Al “Francioni” di Latina il Catania raccoglie la settima sconfitta in campionato. Un passivo (1-0) che, per quanto visto all’interno del rettangolo verde di gioco, è certamente meritato. Eppure, i ragazzi di Baldini approcciano bene la gara sciorinando venti minuti di buon gioco, con la ghiotta occasione capitata sui piedi del capocannoniere Luca Moro. La botta da fuori di Sane, che sblocca il match a favore dei padroni di casa, taglia le gambe ai rossazzurri, che non riescono più a propiziare azioni pericolose fino al triplice fischio finale.
La conferma del 4-2-4, già ammirato contro il Potenza, lascia certamente qualche perplessità. Il centrocampo del Catania, composto dai soli Greco e Rosaia, nei panni di mediani, sembra essere poco robusto per arginare le ripartenze del Latina. Lungo le corsie, invece, sia a destra che a sinistra, arrivano poche spinte da parte dei due esterni bassi Calapai e Ropolo, con il solo Russini che in fase offensiva prova a creare qualche pericolo in area avversaria. Russotto, dopo l’illusoria prestazione col Potenza, ritorna ad essere il solito calciatore discontinuo. Emblematica la ciabattata con cui, da posizione invitante, fallisce clamorosamente la palla dell’uno pari poco prima dell’intervallo.
Baldini rimescola le carte a mezz’ora dalla fine: Maldonado e i rientranti Piccolo e Pinto per cercare di riprendere una gara che sta per scorrere via. La musica, tuttavia, non cambia. I cambi non producono gli effetti sortiti e, a parte un tentativo di Russotto, sono più i padroni di casa a sfiorare la rete del raddoppio. Il Catania non riesce ad evitare la sconfitta – la terza nelle ultime quattro giornate – facendo suonare il campanello d’allarme in vista del derby della prossima giornata con il Palermo.
Fatte tutte le premesse possibili, una lancia va comunque spezzata a favore della squadra. Il nostro titolo “il buongiorno si vede dal mattino” non è casuale. Poche ore prima della partita, infatti, arriva la notizia della mancata convocazione di Ceccarelli. La motivazione data è “problemi personali”. Sarà anche vero, ma dinanzi la difficile questione societaria, e l’ormai prossima scadenza di giorno 16, qualche dubbio viene spontaneo. Anche perché, ritornando all’aspetto tecnico, la sensazione è stata quella di una squadra diversa dalle ultime uscite, una squadra che alla prima difficoltà si è sfilacciata senza saper più reagire. Che sia un caso, una coincidenza?
Ciò che risulta lapalissiano è il bisogno, passando all’aspetto societario, che volente o nolente influisce e non poco, di risposte importanti in questa che è la settimana che conduce alla partita più importante della stagione. Qualora ci fossero crepe all’interno dello spogliatoio, legittime, visto lo stato dell’arte, bisogna ricorrere immediatamente a tapparle, perché il rischio di affrontare il derby col Palermo in una condizione mentale non delle migliori va improrogabilmente eliminato. Non perché la partita possa avere un’importanza in termini di classifica, o perché ci sia un entusiasmo alle stelle solito nella settimana che precede la sfida coi rosanero, ma perché, in una stagione dove i tifosi del Catania sono costretti a subire umiliazioni su umiliazioni, la “gioia” di poter battere i rivali di sempre potrebbe, anche solo per novanta minuti, fare rivivere ai poveri sostenitori rossazzurri l’ebbrezza di poter esultare per una palla che gonfia la rete e di poter rivestire i panni del tifoso.
Fonte immagine: CalcioCatania.it