Davide Baiocco, capitano rossazzurro che ha vestito la maglia dell’elefante per ben 131 occasioni tra il 2005 e il 2009, si è raccontato in un’intervista realizzata dalla redazione di footballnews24.it. Ecco quanto riportato:
“Ho deciso di vivere in questa città per un insieme di cose: perché mio figlio vive lì, perché sono legato a una seconda casa, perché è una terra splendida con delle persone che a livello empatico ti entrano dentro, ti danno tutto e ti fanno sentire il loro affetto e il loro calore, anche a distanza di 10-15 anni. Credo che questa sia una bella caratteristica per scegliere un posto dove vivere, dove i rapporti siano puri, veri, empatici, calorosi, affettuosi, e Catania per me è stata tutto questo. Di conseguenza questo legame è stato per me quasi naturale. Tutti conosciamo la magnificenza della Sicilia e di Catania, la sua bellezza paesaggistica, c’è tutto: il mare e l’Etna, un connubio incredibile. Tutti questi fattori hanno fatto sì che il mio legame con Catania sia diventato così forte e profondo. Aver condiviso gioie, dolori, una vittoria di un campionato, momenti molto difficili, momenti esaltanti che hanno permesso a Catania di ritagliarsi un posto importante lì dove merita, la Serie A, ha fatto sì che per me questa maglia diventasse speciale. Alcuni momenti sono stati per me significativi a livello emotivo e mi hanno fatto crescere, rendendomi un uomo migliore, anche e soprattutto i momenti più difficili: ricordo un Catania-Chievo, partita da dentro o fuori al primo anno di Serie A, una delle sfide più emotivamente cariche che abbia vissuto in vita mia. Credo che imparare a reagire alle difficoltà nella vita faccia la differenza in tutto ciò che facciamo. Sono sicuro che il Catania ripartirà, i catanesi lo sanno meglio di me: Catania è stata distrutta sette volte e ha ricostruito in momenti molto più difficili di questo come città, non solo come entità calcistica, quindi ha tutte le potenzialità per ripartire e lo farà. Il punto focale è capire il come: quindi sarà fondamentale trovare le persone giuste, che vogliano programmare“.