La sfida che si giocherà domani pomeriggio alle 15 allo stadio Nuovo Romagnoli contro il Campobasso rappresenta, come abbiamo già detto, uno dei diversi tabù che il Catania ha contro formazioni che hanno visto nella loro storia al massimo la serie cadetta. Il periodo attuale chiaramente non permette di pensare positivo per il futuro, date le note vicissitudini societarie, ma il discorso tabù da sfatare, in particolar modo con formazioni di blasone storico nettamente inferiore al club rossazzurro come Casertana, Teramo e Chieti, fa riflettere e non poco i tifosi più sfegatati e accesi.
Ai tempi d’oro della Serie A l’unico tabù che in otto anni è stato sfatato è stato quello dell’Olimpico laziale, almeno per quanto riguardavano le sfide in massima serie. Gli altri, ovvero quello dell’Olimpico romanista, della Torino granata, di Firenze e della Milano interista, sono purtroppo rimasti lì intatti e tutto questo fa pensare che la Catania calcistica rimanga sempre indietro anche considerando questi minimi particolari che a qualcuno possono anche sfuggire, ma che hanno sicuramente la loro importanza in termini di orgoglio e dignità per il blasone storico del Catania.
Contro i club che purtroppo da sei anni a questa parte il Catania è costretto ad affrontare la cosa dà molta più rabbia in particolar modo perché, come già accennato sopra, non hanno mai visto la Serie A nella storia e quindi il fatto che la squadra rossazzurra non abbia mai vinto in questi campi è una cosa certamente ingloriosa.
Fino a qualche mese fa, oltre a quelli che abbiamo menzionato, ve ne erano altri due, ovvero Viterbo e Vibo Valentia. Il primo è stato soppresso la scorsa stagione grazie al rigore trasformato in due tempi da Manuel Sarao, in quella che era esattamente l’ottava sfida nella storia in Tuscia tra Viterbese e Catania. Il secondo è stato invece tolto nella sfida di Coppa Italia grazie al gol di Reginaldo su calcio di rigore a inizio stagione. Aldilà delle considerazioni che si possono eliminare i tabù ha la sua valenza per l’orgoglio e per la dignità del calcio a tinte rossazzurre.
Fonte immagine: stadionews