L’editoriale all’indomani del rocambolesco pareggio del Catania in casa del Bari, capolista del torneo
Se prima della sfida del San Nicola avessero predetto un pareggio del Catania in casa della capolista, i tifosi del Catania avrebbero messo una firma. Eppure, al triplice fischio finale, è più forte il rammarico per aver perso due punti, che l’appagamento per aver fermato, a domicilio, la corazzata del torneo. Il rimpianto, infatti, raggiunge l’apice al novantesimo più recupero, quando il direttore di gara sancisce la fine delle ostilità. I ragazzi di Baldini escono imbattuti da una gara che, agli albori, sembrava quasi impossibile. Analizzando l’andamento del confronto coi galletti, paradossalmente, è il pareggio a stare stretto ai rossazzurri, artefici di una prestazione, specialmente dalla cintola in su, ineccepibile.
Un Catania da ridisegnare
Il Catania si presenta in Puglia con una formazione molto rimaneggiata. Assenze Covid, infortuni e partenti, ostacolano la preparazione della gara per mister Baldini, costretto a dover ridisegnare un nuovo undici capace di fronteggiare il colosso Bari. Le novità principali riguardano difesa e centrocampo. Alla conferma di Stancampiano tra i legni, segue l’inserimento dal primo minuto di Albertini al posto di Calapai, già con un piede e mezzo a Crotone. Un po’ a sorpresa, è Pinto a guadagnarsi il gettone da titolare nel versante opposto. Ercolani e Monteagudo completano la coppia centrale. A centrocampo, dopo l’arrivederci di Maldonado trasferitosi al Catanzaro, Baldini plasma un terzetto quasi inedito con Cataldi in cabina di regia e Greco e Provenzano a fungere da mezze ali. In avanti, infine, oltre ai confermatissimi Moro e Russini, è il “marca liotru” Biondi a vincere il ballottaggio con Russotto.
Rossazzurri in scioltezza, biancorossi in ambasce
Nonostante le defezioni, i rossazzurri giocano un gran primo tempo. Il Catania gioca senza alcun timore reverenziale, mettendo alle corde il Bari e trovando, grazie ad una invenzione di Russini, il penalty che, trasformato da Moro, lo porta avanti. La gioia dura poco, perché Stancampiano, abbastanza colpevolmente, si fa bucare da Antenucci sul primo palo. Il Catania non si scoraggia e continua a produrre un calcio molto piacevole e che mette in apprensione i padroni di casa. La rete del 2-1 porta la firma di Freddi Greco che, approfittando di una dormita di Di Gennaro, conquista palla e con uno scavetto supera Frattali mandando in visibilio i 15 tifosi etnei accorsi al San Nicola. Il Bari è in bambola, ed il Catania, sempre col centrocampista malgascio, ha l’opportunità di portarsi sull’1-3. Occasione che, nella ripresa, non verrà sprecata da Biondi, lesto a ribattere in rete un respinta di Frattali su una giocata acrobatica di Moro, che per poco non realizza il gol dell’anno.
Errori difensivi e ritorno sul pianeta Terra
Quando il Catania sta per pregustare una vittoria clamorosa in casa della leader del campionato, ecco che riemergono i limiti dell’undici di Baldini. È vero che il Bari riapre la gara per la concessione di un rigore fin troppo generoso, ma la doppia “frittata” commessa da Ercolani e Stancampiano in occasione del pari di Cheddira, è un film già visto e rivisto all’interno dell’area di rigore rossazzurra. I ragazzi di Baldini riscendono, quindi, sul pianeta Terra dopo aver, per lunghi tratti, girovagato tra le stelle. La partita si conclude con un pirotecnico 3-3, mettendo in evidenza ancora una volta la discrepanza tra reparto difensivo ed offensivo, l’uno imbarazzante, l’altro elettrizzante. Moro e compagni escono dal terreno di gioco con gli applausi più che meritati, ma con il rimorso di aver perso due punti fondamentali nella corsa alla salvezza, perché, ahinoi, purtroppo non può che esser diverso l’obiettivo stagionale.
Catania a testa alta…anche per scorgere qualcosa all’orizzonte
Il pomeriggio del San Nicola regala, quindi, una pioggia di gol. Per i tifosi del Catania, cionondimeno, arriva anche un altro tipo di precipitazione, fatta di lacrime. Da un lato fa piacere vedere l’impegno encomiabile di questo gruppo di ragazzi in una stagione così complicata, dall’altro, onestamente, fa tristezza vedere giocatori e tifosi esultare per un punto che, a conti fatti, non cambia le sorti incerte del Catania. Sembrano lontani anni luce gli anni in cui, nello stesso impianto di gioco, i rossazzurri si imponevano con reti di Cesar e Mascara accorciando sempre più le distanze col traguardo della promozione in Serie A. Ecco perché, dunque, i volti dei sostenitori rossazzurri si bagnano anche di lacrime di tristezza. La voglia di ritornare a vedere il Catania padroneggiare è tanta, così tanta da far gioire per un risultato che, d’altri tempi, avrebbe raccolto il malcontento. La speranza resta appesa, ineluttabilmente, a quel fatidico 11 febbraio, che potrebbe segnare per la Catania calcistica una nuova e definitiva rinascita. Dum spiro, spero!
Fonte immagine: CalcioCatania.it