Se non lo avete già fatto, leggete i commenti della gente. Su Catania Mood, ma vale anche per pagine e testate giornalistiche con un seguito maggiore, l’entusiasmo si tocca con mano ormai da giugno. A distanza di sei mesi, il neonato Catania SSD è passato da un incessante lavoro certosino e privo di sterili proclami a verità assolute incontrovertibili: primato in classifica, alle spalle una voragine, miglior attacco, miglior difesa, miglior differenza reti d’Europa nei principali campionati dalla prima alla quarta divisione.
E ringraziamo il presidente Rosario Pelligra, un 43enne che sembra aver vissuto almeno tre vite. Quando molti di noi, a 18 anni, erano impegnati a prendere a pallonate le saracinesche dei garage antistanti il nostro appartamento, Pelligra studiava già da grande imprenditore, seguendo le orme del padre. I risultati, oggi, sono davanti agli occhi di tutti: un fatturato impressionante, da far sobbalzare gli sceicchi, ma non è questo l’unico elemento su cui far confluire la nostra concentrazione.
Pelligra è legato in maniera viscerale alla terra che diede i natali al nonno e ai genitori. Il suo vernacolo, quello slang unico, intarsia alla perfezione inglese, australiano e catanese con cadenza riconoscibile. Gli sceicchi lanciano denaro come se piovesse da un dirigibile, Pelligra prima pensa, poi progetta, infine agisce. L’implementazione, in tutti i suoi progetti che non sempre hanno a che vedere con il calcio (uffici, centri commerciali, campi da golf di livello internazionale e molto altro), sorgono su basi solide, quelle della professionalità supportata da un impero meritato sul “campo”, tra gavetta e intraprendenza.
Godiamocelo questo presidente. Vuole creare un Catania “capace di vivere anche senza di me”, alcuni storcono il naso e si chiedono: “perché, pensa già di andare via?”. La risposta, ovviamente, è no. Pensa, semplicemente, da imprenditore che ha a cuore le sorti della nostra città e della squadra di calcio che ne identifica i colori dal 1946.
Pensa da “artista del denaro”, da colui che non ha il portafogli pieno e spende, ma ha il cuore colmo di passione in quello che fa e il cervello trasbordante di idee innovative e lungimiranti. E si è costruito un impero guardando papà negli occhi e riflettendone ideali e valori sugli affari e quando si costruisce qualcosa sui sentimenti, che sia un’azienda dal fatturato miliardario, un negozio di ferramenta, un bar, un obiettivo o un sogno, il risultato non può non essere strabiliante. Pensa da Pelligra, pensa da catanese, con quel pizzico di malinconia e sano realismo che ci accompagnano ovunque, dal Nord Italia alla Germania, dagli Stati Uniti all’Australia. Siamo ovunque, tutti diversi eppure tutti uguali. Il nostro presidente sente queste vibrazioni perché il suo DNA è una catena rossazzurra che si lega ai nostri.
(foto: ciaktelesud.it)