Prima il 10 agosto, data della prima udienza, poi la sentenza attesa per settembre, posticipata al 18 ottobre e, adesso, al 9 novembre.
Il Tribunale si pronuncerà sul sequestro conservativo fino a 3 milioni di euro richiesto dalla curatela fallimentare della Catania Servizi Srl., ammesso che non si verifichi l’ennesima prorogatio dopo mesi di spasmodica attesa.
Si tratta indubbiamente dell’ennesimo freno ai potenziali investitori che, in una situazione di assoluta incertezza e nello stato confusionale in cui versa la società con dissidenti manifesti e un’approssimazione progettuale snervante, dovrebbero trovare chissà dove le motivazioni per immettere liquidità nelle casse del club etneo, adempiere alle spese vive e, in un secondo momento, intavolare in prima persona trattative con altri imprenditori per traghettare il club fino al 30 giugno e imbastire un piano industriale per le prossime stagioni (il plurale non è casuale, una società non può pensare di mese in mese o di anno in anno: deve implementare un progetto sportivo a lunga gittata!).
Nonostante la clemenza apparente del Tribunale, la situazione attuale del Calcio Catania continua a destare molte perplessità. Il fatto che si giochi domenica, purtroppo rappresenta un’inezia rispetto a quanto accade fuori dal campo.