Il Catania chiude in bellezza, con l’ennesima vittoria casalinga, il primato, i record di miglior attacco e miglior difesa e, soprattutto, una classifica che sorride dato che ha mantenuto 10 punti di distacco da Lamezia e Locri alla fine del girone d’andata.
Martedì 27 dicembre la squadra riprenderà gli allenamenti sotto l’egida di mister Ferraro dopo aver goduto della sosta natalizia da trascorrere rigorosamente con le rispettive famiglie.
Chi non avrebbe firmato per arrivare al 22 dicembre con tutto il girone d’andata già in archivio, il primo posto in classifica, e un sono +10 sulle seconde? Riteniamo di poter rispondere, con consenso unanime, che qualsiasi tifoso rossazzurro avrebbe apposto il proprio “autografo” senza nemmeno rifletterci su.
L’involuzione sul piano del gioco, giustificata da tante, troppe assenze anche reiterate in ogni reparto (Litteri, Alessandro Russotto, Scognamiglio, Di Grazia ecc.), le difficoltà burocratiche che non hanno permesso ad Agostinho, un 2004, ricordiamolo, di scendere in campo offrendo a Ferraro un’alternativa a Vitale variando modulo e uomini come è accaduto ieri con Lubishtani, i limiti logistici del quartier generale di Ragalna, lontano dalla città, che ha influito sulla crescita mentale e atletica del gruppo squadra soprattutto rammentando la folle corsa verso il top della forma iniziata a pieni ranghi molto dopo rispetto alle altre contendenti: non rappresentano alibi ma occasioni di riflessione.
Ed, effettivamente, dovremmo riflettere maggiormente sul primato e sul vuoto lasciato alle spalle. Certo, il campionato è ancora lunghissimo, diciassette partite significano 51 punti in palio, praticamente come se il torneo iniziasse l’8 gennaio 2023 a Ragusa. Non abbiamo fatto ancora nulla, ma s’è fatto tanto. Scacciate e panettoni, spumante d’inizio anno, poi sarà solo Catania.
(foto: catania ssd)