Siamo stanchi perfino di essere stanchi. Non abbiamo fatto nomi e cognomi di sedicenti investitori arabi, normanni o di chissà quale ex dominazione sicula perché, molto semplicemente, non esistono. E non esistono financo verrà indetta una conferenza stampa da SIGi che informa sull’avvenuto passaggio di consegne tra vecchia e nuova società.
Un’utopia. Lo sapete bene cosa succede mercoledì 21 dicembre e, sinceramente, siamo stanchi anche di rammentare ovvietà. Ormai l’appuntamento col tribunale rientra a pieno titolo nel calendario del Calcio Catania, come il derby vinto col Palermo, quello di domenica col Messina e, se tutto va bene (o male?), il match di mercoledì sera col Monopoli (ore 21:00 al “Massimino”).
Una città di innamorati destituiti in maniera ignobile dal grado di tifosi. Non sappiamo più nemmeno svolgere umilmente questo mestiere: sbandierare stendardi, sgolarsi intonando cori e fare la ola non è più sufficiente. Se vuoi essere “tifoso del Catania”, oltre all’abbonamento, al biglietto, al documento di identità e al green pass, sarebbe opportuno tenere sotto l’ascella un codice civile, un manuale di giurisprudenza calcistica e, perché no, i principi fondamentali che regolano l’economia, nella fattispecie il capitolo sulla gestione delle S.p.A.
Si vince il derby, fioriscono campioni. Ma cosa resterà? Non ne possiamo più, vorremmo che tutto finisse e si tornasse a parlare solo di calcio giocato. Ormai la normalità non è più di casa: basti pensare al comunicato diramato dall’A.S.D. Polisportiva Torre del Grifo che si autoincensa per aver contribuito al pagamento degli stipendi. Ah ma perché è un privilegio per i giocatori ricevere lo stipendio? Siamo al paradosso, all’assurdo. Ci manca solo che sovvertano le leggi e il codice etico. Basta, a tutto c’è un limite! Siate umani perlomeno, non dico equi, ma rientriamo entro i ranghi della decenza. Spacciare la normalità per eccezionalità è un’offesa. all’intelligenza altrui.