Catania
Catania: 20 giorni fa la scomparsa. Ancora nessuna certezza

Sono trascorsi 20 giorni dalla scomparsa del Catania e, per il momento, di certezze ne abbiamo raccolte poche o nulla.

Il 18 maggio potrebbe rivelarsi data importante per il futuro dei colori rossazzurri: la FIGC dovrebbe pronunciarsi sull’assegnazione del titolo sportivo al sindaco facente funzione, Roberto Bonaccorsi. La PEC con relativa richiesta, come arcinoto, era stata inviata nei giorni scorsi dalla Giunta comunale nella speranza che i tempi di rosposta fossero più celeri.

Capitolo acquirenti: il nulla cosmico. Parliamo di certezze, non di manifestazioni di interesse, quelle ci sono state e ci saranno ma per il momento non trapelano certezze e, aggiungeremmo, senza la certezza della categoria chi investirebbe prima del 18 maggio sul club? 

Questa fase di stasi, movimentata solo dalle iniziative popolari, era fisiologica e, pertanto, inevitabile. Ma il risveglio della città dal torpore dell’immobilismo, in tal caso ci riferiamo alle istituzioni ma anche a parte della tifoseria che non muove un dito, critica le iniziative altrui e non è capace di prendere posizione e farsi sentire, deve finire. Riprendiamoci il Catania. attivandoci personalmente, tutti, nessuno escluso. Cantare in Curva era facile quando si batteva l’Inter del triplete 3-1; cantare, fuori dallo stadio, l’amore per il Catania in questa fase storica nefasta è quanto mai d’obbligo.

Stringiamoci attorno alle nostre sciarpe, ai nostri gargliardetti, agli stendardi, alle foto che ci ritraggono felici con amici e parenti che non ci sono più. Il nostro Catania è anche e soprattutto il Catania di chi è stato. Non dimentichiamolo.

(Fonte immagine: Mediagol.it)

Orazio Russo: “Il Catania è la mia vita. Adesso che non c’è più mi sento ingabbiato”

Orazio Russo, storica ala offensiva che ha vestito la maglia rossazzurra inizialmente nel periodo tra il 1991e il 1993, in seguito nel biennio 2004-2006 per poi appendere gli scarpini al chiodo il 16 maggio 2010 in occasione della gara contro il Genoa, si racconta ai microfoni de La Gazzetta dello Sport

La vita senza calcio per i catanesi è difficile. Sì, è complicato pensare che si rischia di ripartire chissà da quale categoria. Sembra un incubo, speriamo di risvegliarci presto. Il rapporto con i tifosi mi ha gratificato, nel mio percorso calcistico non è vero che non esistono profeti in patria. La gente di Catania si è forse identificata, mi ha sostenuto. Sono stati tutti parte integrante della mia vita. Dopo la gara col Genoa, sotto la casacca, ho esposto la scritta ‘Grazie Catania’. E quella frase riassume la mia vita. Avevo un rapporto fraterno con Ciccio Famoso, uno dei simboli dei tifo rossazzurro. La maglia della Serie A, l’unica che mi rimaneva, l’ho consegnata in occasione dell’ultimo saluto“.

Il Catania è la mia vita. Adesso che non c’è più mi sento come ingabbiato. Ho fatto il team manager in Serie A accanto a Giampaolo, Simeone, Montella, Maran. Rapporti splendidi, ci sentiamo spesso. Il rapporto umano che rimane è il particolare che ti gratifica aldilà dei successi. Poi ho lavorato nel progetto Academy, fino al 9, con una gioia immensa perché un centinaio di ragazzini che imparavano i movimenti del calcio e ti trasmettevano ottimismo. Ho allenato la Berretti portandola in semifinale scudetto, l’Under 17 e fino a qualche mese fa la Primavera“.

