Con immenso piacere, la redazione di Catania Mood ha raggiunto in esclusiva Sergio Gasparin, ex amministratore delegato del Catania durante la stagione 2012-13, anno in cui gli etnei realizzarono il record di punti in massima serie, sfiorando la qualificazione in Europa League in seguito all’ottavo posto in campionato.
Direttore, innanzitutto la ringrazio per essersi gentilmente concesso a noi e, realizzare questa intervista con un ospite importante come lei è motivo d’orgoglio per la nostra redazione: Qualche giorno fa, chiaramente prima della seconda asta di giorno 4 marzo, aveva manifestato diversi dubbi soprattutto per quel che riguarda quattro aspetti, è per caso possibile conoscere questi punti per cui lei ha nutrito incertezze?
Come ho avuto modo di precisare, appena uscito il primo bando d’asta (redatto in forma ineccepibile e tecnicamente in modo eccellente ma evidentemente con poca conoscenza della materia calcistica), sono state inserite delle “clausole” che complicano, non poco, l’attività alla proprietà che dovesse acquisire il bene Calcio Catania. In particolare, oltre al prezzo base d’offerta – prima di Euro 1.000.00,00 (Un milione) ed ora di Euro 500.00,00 (cinquecentomila), si evidenziano :
a- Non vi è nessuna previsione/possibilità di utilizzo delle strutture logistiche e sportive di Torre del Grifo, con la conseguenza pratica che dal giorno successivo all’acquisizione la squadra dovrà trovare un’altra struttura sportiva dove allenarsi e la sede trasferita in altro luogo.
b- Vi è l’obbligazione all’assunzione di n 10 (dieci) collaboratori attualmente dipendenti con il trasferimento alla nuova proprietà dei rapporti contrattuali in essere.
c- Vi è da assolvere ovviamente il debito sportivo sino al 30 giugno 2022, attraverso pagamento diretto e restante attraverso garanzia fideiussoria bancaria a prima richiesta (normativa in essere della FIGC)
d- Vengono esclusi dai proventi economici tutti i ricavi derivanti da proventi audiovisivi, accordi mutualità, valorizzazioni e/o incentivazione giocatori stipulati in contratti precedenti la cessione d’azienda, proventi da campagna trasferimenti precedente (tutti questi crediti rimangono alla procedura fallimentare anche se maturano e vengono corrisposti post acquisizione).
Sicuramente uno dei quattro punti per cui nutre perplessità è il mancato inserimento di Torre del Grifo, pertanto, secondo lei sarebbe stato possibile inserire sul bando un diritto di prelazione o un percorso preferenziale per aggiudicarsi in seguito il centro sportivo? Chiaramente mettendo nero su bianco tutto cambia.
Inserire sul bando d’asta un diritto di prelazione su Torre del Grifo era tecnicamente “complicato” ma concedere l’utilizzo delle strutture logistiche e sportive per un certo periodo, magari sino al termine della stagione sportiva in corso in modo da consentire alla nuova proprietà un tempo tecnico per organizzare l’operatività quotidiana doveva assolutamente venir previsto.
Nei giorni scorsi è arrivato il comunicato ufficiale da parte del Tribunale di Catania per quel che riguarda la proroga dell’esercizio provvisorio fino al 17 marzo, secondo lei cosa potrebbe comportare? E che tipo di progettualità avrebbe bisogno una squadra come quella rossazzurra per cercare di risalire di categoria in categoria?
Il Comunicato che ha indetto una terza asta e non prevede rilanci ma lascia un giudizio finale di assegnazione al Tribunale è una cosa sicuramente positiva. La cosa fondamentale è però che si presenti un imprenditore, od un gruppo, che sia trasparente e solido sotto l’aspetto economico/finanziario, che abbia un programma ben definito di struttura operativa e che presenti un progetto di rilancio, a media/lunga scadenza, in grado di far ritornare il Catania dove la piazza e la tifoseria meritano di essere.
Ultima ma non per importanza, lei è stato un grande direttore che a Catania ricordiamo molto bene e con affetto; in base alla sua grande esperienza, sarebbe disposto eventualmente a far parte di un’ipotetica nuova esperienza alle pendici dell’Etna?
Ho trascorso un anno straordinario a Catania, e non tanto e non solo per il miglior risultato sportivo dell’intera storia della Società rossazzurra, ma per il rapporto di stima, di vicinanza e di affetto che ho ricevuto da tutta la città e dalla tifoseria. Ritengo però che la mia esperienza a Catania si sia conclusa e da alcuni anni sono impegnato in attività manageriali di consulenza industriale che sono, sul piano professionale ed umano, altrettanto gratificanti.
(Foto: Vois Magazine)