Nel 2021, in piena pandemia, nell’aeroporto di Catania sono transitati 4 milioni e 632mila passeggeri, contro i 4 milioni e 412mila che hanno usufruito, invece, di Roma Fiumicino, terzo lo scalo di Milano Malpensa, con un totale di 3 milioni e 874mila passeggeri (fonte: www.notizie.it).
L’aeroporto di Roma Fiumicino, e parimenti Malpensa, sono stati fortemente penalizzati dalla pandemia in quanto gli scali che precedevano voli internazionali venivano registrati come tali e non come “nazionali”. Ciononostante, i numeri sono da capogiro dato che il Coronavirus ha colpito anche lo scalo etneo.
Rosario Pelligra lo sa bene. Questi numeri sono stati al vaglio del suo entourage prima di elaborare e presentare il dossier pre-manifestazione d’interesse al Comune di Catania e aggiudicarsi la possibilità di costruire la squadra dio calcio più rappresentativa della città.
I progetti a lungo termine, lo abbiamo ribadito reiteratamente ma non smetteremo di farlo pur se tacciati di ridondanza, rappresentano per la squadra e per la città un humus imprescindibile su cui piantare il seme della rinascita a ogni latitudine, non solo in ambito calcistico.
E’ lapalissiano che i problemi della città non possono essere risolti dall’aeroporto di Fontanarossa che ambisce, peraltro, a diventare hub del Mediterraneo intercettando turisti da Indonesia, Giappone, Corea del Sud, India e Cina (e non ci meraviglierebbe in un futuro non troppo lontano, dall’Australia…), ma dato che siamo sempre pronti a lamentare (giustamente) inciviltà, mancanza di infrastrutture adeguate a una “piccola metropoli”, amministrazioni comunali scadenti e problematiche socio-economiche, occorre anche sottolineare il buono che c’è, ripartire da esso, costruire da esso. Pelligra questo, lo sa.
(foto: catania ssd)