(Foto: CalcioCatania.com) 

Pagni: “Le istituzioni hanno fatto un gioco di squadra per provare a salvare il club”

L’esperto direttore sportivo Danilo Pagni, nel corso dell’intervista a TuttoC.com, ha espresso il proprio giudizio per quel che riguarda ciò che è successo al Catania nel corso della stagione sportiva appena terminata: 

Le istituzioni hanno fatto un gioco di squadra per provare a salvare il club. Per esprimere giudizi bisogna conoscere le dinamiche. Si può dire che forse i tempi non sono stati quelli corretti. Il problema del calcio in Serie C è la sostenibilità. I presidenti vanno supportati con iniezioni economiche certe, la ripartizione degli introiti non è equa. I presidenti, oltre ad essere scremati tramite un severo rating, devono ricevere sostegno dalla Serie A e dalla B e devono lasciare qualcosa a questa meravigliosa categoria. Sono finiti i tempi dei presidenti mecenati

(Foto: GazzettaRossoBlù)

Catania in Serie D? Lo scopriremo il 18 maggio

Comr riporta Unica Sport:

Il 18 maggio la FIGC, dopo il consiglio Federale, dirà se la città di Catania potrà avere una squadra in serie D.

La conferma dopo un colloquio tra il Presidente della FIGC, Gabriele Gravina, e l’assessore allo Sport del Comune etneo, Sergio Parisi.

 

Avv. Enzo Ingrassia, “CATANIA Rossazzurra”: “Vogliamo aiutare chi verrà”

Vi riportiamo di seguito il comunicato diramato dal comitato “Catania Rossazzurra” promotore dell’azionariato popolare, con in testa un poole di avvocati: Enzo Ingrassia, Enzo Trantino e Andrea Scuderi:

Il Catania è fede e amore! E la fede e l’amore, come categorie universali, non possono morire! La fiamma va alimentata anzi nel caso nostro va riaccesa, e noi siamo qui per tentare, ancora una volta e come avvenne quando ci trovammo accanto al presidente Angelo Massimino, di dare il nostro contributo affinché possa essere riaccesa! Dopo anni di patimenti e delusioni non c’è dubbio che per ripartire si necessita di una compagine sociale che abbia capacità patrimoniali, economiche, imprenditoriali e gestionali tali da poter dare concrete risposte alle legittime aspettative dei tifosi, il tutto ovviamente non disgiunto da amore per i colori rossazzurri, amore che di tali capacità possa costituirne l’humus più fertile e profondo.

Oggi siamo in attesa che il Comune, secondo la prassi che fa seguito al dettato dell’art.52 delle Norme Federali, emani il bando competitivo propedeutico alla richiesta di attribuzione del titolo sportivo da parte della Federazione. Orbene siamo speranzosi che ci possa essere una larga partecipazione, o quantomeno che ci sia partecipazione. Come siamo fiduciosi che possa essere scelto dal Comune chi di poi presentandosi in Federazione possa al meglio rappresentare la città di Catania. Ecco noi siamo qui perché a “colui che verrà” vogliamo dare una mano, e lo vogliamo fare in modo concreto facendoci carico della costituzione, secondo le norme del Codice Civile, di un Comitato promotore denominato “CATANIA rossazzurra”, comitato che abbia le seguenti finalità:

1) Diffusione dell’azionariato popolare per un coinvolgimento diretto dei tifosi;
2) Ingresso con quota di capitale minoritario con compiti di vigilanza e controllo per una sana e corretta conduzione del club che si attribuirà il titolo;
3) Impegno diretto e concreto per lo sviluppo del settore giovanile composto da giovani del territorio;
4) Diffusione della cultura sportiva basata su principi di lealtà e rispetto per gli avversari e per il gioco.

Quanto sopra in linea di massima i principi ispiratori del Comitato. Ovviamente il Comitato raggiungerà lo scopo se si verificheranno due imprescindibili condizioni:

a) se la Città risponderà in maniera concreta all’appello che il Comitato intende lanciare;
b) se la compagine sociale che parteciperà al bando intenderà servirsi dell’aiuto che il Comitato intende offrirle sulla base di quanto in maniera concreta riuscirà a realizzare, o se in ogni caso detta compagine dovrà farlo come condizione di partecipazione al bando stesso e/o come criterio preferenziale.

