Pablo Barrientos annuncia il suo ritiro dal calcio

Avete presente la parola magia? Beh, noi catanesi la possiamo facilmente associare ad una maglia numero ventotto indossata da un certo Pablo Cesar Barrientos. 

Classe 85, Barrientos arrivò nel 2009 in punta di piedi alle falde dell’Etna, un acquisto sconosciuto che provocò un forte malumore tra i tifosi rossazzurri soprattutto a causa del suo lungo infortunio con il quale dovette convivere per diverso tempo, tant’è che sarà la stessa società etnea a mandarlo in prestito agli argentini dell’Estudiantes nel 2011. 

Rientrato alla base, Barrientos si dimostra un vero e proprio combattente, mettendo da parte il grave infortunio conquistando sempre più la tifoseria con le sue meravigliose giocate. Il ragazzo ha grande qualità e il gol nella partita contro il Lecce nel 2011 (terminata con il risultato di 0-1 per gli etnei ndr) ne è la prova: un vero e proprio missile da fuori area, semi-esterno mancino che batte Benassi. Da questo momento in poi si assisterà alla consacrazione del numero ventotto di Comodoro Rivadavia, e del tridente argentino composto dallo stesso Barrientos, da un certo Alejandro Gomez e da Gonzalo Bergessio. 

Quel Catania guidato da Vincenzo Montella esprimeva un grande gioco, al punto tale da acquisire l’appellativo di “piccolo Barcelona“, ed è grazie all’aeroplanino di Pomigliano d’Arco che il Pitu guadagnerà il cuore di noi tifosi rossazzurri, entrando di diritto nella storia della nostra amata squadra. 

Oggi “il calcio” (com’era definito da molti) ha annunciato il suo ritiro, comunicandolo sul suo profilo Instagram, e a noi tutti scende una lacrimuccia pensando ai vecchi tempi, al bel gioco e alle sue giocate. 

Non possiamo che omaggiare un grande giocatore che ha incantato migliaia di spettatori e avversari. 

Grazie Pitu

pallone in rete
La Mission di #CataniaMood

Siccome la gatta frettolosa ha partorito i gattini ciechi, non abbiamo nessuna intenzione di bruciare le tappe (anche se scalpitiamo come quei giocatori che rientrano in campo dopo una lungodegenza e vorrebbero mangiarsi erba e avversari).

Dato che il nastro di partenza si avvicina ma ancora non possiamo disgiungerlo con un taglio netto, ci apprestiamo a illustrarvi la nostra “mission” per ingannare il tempo.

Catania è un agglomerato urbano di oltre 700.000 abitanti e, se inseriamo nel computo totale anche l’intera provincia, superiamo ampiamente il milione. Ecco, a proposito: per tutto ciò che si può etichettare come “provinciale”, in una piccola metropoli come quella etnea, non v’è posto.

Infatti il nostro obiettivo editoriale, con umiltà ma estrema convinzione, è contribuire alla crescita del giornalismo locale, rendendolo “glocale” ossia dipanando dalle nostre radici socio-culturali e territoriali un progetto ad ampio respiro che mantenga ma ottimizzi la nostra identità, internazionalizzando il brand “Catania Mood” di pari passo con quello del Calcio Catania.

Convinti che diversificando il prodotto editoriale, stando ben attenti a non uniformarci e a non emulare i contenuti che i nostri colleghi offrono egregiamente da tempo immemore, possiamo confluire tutti verso un fisiologico sviluppo del giornalismo catanese e siciliano, trattando la concorrenza come un’opportunità e uno stimolo a migliorarci, una fonte di ricchezza e un prezioso parametro per valutare il nostro operato.

Crediamo fermamente che la nostra meravigliosa Isola, e in particolare la città che amiamo sopra ogni cosa, debbano crescere ad ogni latitudine e in qualsivoglia contesto: sociale, economico e, nondimeno, culturale perché, udite udite, quest’ultimo può fungere da traino anche se molti stoltamente ne ignorano le potenzialità o si limitano a snobbarle.

Qualità, sguardo orientato sempre verso l’esterno ma accompagnato da un’ineludibile attenzione all’attualità, rappresentano i punti cardine del mood-pensiero.

