Catania Mood
Lopez (NotiziarioCalcio): “Rispetto per i tifosi del Catania! Non parlate a vanvera”

Partiamo dal titolo: Catania, non si sa neppure chi farà rinascere il club e già si specula sul calciomercato”. Il pezzo, a firma di Nicolas Lopez per notiziariocalcio.com, è molto significativo e ve lo riportiamo citandone l’autore, cosa che facciamo assai di rado ma è quanto mai meritevole dato che ne condividiamo appieno premesse e contenuto:

“Chi sa fa, chi non sa deve arrangiarsi ed inventare. In questi giorni il nome del Catania è in bocca a tanti. Chiacchieratissimo. C’è addirittura chi ha annunciato un calciomercato da sballo facendo persino i primi nomi. Peccato, però, che ad oggi non si sappia ancora di possibili investitori pronti a far ripartire il calcio nella città etnea e di società o presunta tale non esista nulla.

Quindi fare nomi di calciomercato ora è la più subdola speculazione ai danni dei tifosi rossazzurri. Sicuramente qualcuno al Catania ci sta pensando, ed anche intensamente.

È giusto però che si rispettino tempi e modi e che soprattutto si rispetti Catania città ed il meraviglioso popolo che la maglia rossazzurra l’ha sempre difesa”.

Pantanelli a Catania Mood: “Sono certo della pronta rinascita del Catania”

Ieri l’ex portiere rossazzurro Armando Pantanelli, che ha collaborato quest’anno all’interno dello staff tecnico del Catania come preparatore dei portieri, ha concesso un’intervista alla nostra redazione. Si è soffermato, in particolare, sulle possibilità di rilancio del Calcio Catania:

“Nessuna rinascita per il Catania? Beh, che non accadrà nulla ne dubito fortemente, stiamo sempre parlando di una piazza importante come quella di Catania. Una rinascita ci sarà sicuramente, ne sono certo. Il problema sarà capire quanto tempo passerà, e chi si presenterà, anche perché al momento non si vedono grandi investitori all’orizzonte.

Bisogna trovare una persona facoltosa che, almeno per i primi anni, non voglia solo fare business, ma voglia creare un progetto importante che possa comprendere persone competenti e professionali”.

 

(foto: facebook.com)

PANTANELLI CATANIA
ESCL. Pantanelli: “Sigi ha fatto passo più lungo della sua gamba”

L’ex numero uno rossazzurro ai microfoni di Catania Mood per parlare delle vicende rossazzurre, tra passato e futuro

L’ex portiere rossazzurro Armando Pantanelli, che ha collaborato quest’anno all’interno dello staff tecnico del Catania come preparatore dei portieri, ha rilasciato un’intervista alla nostra redazione.
Diversi gli argomenti trattati tra passato, presente e futuro. Un punto di vista importante da parte di chi ha vissuto in prima persona le due fasi, quella ascendente e quella discendente, degli ultimi quindici anni. 

Armando, innanzitutto grazie mille per aver accettato il nostro invito. 

Nel 2006 hai avuto la fortuna di vivere la gioia di una piazza letteralmente impazzita per la promozione in A 23 anni dopo l’ultima volta. Che effetto ti fa oggi vederla così spenta e vuota?

“Le emozioni vissute nel 2006 sono ricordi felicissimi ed indimenticabili. Avendo provato quelle sensazioni, e vedere adesso la situazione attuale, mi provoca un grandissimo dispiacere e rammarico, perché non mi capacito di come possa essere accaduto tutto questo e di come si sia arrivati a questo finale così amaro”.

Tu hai vissuto, purtroppo, anche l’ultima parentesi del Calcio Catania. Cosa non ha funzionato e perché si è arrivati ad un epilogo così amaro?

“Sinceramente parlando, non ha funzionato quasi nulla. La Sigi ha voluto fare il passo più lungo della sua gamba, immettendosi in una complicata situazione da cui non è più riuscita ad venirne a capo”.

La tifoseria catanese è preoccupata perché teme che non possa esserci la rinascita che tutti auspicano. Qual è la tua sensazione a tal riguardo?

“Beh, che non accadrà nulla ne dubito fortemente, stiamo sempre parlando di una piazza importante come quella di Catania. Una rinascita ci sarà sicuramente, ne sono certo. Il problema sarà capire quanto tempo passerà, e chi si presenterà, anche perché al momento non si vedono grandi investitori all’orizzonte”.

Ad oggi, pur non essendo dentro certi meccanismi, ritieni si stia facendo il massimo per dare a Catania un volto nuovo degno di tale nome?

“Purtroppo non credo sia quello il problema. Più che altro, bisogna trovare una persona facoltosa che, almeno per i primi anni, non voglia solo fare business, ma voglia creare un progetto importante che possa comprendere persone competenti e professionali”.

Polito (Bari): “Bisogna ripartire dalla D prendendo l’esempio di Bari e Palermo”

Intervenuto ai microfoni di Telecolor, l’attuale direttore sportivo del Bari, ed ex portiere rossazzurro Ciro Polito ha parlato così della situazione vissuta dal Catania:

Adesso bisogna ripartire dalla D con una società solida, costruendo un grande Catania per il futuro, la squadra più forte di tutti prendendo l’esempio da Palermo e Bari. Puntando su giocatori che hanno voglia di accettare le condizioni della città. Se costruisci una corazzata la differenza alla lunga si vede in D. Con persone che conoscano la categoria, un direttore sportivo con gli attributi, non calciatori a fine carriera, bussando a tante società per prendere i migliori giovani per la D. Non pensando di prendere giocatori che poi saranno di C. Inquadrando una figura che si carichi sulle spalle la città di Catania anche con un grande allenatore. Queste sono le basi per ripartire“. 