Quanto prima comunicheremo precise e dettagliate modalità di partecipazione all’iniziativa, la cui redazione costitutiva e statutaria è in fase di elaborazione con l’assistenza di notaio e commercialisti tutti di fede rossazzurra. La presente iniziativa ha anche lo scopo di incoraggiare, al fine di partecipare al bando, sane energie imprenditoriali di cui però non intendiamo essere garanti, essendo gli Enti istituzionali civici e sportivi a ciò delegati.

Noi ci riteniamo, assieme ai tanti altri, portatori di amore nei confronti del Catania patrimonio della Città, e di tale amore però ne intendiamo dare concreta testimonianza, pronti in qualunque momento a metterci da parte se e quando la presente iniziativa di stimolo avrà raggiunto il suo scopo.
Il Catania nel cuore

Avv. Enzo Ingrassia
Avv. Andrea Scuderi
Avv. Enzo Trantino”.

Speciale – Lo Psicologo Rossazzurro, dott. Torrisi: cosa pensano i tifosi?

Quante volte abbiamo attribuito al “fattore psicologico” una sconfitta? E quante altre abbiamo additato l’allenatore di turno per un atteggiamento troppo rinunciatario in campo dovuto “all’approccio psicologico” alla gara? Per non parlare di quei giocatori, lungodegenti, che tornano in campo dopo mesi di infortunio e giocano col freno a mano tirato per timore di recidive.

Altri, poi, senza una apparente motivazione valida, giustificata da guai muscolari, tendinei o quant’altro, spariscono dalla circolazione per diverso tempo e poi tornano in campo ammettendo di aver sofferto di depressione, di stati d’ansia e/o di panico.

Per questo “Catania Mood” ha pensato di introdurre un’interessante analisi psicologica, condotta dallo Psicologo dottor Michele Torrisi, esperto in neuropsicologia e ricercatore sanitario presso IRCCS centro neurolesi “Bonino Pulejo” di Messina, ma catanese DOC e grande tifoso dei colori rossazzurri. Oggi vi presentiamo uno speciale della rubrica che vi tiene compagnia da oltre un anno.

Dottor Torrisi ben ritrovato. Stavolta non parleremo di calcio giocato, purtroppo. Ma abbiamo pensato a uno “Speciale” della fortunata rubrica da lei curata per comprendere dettagliatamente cosa pensano i tifosi del Catania in questo momento e, soprattutto, come stanno affrontando questo momento storico nefasto e che tipo di ripercussioni ci saranno sulla piazza in futuro anche quando verrà costituita una nuova società? Prevarrà l’amore per i colori sociali o ci sarà prima una fase di studio con i tifosi scettici e guardinghi? Cos’altro ci sfugge dottor Torrisi? Ci illumini lei.

“I tifosi sono destabilizzati, è inevitabile. È un evento troppo grande, troppo triste Si è interrotta la storia del calcio Catania, una storia di cui ognuno di noi porta ricordi indelebili che non sono soltanto sportivi. Pensiamo a un abbraccio di nostro padre , dopo un gol, quando ci ha portato allo stadio a 5 anni, le trasferte con gli amici.

E poi significa perdere un pezzo della propria identità, è come se Catania avesse perso una mano o un piede. Questo si traduce in un senso di vuoto nei tifosi unito a una grande rabbia per ciò che poteva essere fatto per evitare questa conclusione e invece non è stato fatto.
Tuttavia , bisogna considerare un aspetto che potrebbe rivelarsi positivo. È un nuovo inizio. E come tutti gli inizi, porta con sé tanto entusiasmo. Cavalcando l’onda dell’entusiasmo, i tifosi potranno superare lo stato di delusione.

Aggiungo inoltre che nei cromosomi e quindi anche nella psiche dei catanesi c’è il senso della rinascita. Catania è stata distrutta sette volte e ogni volta è rinata più bella di prima. A tal proposito è stato affibbiato alla nostra città il detto latino “melior de cinere surgo”. Bene, sicuramente , i catanesi , che hanno nel sangue questo motto, sapranno contare sull’entusiasmo e sul senso di rinascita che hanno sempre caratterizzato questa città e , in questo caso, riguarda la sua squadra di calcio
Speriamo che anche la squadra, possa rinascere, più bella (e più solida dal punto societario)”.

CATANIA, non ritornare sul passato…ma vigilare sul futuro!

