Catania Mood
Prof. Faraci: “54 mln di debito dal 2013 hanno ucciso il Catania”

Il professor Rosario Faraci, docente universitario, ordinario di Economia e Gestione delle imprese, ha rilasciato un’interessante intervista ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”:

“Aspettiamo quale sarà il nuovo assetto societario e di governance che si delineerà in risposta al bando del Comune e capire in che modo la nuova proprietà sarà in grado di allestire una squadra competitiva per la Serie D.

I tifosi dovranno continuare quello che hanno sempre fatto in modo encomiabile sia in Serie A che quest’anno in Serie C, riempiendo il “Massimino”.

Ha pesato il forte indebitamento dal 2012 al 2020: di recente ho letto i bilanci ufficiali della società e ultimamente era rimasto sostanzialmente ai livelli del 2013 cioè superiore a 54 milioni di euro”. 

Carlino (TuttoMercatoWeb): “Maggio mese importante per futuro Catania”

Giornalista catanese per TuttoMercatoWeb e Goal.Com. Segue da anni le vicende rossazzurre del Calcio Catania, oltre ad esserne tifoso. È con noi, per la rubrica Mood Ospite, l’amico e collega Andrea Carlino. Una bella chiacchierata sul difficile momento che attraversa il calcio ai piedi dell’Etna, con il fallimento dello storico club rossazzurro giunto lo scorso dicembre e con l’esclusione dal torneo arrivata appena dieci giorni fa.
Buona lettura.

Andrea, innanzitutto grazie per aver accettato l’invito della nostra redazione. Trascorsa bene la Pasqua?

“Buongiorno a voi tutti e grazie per l’invito. Sì, la Pasqua l’ho trascorsa bene. Si riassapora la normalità dopo due anni particolari”.

Sabato sarebbe stato il giorno del derby col Palermo, invece sappiamo tutti qual è la realtà. Che sensazione ti fa vedere il Catania fuori dai radar?

“Male, molto male. Se il Catania fosse fallito a luglio 2021, forse adesso staremmo a parlare di un’altra storia. In Serie D, ma di altri risvolti. Invece è stata agonia, infamante per la città, logorante per i calciatori e lo staff tecnico che, bisogna sottolinearlo, si sono rivelati, invece, dei veri uomini”.

Negli scorsi giorni il Comune di Catania ha mosso i primi passi verso il bando che assegnerà il nuovo Catania ad un nuovo proprietario. Secondo te, quanto tempo bisognerà attendere per vedere qualcosa di concreto?

“Se dovessimo pensare ai tempi della politica, ho paura che dovremmo aspettare molto. Ancora non ci rendiamo realmente conto di cosa è successo e forse serviranno anni per capirlo. Il Catania non ha finito il campionato, una circostanza che si è verificata raramente nel calcio. Un’onta da cancellare al più presto e spero che la politica lo capisco. Bisogna fare presto e anche bene, non bisogna essere frettolosi. Affidarsi al “primo che capita” sarà una soluzione praticabile nel breve periodo, ma alla lunga potrebbe non pagare. Immagino, dunque, a maggio ci possano essere delle novità interessanti”.

Riguardo alla domanda precedente, quali sono le tue sensazioni? Pensi possa esserci il rischio di una ripartenza anche più in basso della D?

“La ripartenza dalla Serie D con una nuova società può fare gola ad alcuni imprenditori, ma la sensazione che possa arrivare un papa “straniero” è alto. Il tessuto socio-economico catanese è in depressione, la fine del Calcio Catania rifletta quanto accade a livello sociale. Banale scriverlo, forse, ma credo che non ci siano altre chiavi di lettura. Difficile, dunque, ipotizzare un solo imprenditore “forte” al capo della nascente società. A livello locale la vedo dura. Spero che ci possano essere imprenditori che voglia di investire su un territorio che ha tante potenzialità inespresse. La burocrazia esasperante, l’inefficienza, però, hanno attanagliato tutti i settori della nostra vita. Per un gruppo lontano dalla nostra realtà non sarà facile investire. Se arriverà qualcuno dovrà avere delle solide garanzie, prima che sportive, sociali ed economiche da parte dell’amministrazione. Ormai fare calcio è solo business e anche se dovesse venire l’emiro o lo zio d’America dovranno avere le garanzie giusto per rientrare o addirittura guadagnare dall’investimento. Col calcio, però, almeno fino alla Serie B, è puro e semplice mecenatismo”.

