Jefferson Andrade Siqueira è il bomber che ogni squadra vorrebbe vantare nel proprio organico. Sempre sorridente, allegro, amante della vita, prolifico, risolutivo, abilissimo di testa e altrettanto con i piedi. Lo abbiamo ribattezzato “Jeffersogno” perché ha tutte le qualità per far innamorare i bambini del calcio e, in particolare, del Catania.
Ne è prova schiacciante la dedica del piccolo Dylan Viglianesi, 8 anni, che vi abbiamo documentato nei giorni scorsi: il suo idolo gonfia la rete con regolarità spaventosa e una media mai sentita prima da subentrante, 7 reti su 7 ingressi in corso d’opera in cui immaginiamo il cartello “scusate il ritardo”, prima dell’abbraccio con il guerriero Sarao, staffetta consueta, e il primo tocco dei tacchetti sull’erba. Poi, presto, prestissimo, è subito gol.
Consente, a grandi e piccini, di sognare, di immaginare un Catania forte e proiettato a ben altri palcoscenici. Sarà per la naturalezza dei suoi movimenti da attaccante di razza, sarà per la straordinaria cornice di pubblico, che dimentichiamo anche il nome dell’avversario durante il match e non per senso di superiorità, ma perché siamo parte di una leggenda dalla copertina rossazzurra e solo noi tifosi e la maggior parte dei calciatori che transitano sotto l’Etna possono comprendere.
Puntualizziamo che sarebbe sciocco e controproducente prendere sottogamba l’antagonista di turno: noi siamo il Calcio Catania, ma giochiamo il campionato di Serie D al pari di tutte le avversarie che scendono in campo per giocarsi la partita dell’anno, se non della vita, e spesso ci riescono pure. Spocchia e boria lasciamole agli ignoranti! Per loro è un piacere sfidarci, per noi è un piacere accoglierli.
Tornando a Jefferson, il fascino intramontabile dell’attaccante brasiliano, da Pelé a Zico, da Ronaldo a Neymar, fa il resto. Dylan e tanti bambini catanesi che grazie ai genitori, agli zii e ai nonni si approcciano per la prima volta al “Massimino” e alle emozioni che sono l’impianto di Piazza Spedini sa regalare, si innamorano facilmente del bomber brasileiro che entra e segna facendo sembrare qualsiasi gesto tecnico e atletico, la sponda per il compagno, l’apertura sulla fascia, il colpo di testa acrobatico e il destro vincente, le cose più semplici del mondo. Ecco, è in quel preciso momento che tutti “i Dylan di Catania” dicono a mamma e papà che sognano di diventare calciatori, di indossare la maglia rossazzurra in Serie A e segnare sotto la Curva. Ecco perché “Jeffersogno”. Ecco perché Catania si è innamorata di Jefferson, e viene riamata. Eccome!