Tuttologi ed esperti del web. Nessuno escluso, anche chi scrive sia chiaro. Giornalisti e tifosi chiacchieroni e ignoranti in materia, tutti intenti a parlare e straparlare.
Ogni tanto un bel bagno d’umiltà non fa male. Pertanto riteniamo opportuno affidarci agli esperti, quelli veri, su scala nazionale. Non sappiamo di giornalisti-economisti-giuristi locali, magari non ne siamo al corrente, ma non ne conosciamo.
Un certo Marco Bellinazzo, che molti di voi sicuramente apprezzeranno e conosceranno, ha realizzato stamani un pezzo per il “Sole24ore” ricco di spunti e, soprattutto, corredato di un’analisi tecnica minuziosa ed esaustiva:
“Stando alla perizia consegnata dai consulenti tecnici d’ufficio nominati nella procedura fallimentare, si attesta intorno al valore di 2.850.000 euro, importo che potrebbe incrementarsi ove dovessero essere inclusi i debiti afferenti i dipendenti non tesserati, ma strettamente funzionali all’attività sportiva, pari a complessivi 457.000 euro circa; ma anche ridursi, ove venissero escusse in tutto o in parte le fideiussioni esistenti in Lega, con copertura degli emolumenti dovuti ai tesserati. Non rientrano nel conto eventuali compensazioni legate alle operazioni di calcio mercato”.
Per quanto ci è concesso conoscere di principi economici e giuridici regolatori di questo benedetto ramo d’azienda attuale sotto l’egida della curatela fallimentare, abbiamo compreso che nello spazio d’apertura di questa forbice si gioca il futuro del Catania.
Il vero ostacolo agli imprenditori non è certamente rappresentato dal prezzo della base d’asta (ammesso che ve ne sarà un’altra), ma dal debito pregresso. Al massimo l’unione delle due componenti potrebbe fare la differenza per chi investe. Ora, se anche esistesse un potenziale investitore, potendo conoscere la cifra esatta del debito complessivo in anticipo, nonostante la differenza non crediamo sia generosamente cospicua, potrebbe anche decidere di investire sul Catania.
E’ un’analisi logica: la soglia di 1mln di euro come base d’asta verrà abbassata, poniamo caso, a 800mila euro. Ora, se il debito pregresso in virtù di una riduzione dovuta all’escussione della fideiussione (ossia il procedimento giuridico per mezzo del quale il soggetto beneficiario di una polizza fideiussoria assicurativa, stipulata a monte di un accordo, si trova in diritto di richiedere all’agenzia assicurativa (al garante) la somma garantita dal contratto di fideiussione), anche il monte debitorio, come la base d’asta, subirebbe un’inflessione.
La base d’asta pari a 1 milione, fissato dai consulenti tecnici d’uffici, è imputabile alla stima del patrimonio netto pari a 605.000 euro, relativo soprattutto alla struttura del settore giovanile ( che viene valutata 460.000 euro). Considerando anche la disponibilità di un “parziale recupero di quanto anticipato per il debito sportivo” di circa 400.000 euro, i curatori sono giunti alla cifra di 1 milione. Quindi dovrebbero rinunciare al recupero dei crediti nell’immediato per proporre un’asta a 600mila
Un risparmio di mezzo milione di euro, tra asta e debito, rispetto ai circa 2mln e 850mila, sarebbe già qualcosa. Ma se invece il debito pregresso incrementasse a causa dei debiti afferenti i dipendenti non tesserati? Avremmo bisogno di una risposta da parte degli esperti. Quelli veri. Sapere se l’imprenditore potrebbe conoscere i numeri esatti prima di versare la cauzione pari al 25% del prezzo offerto e procedere all’acquisto.
(fonte foto: optimamagazine.com)