Noi “Mood-aioli”, da non confondere con i “modaioli” a cui facciamo da contraltare ideologico sbandierando lo stesso stendardo rossazzurro da decenni, nella gioia e nel dolore, non intendiamo pervenire ad un’avvilente emulazione, ma puntiamo a spingerci oltre i nostri confini, oltre i cartelli in cui campeggia la scritta “Catania”, all’uscita di Cannizzaro o dal versante di Librino, come se il ponte sullo Stretto esistesse davvero e ci potesse condurre ovunque, quanto meno con l’ausilio del pensiero: è sotto questi auspici e queste convinzioni che nasce “Catania Mood”, un prodotto editoriale che sciorinerà rubriche innovative (il punto di vista dello psicologo nel calcio moderno; la firma femminile che tinge di rosa la nostra testata ingentilendone contenuti e obiettivi; le interviste ai tifosi autoctoni e a chi è emigrato al Nord Italia o all’estero perché sono loro i veri protagonisti, e tanto altro, tutto, rigorosamente in doppia lingua, inglese/italiano).

La prospettiva “glocale” che abbiamo adottato farà del bilinguismo il veicolo privilegiato per tessere relazioni locali, rinfrancate dalla qualità del prodotto e dallo spirito innovativo intrinseco e, nel rispetto dei tempi di start-up, attivazione e reazione degli utenti, per avviare un network di interazioni su scala globale.

Noi siamo (quasi) pronti. E voi?

ENGLISH VERSION

Since the hasty cat gave birth to blind kittens, we have no intention to forge ahead (even if we’re kicking like those players who come back to the field after a long stay out and they would like to do their best).

Since the starting line is so close but we  can’t still untie it with a clean cut, we are going to illustrate you our “mission” to kill the time.

Catania is an urban agglomeration of over 700,000 inhabitants and, if we include in the total count also the entire province, we greatly exceed one million. Here, by the way: for everything that can be labeled as “provincial”, in a small metropolis like ours, there is no place.

In fact, our editorial goal, full of humility but also full of extreme conviction, is to contribute to the growth of local journalism, making it “glocal”, that means unravelling from our socio-cultural and territorial roots a wide-ranging project that maintains but also optimizes our identity, internationalizing at the same time the brand “Catania Mood”  linked to the brand of Calcio Catania.

We are convinced that making an important diversification of the editorial product, being careful not to conform and not to emulate the content that our colleagues offer excellently from immemorial time, we can all converge towards a physiological development of journalism in Catania and in Sicily, analizing competition as an opportunity and a stimulus to improve, a source of wealth and a valuable parameter to evaluate our work.

We firmly believe that our wonderful island, and in particular the city we love above all else, must grow at any latitude and in any context: social, economic and, nevertheless, cultural because this one, can act as a driving force even if many foolishly ignore the potentialities or just snub them. 

Quality, an outward-looking gaze always accompanied by an inescapable attention to current events are the cornerstones of the mood-thought.

We “Mood-aioli”, not to be confused with the “modaioli” to whom we act as an ideological counterpart by waving the same “rossazzurro” banner for decades, in joy and pain, we don’t intend to reach a demeaning emulation, but we aim to go beyond our borders, to go beyond the road signs in which stands the writing “Catania”, at the exit of Cannizzaro or from the side of Librino, as if the bridge over the Strait really existed and could lead us anywhere, at least with the help of thought: it is under these auspices and these convictions that “Catania Mood” was born, an editorial product that will show off innovative sections (the point of view of the psychologist in modern soccer; the female signature that tinges of pink our magazine, refining its contents and objectives; the interviews to the native fans and to those who emigrated to the North of Italy or abroad because they are the real protagonists, and much more, all, strictly in double language, English/Italian).

The “glocal” perspective that we have adopted, will make bilingualism the privileged vehicle for weaving local relationships, refreshed by the quality of the product and by the intrinsic innovative spirit and, respecting the start-up, activation and reaction times of the users, for starting a network of interactions on a global scale.

We are (almost) ready. And you?

 

istintivo - ma siamo davvero spacciati
L’istintivo – Ma siamo davvero spacciati?

Siamo tutti certi che il Catania non abbia scampo al Liberati di Terni? Noi non la pensiamo così.