Linea Oro
Catania, tutto fumo e niente arrosto (per ora)

Il fallimento del Calcio Catania avvenuto a dicembre e la conseguente esclusione dal campionato a tre giornate dal termine dello stesso hanno creato tanti problemi in primis alla piazza etnea e ai suoi tifosi, e in seguito anche alle varie piazze partecipanti al campionato di Serie C che si sono trovate in svantaggio a seguito di questa situazione rocambolesca. 

Il Catania deve ripartire ma non si sa ancora da quale categoria, siamo tutti in attesa dei vari procedimenti burocratici provenienti dai vari enti competenti quali FIGC e anche dal comune della città dell’elefante con conseguente bando comunale per garantire un futuro calcistico stabile.  

Sui vari social incominciano a circolare i primi nomi per quel che riguarda presunti interessamenti, ma ovviamente, si tratta solo di ipotesi tant’è che anche La Gazzetta dello Sport esclude l’istituzione di una cordata locale, e addirittura nega il possibile interesse legato al gruppo Della Valle per quel che riguarda l’acquisizione del nuovo titolo sportivo. 

 

Marco Biagianti: “Ho pianto. Chi non lo ha fatto per il Catania?”

Il Team Manager della Meta Catania – Futsal, Marco Biagianti, ha rilasciato un’intervista ai microfoni de “La Sicilia”, ritornando inevitabilmente sulla questione radiazione del Calcio Catania:

«Quando il Tribunale ha aperto le aste speravo si potesse risolvere. Il prezzo per gli acquirenti era basso rispetto ai debiti annullati dal fallimento. Mentre su Mancini non ho mai creduto potesse risolvere la crisi.

Nel futuro c’è bisogno di gente che dia sicurezza alla città. Quando il Tribunale ha chiuso tutto mi sono sentito vuoto, mai potrò cancellare quello che ho vissuto. Ho rivisto, foto, video. Ho pianto. Chi non lo ha fatto a Catania?».

(foto: padovasport.it)

Mascara: “Ecco cosa è successo: dal comportamento del Tribunale a Ghirelli”

Nell’intervista concessa da Peppe Mascara ai microfoni dell’emittente televisiva locale, Telejonica, l’ex attaccante del Catania fa il punto della situazione dopo la radiazione del club rossazzurro dalla Serie C:

Il fatto che sia stata messa la parola fine è tremendo per la città, i tifosi. Ormai è di moda perché tante altre squadre stanno facendo questa fine. Devono cambiare le teste ai vertici del calcio, inserendo gente che capisca di calcio e comprenda le esigenze di calciatori e staff. Adesso bisogna avere pazienza e sono sicuro che il Catania in D sia appetibile a tanti, perché senza debiti è più semplice ripartire.

Il Tribunale ha fatto un bando, la prima volta la PEC non è arrivata ma il Palazzo di Giustizia ha finto di non capire, la seconda volta ti convocano e tu non porti i soldi ma dici di farlo in un altro momento. Poi consegni una somma parziale di quanto richiesto per la firma del rogito.

Perché? La verità che è brutta da dire, è che già tre anni fa doveva succedere quel che è accaduto. Allora oggi ti saresti trovato magari in C con zero debiti, tifosi tutti allo stadio e avremmo parlato di altro. Ghirelli? E’ stato messo con le spalle al muro e non sapeva più che pesci pigliare, mentre gli altri club ad un certo punto facevano pressione”.