“Se il presente cerca di giudicare il passato, perderà il futuro.” Frase storica del famoso Primo Ministro del Regno Unito Sir Winston Churchill. Una frase che disegna perfettamente gli ultimi eventi a Catania. Stare lì, ancora aggrappati al passato, rischiando di perdere di vista ciò che ha reale importanza: il futuro. Un preambolo che non è fatto a caso, specialmente se si va ad analizzare quanto accaduto nella stampa catanese negli ultimi due-tre giorni. Un tuffo nel passato alquanto discutibile. A maggior ragione perché si è data ulteriore visibilità a chi, onestamente, non lo meriterebbe. Una piazza che non si castiga mai, anche e soprattutto dal punto di vista giornalistico. Che ragiona più sui propri interessi anziché, come sarebbe legittimo, vigilare sul futuro imminente del calcio ai piedi dell’Etna.

Non vogliamo issarci a giudici morali. Non è da noi. Interesse principale è il bene del Catania, nient’altro. Proprio per tal motivo, condividiamo poco, anzi niente, alcune scelte di alcuni nostri colleghi. Le domande sono spontanee: perché continuare a dare voce in capitolo a chi ha distrutto il Calcio Catania? Perché permettere, ed era logico aspettarselo, una pronta risposta a chi, non ricapitalizzando, ha tolto al Catania la possibilità di salvezza e di rinascita? Perché, nonostante le numerose dichiarazioni ambigue dovute ascoltare nelle scorse settimane, richiamare all’appello il signor Benedetto Mancini?

Siamo onesti: premesso che ognuno lavora ed agisce come meglio crede, viene lecito domandarsi perché? Siamo certi che, in qualsiasi altra piazza, tutto questo non sarebbe successo. A Parma, ad esempio, dopo la fine del club ducale non si andò a cercare le dichiarazioni post-fallimento di Manenti. Oppure, a Palermo, non si andò a cercare la dichiarazione da “scoop” del signor. Tuttolomondo. Perché, invece, a Catania succede?
È davvero più importante fare a “gara” tra chi effettua il “colpo migliore” anziché compattarsi ed unirsi verso un unico e solo obiettivo, ovvero vigilare sul futuro del Catania?

Se si vuole sperare in una rinascita del calcio a Catania, bisogna cambiare mentalità. Non mettere prima di tutto i propri interessi, ma il bene della causa che si vuole sostenere e supportare, in questo caso il Catania. Ergersi a giudici supremi, commettendo per primi errori gravi, non è la strada migliore da percorrere! 

 

SALVO GIUFFRIDA CATANIA
Giuffrida (FreePress): “Ritorni nostalgici? Per me solo fantasie”

Per la rubrica Mood Ospite risponde alle nostre domande l’amico e collega Salvo Giuffrida, giornalista della testata FreePressOnline.
Con il collega si sono affrontate alcune importanti tematiche che riguardano il Catania. Diversi i punti toccati: dalle prospettive del bando comunale, alle dichiarazioni piccate di questi ultimi giorni da parte di alcuni ex protagonisti del declino rossazzurro.
Buona lettura.

Salvo, bentornato tra noi di Catania Mood. Trascorse bene le vacanze pasquali?

“Buongiorno a voi ragazzi e grazie per questo nuovo invito. Le vacanze? Sono stato serenamente al lavoro”.

In settimana dovrebbe esserci l’incontro tra il Comune di Catania e la FIGC per limare alcuni dettagli sulla questione relativa al bando comunale. Sai darci qualche aggiornamento in merito?

“Ho parlato con l’Assessore allo Sport Sergio Parisi, a cui ho rivolto questa vostra domanda. Mi ha risposto che non hanno esigenza di sentire la FIGC, ma che avranno un incontro, ma non si sa ancora quando, dato che aspettano la loro chiamata”.

Tra le voci circolate, quella di un nostalgico ritorno al timone dell’ex presidente rossazzurro Riccardo Gaucci. Credi sia una concreta possibilità?