Catania alle prese contro un Golia davvero “golia” per prenderla in maniera goliardica. Infatti, stiamo parlando dell’unica squadra imbattuta in tutta Europa, con ben 12 punti di distacco dalla seconda in classifica (l’Avellino – ndr) e con soli 15 gol al passivo.

Senza contare la rosa a disposizione di uno come Lucarelli che conosciamo molto bene. Potremmo citare Dario Bergamelli, Matya Boben, Antonio Palumbo, Marino Defendi, Carlo Mammarella, Giuseppe Torromino, Filip Raicevic, ecc. Difetti ne trovate? Apparentemente, no.

Una formazione che non sembra avere lacune e che interpreta alla perfezione il 4-2-3-1 lucarelliano, tanto conosciuto alle falde dell’Etna. L’equilibrio fra attacco e difesa risiede quasi interamente nel modus operandi di Partipilo e capitan Furlan, capaci di fare da spola tra centrocampo e attacco, alleviando i carichi difensivi dei reparti arretrati.

Se ti puoi permettere di tenere in panchina gente come Mammarella e Bergamelli (che conosciamo bene), allora davvero la Ternana sembra una montagna invalicabile.

Eppure, come in tutte le cose della vita che ci appaiono perfette, in realtà non lo sono mai e celano sempre dei talloni di Achille. Non sfugge alla teoria nemmeno la Ternana delle 0 sconfitte sino ad ora racimolate.

Fragilità difensiva

Prima di tutto, c’è da dire che gli umbri sono una squadra concepita per attaccare: l’attacco è la miglior difesa. Quando si riversano in massa nella metà campo avversaria diventano devastanti e rischiano pochissimo.

Chiaro è che, se attacchi e non concludi, sei soggetto al contropiede avversario. Proprio questo è uno dei talloni di Achille della squadra del mister toscano, considerata anche la sua mentalità tanto conosciuta a noi cuori rossazzurri.

Inoltre, se messa alle strette, qualche errore lo commette. Specie in marcatura, non ci sembra la coppia di centrali difensivi Boben – Kontek ben assortita, laddove un Bergamelli in mezzo darebbe certamente più sicurezza. Inoltre, nemmeno l’estremo difensore Iannarilli ci pare puntuale nelle uscite.

In definitiva, parliamo pur sempre della capolista del girone C di serie C. Ma questo non ci deve dare la certezza che per il Catania sarà una disfatta, anzi. Noi vediamo una tripla che può essere decisa solo da episodi.

Staremo a vedere. Diamo a Davide il compito di ingannare, ancora una volta, i pronostici a sfavore…e poi ne riparleremo.

Pietro Santonocito

catania francavilla 1-0 - pagelle
Le pagelle di Catania-Virtus Francavilla 1-0

Le pagelle di Catania-Virtus Francavilla 1-0: Dall’Oglio ancora decisivo. Giosa leader difensivo

Il Catania liquida la pratica Virtus Francavilla vincendo per 1-0 la sua terza partita consecutiva tra le mura amiche. Decisivo dal dischetto Dall’Oglio, al suo terzo gol in campionato. Tra gli scudi anche Giosa e il solito Welbeck. Di seguito le votazioni di tutti gli uomini schierati da mister Raffaele.

CONFENTE 6,5 – Nel primo tempo, l’estremo difensore rossazzurro non viene mai chiamato in causa. Soltanto a pochi minuti dalla fine, sull’ 1-0 per la sua squadra, è reattivo su un tentativo di Maiorino ben neutralizzato.

SALES 6 – L’ex Monopoli disputa una partita senza infamia e senza lode. Rientra dopo l’assenza contro la Juve Stabia. Per la prima volta riesce ad evitare il cartellino giallo.

GIOSA 7 – L’esperto centrale del Catania gioca una partita quasi impeccabile. A parte qualche piccola disattenzione, comanda il pacchetto difensivo, dando ordine e sicurezza al resto del reparto. Sempre più baluardo.

SILVESTRI 6,5 – Solita prestazione accorta e con nessuna sbavatura. Dimostra costanza e padronanza, soprattutto in coppia con Giosa.

ALBERTINI 5,5 – Contro la sua ex squadra, il laterale destro rossazzurro viene schierato dal primo minuto a causa del forfait improvviso di Calapai. Non disputa una delle sue prove migliori. Quasi mai ottiene la profondità e quasi mai va al cross.

