramente affrontare il ritiro estivo in maniera decisamente diversa. Innanzitutto, servirebbe una maggiore comunicazione, informare i tifosi di quello che accade giornalmente all’interno di Torre del Grifo: quante sedute di allenamenti vengono fatte, se si gioca una partitella, informare del risultato, dei marcatori invece, regna il silenzio.
Altro tasto dolente è quello riguardante le amichevoli: il Catania è, con ogni probabilità, l’unica squadra delle sessanta professionistiche a non aver ancora disputato una gara amichevole. Come si misura il potenziale di un organico, tra l’altro ancora molto incompleto, se non si affronta un’amichevole contro un avversario magari di ugual o maggiore caratura?
Ieri sera, per completare l’opera, è giunta la notizia riguardante il mancato pagamento da parte di Sigi ai propri tesserati delle mensilità inerenti il mese di giugno. Sicuramente una situazione imbarazzante, specialmente durante una sessione di mercato che ti vede ancora in alto mare. Con quale criterio, adesso, un calciatore dovrebbe scegliere Catania? Ancor peggio, se si pensa che non più di dieci giorni fa si affermava che non ci sarebbero stati problemi nel completare la stagione? Dieci giorni fa, non mesi fa.
Insomma, la sensazione è che, con tutta la buona volontà possibile, il tempo di Sigi alla guida del Catania sia ormai finito da tempo, e che se non interviene nessuno che immetta liquidità, possa piacere o meno, il destino del club rossazzurro sembra già segnato. Si rischia un nuovo caso Matera o Trapani, con tutte le conseguenze del caso. Certamente un epilogo che scongiuriamo tutti, ma che se si concretizzasse, renderebbe pressoché vano il salvataggio dello scorso 23 luglio 2020.
Fonte Immagine: NewsSicilia
Vincenzo Pisacane, agente di Alessio Curcio, aveva escluso ai nostri microfoni un eventuale ritorno del fantasista attualmente in forza al Foggia, proprio a Catania.
Il calciatore, dopo una stagione di spessore vissuta con la maglia dei satanelli ha molto mercato ma è l’Avellino la squadra più accreditata per l’ingaggio di Curcio: mister Di Somma stravede per lui, gli irpini sono un club solido e bramoso di successi per cui non ci meraviglierebbe se alla fine la spuntassero.
Per Curcio 14 presenze e 7 reti nell’ultima stagione, incluso il gol dello 0-3 al “Massimino” contro il Catania ai playoff (poi terminata 1-3) e la rete dell’1-0 in Foggia-Catania 2-2 nell’ultima giornata della stagione regolare. Curcio gradirebbe la destinazione Avellino.
(fonte foto: tuttocampo.it)
Con toni ieratici, tendenti al taumaturgico, come se quella casacca rossazzurra rappresentasse vestigia sacre in grado di arrestare un’eruzione lavica, magari di estinguere un incendio salvando migliaia di ettari di macchia mediterranea, abitazioni, lavoratori onesti.
Niente di tutto questo. Catania si sveglia cenere, dopo una notte di inferno, e stavolta l’Etna è esente da colpe, ammesso che ne abbia la madre della nostra terra. Dopo la tragedia degli incendi che hanno lambito case e bruciato uno stabilimento balneare diventa davvero complicato parlare di calcio senza minimizzare. Ma è nostro compito, sacrosanto diritto, commentare il comunicato di ieri e sperare che voi facciate lo stesso leggendoci. Il Calcio Catania è una cosa seria.
“Io te l’avevo detto”, “io lo sapevo” oppure le più colorite “iù u sapeva”, “a unni ama ghiri iennu”, e altre espressioni che ci strappano un sorriso solo perché ci riconducono alla nostra cenere ancestrale, quella da cui ci siamo originati, che non segue un incendio né un’eruzione, ma è la nostra polvere di stelle, quella di cui avrebbe bisogno il nostro Catania per risorgere, sono da evitare come la peste.
E’ un momento di grande sofferenza ma sparare alla croce rossazzurra potrebbe rivelarsi controproducente, far rimbalzare i proiettili sull’ambulanza che trasporta le nostre residue speranze e ritorcersi contro di noi. Prendere posizioni matricoliste o anti-matricoliste, ammesso che esistano perché remiamo tutti verso un’unica passione pur non rendendocene conto nei momenti di maggiore trance, è deleterio. Esistono solo il Catania e i tifosi, che dibattono ormai da mesi a volte con cognizione di causa altre brancolando nel buio e non per superficialità, soltanto perché nessuno ci ha mai parlato di “pignoramento” prima di ieri.
Prima di pignorare un bene, che sia esso 1/5 dello stipendio, della pensione oppure un immobile o un conto corrente, c’è un lungo iter procedurale da seguire. Dopo la notifica del decreto ingiuntivo il “cattivo pagatore” ha 40 giorni per rispondere e, se sceglie la via del silenzio, i legali procederanno col recupero crediti. Probabilmente, ma non è una giustificazione, SIGI riteneva di trovare i salvatori per il rotto della cuffia ma così non è stato e le settimane, inesorabilmente, sono giunte in busta chiusa nella cassetta della posta di Via Magenta.
I -2 punti di penalizzazione che verranno inflitti al Catania dagli organi di giustizia sportiva rappresentano un incubo o l’inizio di un incubo peggiore? Convocare una conferenza stampa prima del 10 agosto quando la curatela fallimentare si pronuncerà sul caso Catania Servizi, spiegare al popolo catanese come andrà avanti SIGI, come pagherà i tesserati, l’IRPEF a settembre, le trasferte, e dove troverà i soldi per rattoppare la rosa nel mercato di gennaio sarebbe un passaggio fondamentale, ineludibile, moralmente ineccepibile.