(fonte foto: goal.com)

Catania femminile: mister Scuto non molla, le ragazze si allenano

Le ragazze di mister Peppe Scuto non si fermano anche se il Brolo ha sostituito il Catania femminile nel campionato di Serie C:

“Con l’Under 15 avevamo vinto il campionato e avremmo affrontato il Palermo nella finale regionale. Ho tenuto 22 ragazze nella speranza che qualcosa di positivo possa capitare da qui a qualche mese. Andremo avanti fino a fine maggio anche se non possiamo disputare amichevoli, visto che si tratta di ragazzine da far crescere non si può stare fermi”.

Nel pezzo de “La Gazzetta dello Sport”, Giovanni Finocchiaro aggiunge dettagli sulle giovani atlete che fanno spola da Comiso (vedi la centrocampista Chiara Fiorile, 16 anni) chi da Sortino in autobus (l’altra centrocampista Cristina Lanteri).

(foto: quellidel46)

 

Biondi Catania
Serie B, Biondi e il Pordenone retrocessi aritmeticamente

Tornato da pochi giorni in Friuli in seguito all’esclusione dal campionato di serie C del Catania, Kevin Biondi ha “subito” un altro pesante verdetto: i neroverdi friulani infatti sono aritmeticamente retrocessi in terza serie in seguito ai risultati giunti nel pomeriggio di serie B. 

Il Pordenone che giocava “in casa” (si fa per dire dato che i ramarri hanno disputato le loro gare in casa al “Guido Teghil” di Lignano Sabbiadoro) ha perso pesantemente contro il Benevento che lotta per la promozione in A con risultato finale di 1-4. 

Piccola annotazione, Biondi non sedeva nemmeno in panchina. 

(Fonte immagine: CalcioCatania.it)

 

Catania
Baldini e Greco: esordio amaro a Vicenza

Mister Francesco Baldini, neo allenatore del Vicenza, esordisce con una sconfitta interna al “Menti”.

Non è bastato il gol in apertura di Dal Monte perché il Perugia prima ha acciuffato il pareggio con Curado nel primo tempo, poi ha completato il sorpasso con Segre al 57′. 

Nemmeno l’ingresso di Jean Freddi Greco ha permesso ai biancorossi di raddrizzare il match.

(Foto: calciocatania.it)

Catania al 12° posto tra le tifoserie d’Italia con 600mila supporters

Sesta area metropolitana d’Italia per dimensioni, nona città più popolosa (ricordiamo che la fuga dei catanesi presso i paesi pedemontani e limitrofi inganna le statistiche che altrimenti sarebbero ben diverse), e la dodicesima tifoseria d’Italia.

Una recente statistica riporta questo dato: il Catania può contare sull’apporto di circa 600mila tifosi in Italia, senza tenere conto di quelli sparsi in Europa e nel resto del mondo. Insomma, una tifoseria che dovrebbe stabilmente permanere in Serie A e che invece oggi si trova a ricostruire dalle fondamenta 76 anni di storia dilapidati dalla vecchia proprietà e dai suoi predecessori.

(foto: calciocatania.it)

Cristiano Lucarelli: “Catania? Con l’entusiasmo dei tifosi risalirà presto”

Ha sfiorato la promozione in Serie B pochi anni addietro, ora allena la Ternana dopo averla condotta nel campionato cadetto a culmine di una cavalcata trionfale. Cristiano Lucarelli ha parlato del Catania e della vicenda dell’esclusione:

“A Catania ho vissuto due anni importanti, il calcio perde una grande piazza, ma sono convinto che si assisterà a una risalita con una nuova proprietà  e l’entusiasmo che i tifosi sanno trasmettere”.

Questo il messaggio che l’ex allenatore del Catania ha voluto trasmettere ai tifosi rossazzurri, augurando una pronta risalita verso il calcio che conta e auspicando una nuova proprietà imminente e solida.

(Foto: Filippo Galtieri)