WELBECK 7 – La sua presenza in mezzo al campo è tanta roba per il suo Catania. Lotta su ogni pallone, correndo ovunque si trovi il pallone. Continuando così, difficilmente lo vedremo fuori dal rettangolo di gioco.

ROSAIA 5,5 – Prestazione non brillantissima quella del numero sei etneo. Al 38′ perde un pallone che potrebbe diventare invitante per Ciccone. Fortunatamente la difesa fa buona guardia. Dopo un’ora di gioco, viene richiamato in panchina. MALDONADO 6 – Rispetto a Castellamare, il suo ingresso in campo è meno incisivo. Tuttavia, dà geometria in mezzo al campo, facendo salire anche l’asticella della qualità a centrocampo.

ZANCHI 6,5 – Gioca un ottimo primo tempo. Prima di farsi male e di essere costretto ad abbandonare il terreno di gioco, ha una buona occasione per trovare la via della rete e festeggiare al meglio l’arrivo di suo figlio Enea, venuto in settimana alla luce. PINTO 6 – Non ancora al 100% dopo l’infortunio durato un mese e mezzo. Fa il minimo sindacale, beccando un ammonizione evitabile.

GOLFO 7 – Nel primo tempo sembra un pochino tra le retrovie. Nel momento decisivo della gara, è lui che riesce a guadagnarsi il penalty poi trasformato da Dall’Oglio. Sta crescendo partita dopo partita.

REGINALDO 5,5 – Prestazione opaca del brasiliano, che non riesce mai ad imprimere pericolosità alla retroguardia pugliese. Passi indietro rispetto alla gara contro il Monopoli. DALL’OGLIO 7 – Entra in campo e dopo pochi minuti diventa protagonista: ha il merito, infatti, di siglare il rigore che permette alla sua squadra di ottenere tre punti importantissimi in una sfida che sembrava destinata allo 0-0.

DI PIAZZA 5,5 – Da lui ci si aspetta qualcosina in più. Gara di sacrificio, e con un pizzico di sfortuna, soprattutto nell aprima frazione, quando cerca il gol della domenica, anzi del sabato, con un bel gesto atletico che non trova miglior sorte. SARAO S.V.

RAFFAELE 7 – Ancora una volta, dimostra di saper leggere le partite in corso azzeccando i cambi e riuscendo a trovare le mosse giuste per portare a casa una vittoria che sa sempre più d’alta classifica. Il modo migliore per non far rimpiangere le assenze pesanti e per presentarsi alla super sfida contro la capolista Ternana.

Il Limbo Rossazzurro

Nel IV canto dell’Inferno della Divina Commedia, Dante introduce il concetto di limbo inteso come lembo, orlo, quasi ad indicare una condizione di sospensione e di attesa. Tale condizione è vissuta intrepidamente da ogni tifoso rossazzurro in concomitanza tra un match e l’altro, proprio ad indicare un vero e proprio limbo.

Al giorno d’oggi, l’analisi e la cura di ogni dettaglio inerenti alle performances collettive, sono diventati aspetti imprescindibili che legano i tifosi alla propria squadra. Da qui nasce la nostra rubrica dal nome un po’ insolito ma pertinente, il limbo rossazzurro, all’interno della quale vi sarà la possibilità di eseguire un’ampia analisi delle prestazioni della nostra squadra del cuore tra una partita e l’altra, analizzando schemi tattici utilizzati a seconda degli avversari da affrontare, visionando anche l’approccio mentale e fisico degli etnei. Chiunque ha sempre sognato di mettersi nei panni del mister, attenzionando moduli, tattiche di gioco o canovacci di partite, ed è proprio per questo che il limbo rossazzurro, guiderà passo dopo passo voi lettori alla disamina del match immediatamente successivo, cercando di mettere in luce tutte le caratteristiche che hanno contraddistinto il match precedente eseguendo un vero e proprio trait d’union.
Questo percorso che intraprenderemo rigorosamente insieme rappresenterà dunque quel punto di incontro, tra opinioni concordanti e opinioni contrastanti, un vero e proprio “focolaio” di emozioni rossazzurre.

