Ai microfoni di Catania Mood risponde l’amico e collega Salvo Giuffrida. Con il giornalista di FreePress si è disquisito sulle ultime vicende in casa Catania, soprattutto per quanto concerne le ultime indiscrezioni sull’asta di giorno 4. Salvo ci ha spiegato alcuni possibili scenari da qui alle prossime settimane, che si prospettano roventi. Buona lettura.
Salvo, innanzitutto grazie per aver accettato questo nostro nuovo invito. Come stai?
“Grazie a voi per l’invito. Sto un po’ sulle spine per la definizione del caso Catania, che si sta protraendo un po’ troppo a lungo”.
Nei giorni scorsi abbiamo letto un tuo articolo su FreePress relativo alle somme di denaro che bisognerebbe uscire una volta rilevato il Catania. Ci spieghi meglio?
“La società che rileverebbe il Calcio Catania (il condizionale è d’obbligo), non solo dovrebbe pagare la somma per l’acquisizione del ramo sportivo d’azienda, pari almeno a circa 500k richiesti dalla curatela, ma dovrebbe sostenere ulteriori costi per l’affiliazione alla FIGC. Oltre pagare i debiti sportivi, con una somma pari circa a 3 milioni, ci sono degli obblighi verso la lega. Bisognerà avere una società solida con capitale interamente versato di almeno 5 milioni. Successivamente, vi sono le fidejussioni richieste per garantire una gestione di almeno tre anni. In questo caso la somma da pagare in Serie C è di 12 milioni. Quindi, questi sono dei paletti che una società che prende il ramo sportivo del Calcio Catania deve poter superare, mostrando alla FIGC una solidità economica tale da poter adempiere alla regolare gestione della squadra di calcio”.
Sabato c’era in tribuna l’imprenditore Benedetto Mancini accompagnato da alcuni soci SIGI. Che idea ti sei fatto su questa vicenda?
“La presenza di certe persone allo stadio non mi è piaciuta. Inoltre, devo ammettere che mi ha inquietato molto la presenza dell’imprenditore Benedetto Mancini, che a quanto pare vorrebbe prelevare il club. Diciamo che si tratta di un soggetto che desta parecchi dubbi. Innanzitutto, perché il soggetto in questione dovrà rispondere al Tribunale di Latina per il fallimento della società pontina. E poi perché, il suo curriculum nel mondo del calcio desta non poche perplessità, dato che in passato ha già tentato di prendere Palermo, Siena e lo stesso Latina senza mai riuscirci. Di certo non un bel biglietto da visita. Sarebbe meglio se certi personaggi restassero alla larga dal Catania. Credo che il loro tempo sia finito da tempo”.
Qual è, invece, la tua opinione sulla querelle Ferraù-Morosoli? Non pensi sarebbe stato meglio evitare a poche ore dalla partita del Catania?
“Non penso che Morosoli abbia sbagliato a fare l’appello, né per modi, né per tempo. Aveva tutti i diritti di farlo, visto che più volte si è avvicinato al Catania per poterlo acquisire. Non mi è piaciuta la risposta dell’avvocato Ferraù, che lascia un po’ perplessi. Credo sia stato inopportuno tirare in ballo la famiglia di Morosoli, che nulla c’entra con l’idea dell’imprenditore di voler, con l’aiuto di altri imprenditori locali, rilevare il sodalizio etneo”.
Se l’asta dovesse andare deserta, e il Catania fosse costretto a ripartire dalla D, c’è la possibilità che il presidente del Biancavilla possa avere precedenza rispetto ad un bando del sindaco per spostare il titolo sportivo a Catania?
“A livello di priorità non lo so. Io mi potrei rifare, ad esempio, con quanto successe a Napoli qualche anno fa: lì non fu trasferito il titolo sportivo da un piccolo club partenopeo verso il capoluogo napoletano. Ovviamente, nulla vieta a qualcuno di poter e voler spostare la sede della propria azienda di calcio da un posto all’altro. Non mi meraviglierebbe se il presidente del Biancavilla facesse un’operazione simile. Nessuno glielo potrebbe negare”.
Infine, ti chiedo, perché lo riteniamo doveroso, un pensiero sulla squadra, che al netto di tutto, continua a vivere un momento molto positivo.
“La squadra di Baldini sta avendo una reazione nervosa di alto livello. Più che la qualità, in campo si vede l’aspetto agonistico. I giocatori sembrano come indemoniati. Un aspetto che non fa altro che avvicinare il pubblico nuovamente allo stadio. C’è stata una crescita importante nelle ultime giornate. Ciò significa prevalentemente due cose: la prima che i tifosi erano stanchi di tutta la gestione di Sigi e che volevano ritornare a parlare di calcio e a vedere calcio; la seconda, l’affezione del pubblico verso la squadra, che a Catania è sensibilmente superiore rispetto ad altre piazze. Purtroppo, solo i numeri del botteghino non bastano. Però un plauso ai ragazzi va fatto, perché stanno davvero dando il mille per mille”.