L’agonia del Calcio Catania non sembra voler trovare fine, sia in un modo che nell’altro.
Otto anni, otto stagioni, otto campionati, incluso quello in corso.
Un tempo interminabile, dove per i tifosi del 46 poter parlare di quella che è poi l’essenza del calcio, ovvero la sfera che rotola sul terreno verde di gioco e si insacca in rete, è diventata pura utopia.
Da quel lontano 2013, con la retrocessione dei rossazzurri dalla Serie A alla Serie B, è stato un continuo fare incetta di brutte figure e brutte notizie, non solo riguardanti il campo, ma soprattutto l’extra-campo.
Alla ignobile vicenda dei “Treni del Gol”, che ha sancito grossomodo l’inizio del declino rossazzurro, c’è stato un susseguirsi di malefatte societarie che hanno condotto il Calcio Catania nell’oblio del calcio italiano e trascinato i tifosi nello sconforto più totale.
Eppure, dopo la scellerata seconda gestione societaria targata Pulvirenti–Lo Monaco, sembrava prospettarsi per lo storico club etneo un pronto rilancio.
Il 23 Luglio 2020, infatti, la neonata SIGI, S.p.A. composta da numerosi imprenditori catanesi, dirimpetto l’ingresso del Tribunale di Catania prometteva, con le parole dell’avvocato Giovanni Ferraù, impegno, professionalità e serietà per traghettare il Calcio Catania verso acque meno tempestose e mani robuste e solide.
Un evento che, ad onor del vero, riempì nuovamente di speranza i cuori della maggior parte dei tifosi rossazzurri, afflitti dagli ultimi anni nefasti.
Lo stato d’animo dei supporter del Catania raggiunse poi l’estasi quando dalla lontanissima New York, l’avvocato statunitense Joe Tacopina si avvicinò alla compagine etnea, con quella celebre ma illusoria firma del preliminare.
Era il 16 Gennaio 2021, una data che sembrava davvero decretare l’inizio di una nuova era per la piazza catanese, meritevole di un nuovo rilancio nella élite del calcio nostrano.
Scherzo del destino, ma da quel sabato pomeriggio di un freddo inverno ai piedi del vulcano, anziché risalire le scale della felicità, per il Catania è cominciata una vera e propria discesa verso gli inferi.
La poco chiara rinuncia degli odierni proprietari del sodalizio etneo all’offerta, definita irricevibile, da parte del broker americano, con tanto di rassicurazione su un pronto “Piano B”, poi mai concretizzatosi nei fatti, le si è ritorta contro come un boomerang impazzito.
Ne sono scaturiti una serie di fatti impietosi, l’uno dietro l’altro, che hanno, uno alla volta, fatto presagire un futuro imminente tutt’altro che sereno.
Prima l’obolo dei tifosi rossazzurri per evitare la mancata iscrizione alla Serie C 2021/22. Poi il legittimo fuggifuggi degli elementi cardine della stagione precedente: da Silvestri a Welbeck, passando per Dall’Oglio a Sarao. Le numerose interlocuzioni, spesso rimaste misteriose: imprenditori locali, nazionali e persino maltesi, ma di concreto il nulla.
Gli stipendi non pagati, tranne la mensilità di luglio, per due volte consecutive e le conseguenti penalità in classifica che, andranno a pregiudicare quanto di buono fatto da squadra e mister, fino ad arrivare all’ultima figura barbina: la messa in mora, LEGITTIMA, dei giocatori, giunta nella mattinata di ieri.
A conti fatti, il tanto decantato “eroico” salvataggio della matricola non è mai avvenuto. Si è protratta l’agonia di un club devastato da milioni di debiti e, spiace dirlo, peggiorata la situazione, dato che l’unico treno di passaggio che poteva cambiare gli scenari, lo si è fatto immotivatamente ed incredibilmente fatto scappare via.
Ad oggi, seppur si vocifera di un gruppo estero sulle orme del Catania, possibilità poco credibile fin quando si tratterà soltanto di parole, le vie d’uscita da questa drammatica situazione sembrano davvero poche se non nulle.
Insomma, Il destino del Calcio Catania è appeso ad un filo, e se tra venti giorni non si pagheranno gli stipendi arretrati, il rischio che possa scattare una via di fuga da parte dei giocatori rossazzurri è più che concreto. Il rischio è quello di vivere settimane turbolente per i tanti tifosi rossazzurri che, come già opportunamente fatto nella sfida interna con l’Avellino dello scorso mercoledì, avranno il compito di stringersi attorno alla squadra e a mister Baldini, nella speranza che possa giungere una ventata di buone notizie, anche se, obiettivamente parlando, la sensazione è che sarà difficilissimo cambiare ormai direzione a quest’onta negativa che rischia di portarsi via con se 75 anni di storia.
Fonte immagine: CataniaToday