Tifosi da sempre 12esimo uomo in campo…

Buongiorno a tutti i tifosi e sostenitori rossazzurri, oggi per la rubrica “Tifosi Mood” abbiamo intervistato Gabriele Stabile. Gabriele non ha visto la partita del Catania ma ha rivisto le azioni salienti contro la Virtus francavilla e dopo aver visionato le immagini è rimasto favorevolmente impressionato dal risultato della squadra meno dal gioco espresso dalla squadra. Importanti erano i 3 punti che sono arrivati perchè, diciamocelo chiaramente, sono questi i punti che servono al catania per ambire a quel tanto agognato secondo posto che permetterebbe di disputare i playoff entrando dalla porta principale:

“Adesso testa alla Ternana anche se la squadra umbra allenata da mister Lucarelli non ha mai perso, che potrebbe dare fiducia in vista della gara contro il Bari, possibile trampolino di lancio per raggiungere le migliori posizioni: se il Catania scende in campo con la grinta e la determinazione giusta, contro Paganese e Vibonese potrebbero arrivare 6 punti essenziali per la classifica”

C’è grande entusiasmo nelle parole del nostro tifoso per il prossimo (speriamo) closing e l’acquisto della società da parte dell’avvocato statunitense e tycoon, Joe Tacopina, come se fosse un’ancora di salvataggio a livello economico e progettuale e credendo seriamente in una unione società-squadra-tifosi che possa concederci di ambire a quella seconda lettera dell’alfabeto che da tanto aspettiamo di poter pronunciare.

Ringraziamo il nostro ospite, Gabriele e  speriamo che mercoledì il Catania possa smentirne il pronostico ma, siamo certi, che alla luce dell’amore smisurato per questi colori sarebbe ben felice di essere smentito.

Rossazzurro Pink – il punto di vista di lei

Il passaggio da: “Ma come gioca di nuovo il Catania? Gioca tutti i giorni? Non era una volta a settimana? I patti erano questi!” a: “Quando gioca il Catania? Ah c’è turno infrasettimanale? E va bene amore, rimandiamo l’uscita a domani…”. È breve.

Si passa dal disinteresse totale (“non ho mai seguito una partita di calcio”) al finto interesse (“si amore! Che bello! Serata pizza da asporto+partita del Catania”), dal tentato plagio (“e va bene…Proverò a urlare ‘goool’ quando quelli con la maglia rossazzurra che….Devono segnare in quella porta giusto? Comunque, quando segneranno”), al plagio riuscito (“Ma questo era rigore netto!”).

Ma il passaggio fondamentale, quello sognato da lui, nemmeno immaginato da lei, che segna una svolta impensabile è: “amore la partita del Catania è diventato un momento tutto nostro!”.

Ogni percorso consta di tappe, di una crescita graduale, di un obiettivo comune che mai avresti immaginato che ti appartenesse.

E invece eccomi qui, ogni domenica, ogni mercoledì, nella seconda metà di febbraio praticamente tutti i giorni dopo il doppio rinvio di Paganese-Catania, a tifare per i colori rossazzurri, con un surplus di garbo femminile, meno veemenza, meno coinvolgimento emotivo, ma come se si trattasse di “parte di me” perché “è parte di lui”.

Sostenere la propria squadra del cuore è una forma di passione che faticavo a concepire. Ma se le passioni possono essere comprese senza essere necessariamente condivise in toto, ecco questo ne è un esempio eclatante ma con un corollario inatteso: tra comprensione e condivisione c’è uno step, quello in cui probabilmente, bazzica la sottoscritta, che definirei “comprivisione”, insomma diciamo che lo “comprivido”, concedetemi il neologismo.

Mi trovo in una fase intermedia che potrebbe propendere da una parte o dall’altra, con l’ago della bilancia che punzecchia le corde del mio cuore, lemme lemme, ma che ai suoi sussulti, mi provoca un certo non so che di nuovo e di affascinante, un’emozione troppo intensa per attribuirne il merito solo a lui.

Non posso dire che il Catania sia parte di me ma è già parte della mia vita, e scusate se è poco.