“Quando non si conosce il futuro la piazza cerca di individuare qualcuno di conosciuto. E non potrebbe fare altro. Tuttavia, penso che se si presenterà qualcuno a gestire il nuovo club sportivo, questo sarà qualcuno sarà uno sconosciuto ai più. Tutti i nomi romantici sono solo delle fantasie a cui personalmente non credo”.

La giornata della Festa della Liberazione è stata accompagnata dalle dichiarazioni dell’ex presidente Antonino Pulvirenti rilasciate al quotidiano La Sicilia. Che idea ti sei fatto?

“Penso che si sia alzato un polverone sul nulla. Se non si può dare spazio ad una persona sulla stampa, allora possiamo andare a casa tutti e fare un altro lavoro. Andando nel particolare, l’intervista nasce da una richiesta da parte del Credito sportivo sulla fideiussione a garanzia del mutuo di Torre del Grifo. Le sue risposte mi hanno lasciato perplesso, soprattutto sul valore dell’immobile, che ricordo esiste una valutazione da parte del Tribunale fallimentare”.

E, invece, della pronta risposta dell’avvocato e rappresentante SIGI Giovanni Ferraù?

“Sulla risposta dell’avvocato Giovanni Ferraù evidenzio che fa parte del normale decorso informativo. Dico di più che La Sicilia era obbligata a pubblicare la risposta. Si chiama diritto di replica. Sul contenuto delle due dichiarazioni è normale che siano opposte. Da ora in poi questi due personaggi non hanno più a che vedere con la pagina sportiva, ma, purtroppo, con quella giudiziaria, per via dei vari procedimenti in corso sia in sede civile che penale”.

 

 

Russotto: “Non sarei mai andato via da Catania, mi piacerebbe restare”

Ospite della trasmissione televisiva Unica Night condotta da Federico Lo Giudice Alessandro Fragalà, l’ormai ex attaccante rossazzurro, Andrea Russotto, ha parlato di una sua possibile permanenza alle pendici dell’Etna in presenza di un progetto serio: 

Penso di aver espresso più volte la volontà di continuare in questa realtà, ho fatto veramente tanto per tornare a Catania e naturalmente laddove ci fosse la possibilità e l’occasione mi piacerebbe restare, naturalmente sono tante le cose che devono intrecciarsi perché qui non si parla solo della mia volontà, ma dovrà anche esserci la volontà di una futura società nel volermi tenere e nel sposare un progetto futuro insieme“. 

Devo tanto a Cava de’ Tirreni e al presidente della Cavese che mi ha dato l’opportunità di vivere una bellissima realtà, lo ringrazio ancora di più perché mi ha lasciato andar via in un momento difficile, eravamo ultimi in classifica e non era facile cedere i giocatori, la squadra doveva rafforzarsi ma parlando con lui sono riuscito a tornare qui“.

Per me la chiamata del Catania è valsa più di mille cose, se non fosse stato Catania, non sarei andato via da Cava perché non posso dir di no al Catania. Siamo riusciti a trovare un accordo e sono tornato. Non sarei mai andato via da Catania, l’ho praticamente saputo tramite la presentazione del mister. Non avrei pensato mai tutto ciò, anzi, pensavo di aver fatto un bel campionato“.

(Foto: calciocatania.it)

Ghirelli: “Quando muore un club con questa storia c’è solo tristezza”

Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, è intervenuto ai microfoni di TuttoC.com tornando a parlare del “caso Catania”: 

Penso che il Catania avrebbe potuto terminare la stagione se prima la SIGI e poi le fasi successive fossero state realtà consistenti. Questo purtroppo non si è verificato, devo dire anche con mancanza di impegni che la città di Catania aveva manifestato a un certo punto. O non ci si è fidati o si è allentata questa voglia. Quando muore un club con questa storia c’è solo tristezza. Negli ultimi due anni abbiamo avuto due storie: il Trapani e il Palermo. Con i primi, c’è stata la tristezza per l’esclusione ma anche la soddisfazione che le regole funzionano. Il Trapani venne eliminato grazie a una regola nuova: con due stipendi saltati, finisce tutto. L’obiettivo non è portare tutti i club fino alla fine ma fare in modo che venga garantita fino alla fine la regolarità. La stessa cosa per certi aspetti vale per il Catania“. 

(Foto:ragusaoggi.it)