Quante volte abbiamo attribuito al “fattore psicologico” una sconfitta? E quante altre abbiamo additato l’allenatore di turno per un atteggiamento troppo rinunciatario in campo dovuto “all’approccio psicologico” alla gara? Per non parlare di quei giocatori, lungodegenti, che tornano in campo dopo mesi di infortunio e giocano col freno a mano tirato per timore di recidive.
Altri, poi, senza una apparente motivazione valida, giustificata da guai muscolari, tendinei o quant’altro, spariscono dalla circolazione per diverso tempo e poi tornano in campo ammettendo di aver sofferto di depressione, di stati d’ansia e/o di panico.
Per questo “Catania Mood” ha pensato di introdurre un’interessante analisi psicologica, condotta dallo Psicologo dottor Michele Torrisi, esperto in neuropsicologia e ricercatore sanitario presso IRCCS centro neurolesi “Bonino Pulejo” di Messina, ma catanese DOC e grande tifoso dei colori rossazzurri.
La vittoria nel derby col Palermo potrebbe favorire un senso di appagamento tra i giocatori del Catania o un altro derby, col Messina, basterà a incentivare le motivazioni?
“Nessun appagamento, tutt’altro. La vittoria nel derby funge da grandissimo incentivo psicologico e anzi il fatto che dopo la vittoria nel derby ne arriva un altro, aumenta ancora di più la motivazione incrementando l’intensità di questo incentivo psicologico. Ricordiamoci che la vittoria nel derby ha dato una ventata di ottimismo facendo alzare tantissimo il morale dei giocatori non solo perché si tratta di una vittoria contro un’acerrima rivale ma perché è arrivata giocando bene contro la seconda in classifica. Non c’è solo un aspetto di campanilismo ma anche un aspetto legato alla propria prestazione e quindi con la consapevolezza nei propri mezzi, poiché si è vinto dominando la partita e ciò conferisce una grandissima fiducia anche in vista del Messina”.
Pagamento degli stipendi e delle scadenze federali andato a buon fine ma, il 21 dicembre, è prevista l’udienza sull’istanza pre-fallimentare. I giocatori del Catania come vivranno psicologicamente questi giorni di passione?
“Questi ragazzi hanno dimostrato di essere molto forti psicologicamente e voglio complimentarmi con loro, se mi leggono, perché hanno dimostrato una forza incredibile perché lavorare in queste condizioni, non essendo retribuiti regolarmente, con la società sull’orlo del fallimento e, comunque, riuscendo a mettere in cascina 25 punti sul campo e ottenendo il terzo miglior attacco del campionato, quindi in assoluto tra i più prolifici, a mio parere a questi ragazzi bisogna dire: bravi! Va dato merito anche a mister Baldini, eccome. Per cui questo evento prossimo non intaccherà minimamente la forza psicologica dei ragazzi perché hanno dimostrato di essere più forti persino degli eventi”.
Caso Ceccarelli. Il giocatore è stato messo fuori rosa o, meglio, si è messo fuori rosa da solo dopo il -2 in classifica inflitto ai rossazzurri. Pensa che possa rappresentare uno stimolo in più per Russotto, Russini, Piccolo e Biondi, quest’ultimo non a caso impiegato come esterno d’attacco contro il Palermo? Potrebbe trasformarsi, paradossalmente, in un’arma in più per Baldini?
“Devo dire che onestamente mi dispiace, da tifoso non lo dico certamente da psicologo perché è un giocatore che mi piace molto. Sicuramente motiva ancora di più i giocatori da te citati però secondo me Baldini non è contento perché un allenatore non è mai contento quando perde un giocatore, peraltro per motivazioni a noi oscure, che non sono tecniche. Gli altri giocatori però saranno molto motivati da questo episodio pur non conoscendo i rapporti personali tra Ceccarelli e i compagni: sai a volte nascono delle vere e proprie amicizie nel gruppo squadra tra i giocatori e magari potrebbe esserci qualche altro calciatore che non vive bene la situazione perché ha instaurato un legame che va oltre la condivisione della professione con lui”.