Non so se sia destinato a crescere questo rapporto di catulliano odi et amo ma so che, alla mia prima volta allo stadio, Catania-Vibonese 2-1 dello scorso 1 marzo 2020 (segnò Emmausso quello tecnicamente bravo che “non passava mai la palla” e che avrebbe vestito la casacca rossazzurra fino al mese scorso, mi suggeriscono dalla regia).

Il destino volle che fosse l’ultima partita casalinga prima del lockdown ma, nonostante spalti semivuoti e gara non proprio di cartello, all’uscita mi ripromisi di tornare…E scusate se è poco.

raffaele giuseppe
Raffaele, rimediare per non giustificarsi

Ogni mestiere ha i suoi intoppi, i suoi momenti complicati e problemi inaspettati che all’ultimo possono rendere la vita professionale molto complicata.

Quando avviene tutto questo, ci sono due modi per affrontare o meno le problematiche. Arrendersi e cercare le migliori scusanti o ingranare la quinta marcia del pensiero e affrontare tutto, facendo di necessità virtù.

Questo potrebbe essere il caso di un pasticcere senza gli ingredienti giusti, un muratore senza la sua livella o di un pittore senza pennello. Ma in questo frangente parliamo di un allenatore di calcio che non ha mai avuto a sua completa disposizione l’intera rosa, addirittura perdendo pezzi a pochi minuti dal fischio d’inizio.

Il professionista in questione è Giuseppe Raffaele, arrivato a Catania per guidare un gruppo “sufficiente” in un campionato senza molte pretese, ma con la consapevolezza di dover condurre la squadra di una città come Catania, che naviga in categorie mediocri da troppo tempo.

Il tecnico siciliano si ritrova da subito a dover affrontare un precampionato senza amichevoli e con una rosa per molto tempo incompleta, che gli permette di pensare solo lontanamente al suo obiettivo di 3-4-3 utilizzato con successo a Potenza. Per rendere il tutto più difficile sulla griglia di partenza, si ritrova a dover fare a meno dei suoi uomini migliori, Pinto e Piccolo.

Per il mister rossazzurro, niente sembra un problema irrisolvibile e chiede spesso al pupillo Kevin Biondi di aiutarlo a ricoprire i buchi lasciati dagli infortunati di lusso. E quando il peggio sembra allontanarsi con il rientro di Pinto, ecco che iniziano i primi acciacchi in una difesa che aveva fatto bene, ma aveva solo tre elementi di sicuro affidamento (Silvestri, Claiton e Tonucci).

Raffaele dopo aver inventato un Biondi tuttofare, si trova costretto a spolverare uno Zanchi braccetto di difesa, quindi anche le assenze di Tonucci prima e Claiton poi, non davano alibi alla squadra.

Poteva non presentarsi il problema a centrocampo? no. Ed ecco pronto lì a risolvere gli acciacchi di Rosaia e di Dall’Oglio senza far pesare nulla ai punti in classifica, costruendo sempre più un gruppo dignitoso. Con Bari e Ternana arriva il memento peggiore, dovendo affrontare prima gli umbri con una squadra spremuta fino alla buccia e dopo i baresi senza attaccanti. Ma fra i verbi del mister non esiste quello di arrendersi o giustificarsi.

Ad oggi Raffaele ha dovuto affrontare, infortuni su infortuni, anche dopo il mercato di Gennaio che lo ha proibito del jolly Biondi e del bomber Pecorino. Da Russotto a Volpe, da Piccolo a Piccolo stesso che si ferma per la seconda volta, da Calapai al covidi di Martinez e Reginaldo non piangendosi mai addosso. Affrontando tutte le problematiche con soluzioni valide, dando alla squadra la consapevolezza di essere un gruppo capace di sopperire a qualsiasi mancanza e tutto questo non facendo mancare i risultati.

Ancora per un po’ di tempo l’allenatore siciliano dovrà continuare ad inventare e a guardare come un miraggio il suo 3-4-3, utilizzato solo per poche giornate. Ma questo può dare a tutti la consapevolezza che oggi il Catania è una squadra con la S maiuscola, che può far paura pure alle prime della classe.

E magari a Maggio i rossazzurri potrebbero ritrovarsi al completo alla griglia dei playoff, e travestirsi da cenerentola del torneo, nascondendo dentro di sé un’ anima solida e vincente, costruita con il sudore e il lavoro di mister Raffaele.