La tifoseria ha voluto credere a quella strampalata ma legittima forma di azionariato popolare, come quando un bambino ci guarda negli occhi dopo aver rotto un vaso giurando di non esserne reo, colpevolizzando il gatto che però si trovava nel giardino o una raffica di vento improvvisa quando la finestra era ben serrata. Sapevamo che non era stato il gatto né il vento, ma lo abbiamo perdonato e al negozio di antiquariato ci siamo andati col nostro portafogli senza sconciare il salvadanaio.
Insomma, il sistema nervoso vacilla, sarà anche il caldo, eppure bastava poco e basterebbe ancora meno per placare gli animi: parlare senza omettere, spiegare senza nascondersi, assumersi responsabilità senza tergiversare. Ormai è inutile nascondersi dietro un dito. Dire le cose come stanno, predicare sincerità, paga anche nel peggiore dei casi. Lasciando che tutto scorra invece incombe il rischio che quel fiume di parole tracimi oltre gli argini della sopportazione.
Prima troppo “parlare”, poi troppo poco. Ora, che nemmeno parlare è bastante per persuadere, occorrono atti notarili firmati e controfirmati e, in assenza di questi, persone che ci mettano la faccia senza vagare erranti tra sorrisi di circostanza e ostentazioni: il futuro è oggi, il passato per quanto recente e glorioso, purtroppo non rappresenta mai il primo mattone per costruire il presente e non è più tempo di crogiolarsi per i successi insperati, dall’acquisto del pacchetto azionario nel luglio 2020 alla salvezza della Matricola 11700. Perché il presente si costruisce guardando al futuro.
(Fonte Immagine: LaSiciliaWeb)
Alessandro Provenzano ha firmato con il Catania solo da qualche giorno ma è già molto carico per la sua nuova avventura alle falde dell’Etna. Il neo giocatore di quella squadra a tinte rosse ed azzurre ha affermato quanto segue ai microfoni dei colleghi de “La Sicilia”:
“Sapevo che il club avesse qualche problema, ma il Direttore Pellegrino ha dato precise garanzie e poi giocare in una società come il Catania è motivo d’orgoglio. Io palermitano? Siamo siciliani, orgogliosi della nostra Isola e in questo momento fra l’altro bisogna restare uniti contribuendo al rilancio del calcio siciliano d’élite, inoltre ho tanti amici qui a Catania. Sono stato accolto benissimo, non è la solita frase di circostanza ma s’intuisce quando c’è unione d’intenti e voglia comune di far bene. Il mister è un vero trascinatore, riuscirà ad ottenere il meglio da tutti noi. Ho 30 anni, età della piena maturazione per un calciatore. Spero di giocare con il Catania il migliore campionato della mia carriera, anche come gratitutine verso chi ha avuto fiducia in me. Proveremo ad ottenere un traguardo importante per far felici i tifosi. Con loro allo stadio sarà tutto più emozionante”.
Foto: TifoCosenza.it
Lavori in corso è la nuova rubrica settimanale che riassume tutti i movimenti di mercato del Catania negli ultimi sette giorni.
Quella appena trascorsa è stata una settimana ricca di colpi di scena, con partenze importanti e innesti che, seppur svincolati, hanno un peso in Serie C. Analizziamo, reparto per reparto, la situazione attuale.
La situazione reparto per reparto
PORTIERI – È il reparto che, a meno di colpi di scena, è già pronto: tre partenze e tre arrivi. Una rivoluzione vera e propria con le partenze di Confente, Martinez e Santurro e gli arrivi di Sala, Stancampiano e il giovane Truppo.
DIFENSORI – Una sola partenza, ma di spessore, ovvero quella di capitan Silvestri. Al suo posto, direttamente dal campionato americano è arrivato il centrale argentino Monteagudo. Se nelle fasce non dovrebbe esserci grosse novità con le conferme di Calapai e Albertini e Pinto e Zanchi, si lavora per la coppia di centrali: nelle ultime ore si sono fatti i nomi di Lorenzini della Turris e Migliorini del Novara.
CENTROCAMPISTI – Dopo la partenza di Welbeck ad inizio mese, si cerca di capire la posizione di Dall’Oglio, che ha avuto richieste anche da Palermo, e di Maldonado. Un ingresso, invece, si è registrato lungo la linea mediana, con l’arrivo di Provenzano dall’Imolese.
ATTACCANTI – Dopo le partenze per fine prestito di Di Piazza e Golfo, sono arrivati due elementi molto validi per la categoria: Ceccarelli dalla Feralpi Salò e Russini dal Cesena. Si cerca ancora una punta da alternare a Sarao, che dovrebbe restare al Catania. Da capire meglio la situazione riguardante Estrella, ritornato a Genova per dei problemi personali (si parla di problemi cardiaci). È chiaro che, se il tutto dovrebbe essere accertato, Pellegrino dovrebbe ripiombare nuovamente sul mercato alla ricerca di una nuova punta da alternare all’ex Monopoli. Da capire, invece, la situazione riguardante Reginaldo con la Juve Stabia che sembra essere sulle sue tracce.
La probabile formazione del Catania 2021/22
CATANIA 4-3-3 – Sala; Calapai, Claiton, Monteagudo, Pinto; Dall’Oglio, Maldonado, Provenzano; Ceccarelli, Sarao, Russotto. ALL. BALDINI.
* in grassetto gli acquisti del Catania.
Fonte Immagine: CremonaSport.it