(Foto: tuttocampo.it)

Campagnolo: “Tre anni indimenticabili a Catania. Dispiace per la gente”

Andrea Campagnolo indossò la gloriosa maglia del Catania dal 2009 al 2012, totalizzando 8 presenze. L’estremo difensore nativo di Rosà (Vicenza) ha concesso un’intervista in esclusiva ai microfoni di Vocesportarena.com.

Ve ne proponiamo uno stralcio significativo:

“Ho avuto l’onore di essere stato li negli anni migliori. Tre anni in serie A indimenticabili. E’ un peccato vedere finita una grande storia così. Dispiace per la gente, spero che ritornino subito dove meritano e non entro nel merito della situazione.

Purtroppo ci sono tante realtà con queste situazioni difficili. Bisogna capire fino in fondo cosa succede a tante società. Sicuramente aver fatto tanti investimenti azzardati e aver fatto il passo più lungo della gamba, si può ricorrere a questo e anche le varie retrocessioni influiscono nel budget. Vedremo come si risolveranno queste situazioni”.

(foto: vocegiallorossa.it)

Playoff – I catanesi segnano ma il Palermo fa fuori la Triestina

Davanti a un “Barbera” che non si vedeva così colmo di gente dal match di playoff Italia-Macedonia del Nord, la Triestina cerca di beffare i rosanero ma ci ha pensato Luperini al 96′ a riacciuffare il pareggio.

Dopo la vittoria al “Nereo Rocco” (1-2) il Palermo aveva già messo in cassaforte il passaggio ai quarti di finale nonostante il duplice tentativo dei marcatori finiti sul taccuino del direttore di gara all’andata e al ritorno.

Due catanesi: il terzino destro Francesco Rapisarda, goleador all’andata, e l’attaccante Gianluca Litteri, hanno provato a tenere a galla le speranze degli alabardati. Nemmeno l’inzuccata del bomber che aveva gelato il “Barbera” al 77′ è stata sufficiente ma, magra consolazione, per i catanesi Litteri e Rapisarda resteranno negli album dei ricordi i gol siglati nel loro personalissimo derby.

 

 

(foto: facebook.com)

Cristiano Lucarelli: “Catania rinascerà come la fenice. Serve trasparenza”

Oggi allena la Ternana che ha condotto prima in Serie B dopo una cavalcata inarrestabile, poi alla salvezza nel campionato cadetto. Ma Cristiano Lucarelli non dimenticherà ma Catania:

“Non passano più di tre mesi e con mia moglie torniamo a Catania. La città è entrata nel nostro cuore, abbiamo tanti amici e un po’ di tristezza per l’assenza del calcio dalle categorie professionistiche – dichiara ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”-. I catanesi sono come l’araba fenice, risorgono dalla polvere, come nel 1993. Lo spirito di rivalsa e l’amore dei tifosi spingeranno il Catania verso il grande calcio. 

Chiunque dovesse arrivare dovrà essere sincero con la piazza: la storia del Catania lo merita. Mi auguro possa palesarsi un gruppo solido, per ripartire servono rispetto, trasparenza e soldi. Un ricordo indelebile? La colletta dei tifosi per affrontare una trasferta, un gesto emozionante, ho toccato con mano la loro passione”.

(foto: calcioatalanta.com)

“Nazionale siciliana”: c’è anche il portiere Stancampiano tra i convocati

L’ex portiere del Catania, Giuseppe Stancampiano, è stato convocato dal C.T. della “Nazionale siciliana”, Giovanni Marchese in vista del prossimo campionato europeo di calcio a 11 per Nazionali Maggiori della Confederation of Independent Football Association (CONIFA) che si svolgerà a Nizza dal 3 al 12 giugno.

L’estremo difensore, palermitano di nascita e attualmente svincolato, si è messo a disposizione del tecnico. Un giocatore d’esperienza che nella stagione in maglia rossazzurra ha alternato qualche papera di troppo a prestazioni maiuscole, in particolare nel derby col Palermo vinto dagli etnei per 2-0 lo scorso 12 dicembre. 

 

(foto: tuttocampo.it)

Marco Coppa: “Il fallimento è iniziato anni fa, non oggi”

Marco Coppa, allenatore che ha guidato Sporting Taormina, Paternò, Giarre, Leonzio e in ultimo Biancavilla, ha parlato del fallimento della squadra etnea ai microfoni di TuttoC.com. Ecco quanto riportato ufficialmente: 

Non mi aspettavo questo epilogo, pensavo si salvasse. Il fallimento comunque è iniziato anni fa, con una gestione che non ha niente a che vedere con il calcio, il Catania non è fallito oggi. L’unica via d’uscita sarebbe stata un grande investitore che avesse la possibilità. Tacopina era il personaggio giusto, che però si è tirato indietro. In merito a possibili cordate, so che una è superiore all’altra, mi auguro che Gaucci o qualcun altro possa far ripartire i rossazzurri“.

Pulvirenti? Un imprenditore che nel passato ha avuto una grande forza economica e che sicuramente ha fatto bene al Catania. Ma che ha commesso anche degli errori. Baldini invece sta dimostrando di essere davvero bravo, deve tanto a Catania che si può dire lo ha consacrato negli scorso mesi. E Catania deve tanto a lui perché ha tenuto compatto il gruppo. Uno sposalizio importante“.

Mio futuro? È incerto. Voglio continuare a fare l’allenatore anche se ho la licenza per direttore. Spero però di restare in panchina, lavoro che mi emoziona, altrimenti mi siederò dietro la panchina. Dico sempre che anche nei dilettanti chi ricopre il ruolo di direttore deve avere un titolo conseguito“. 

(Foto: CataniaToday)

MODENA CATANIA
ESC, Sabattini (Gazz. di Modena): “Catania riparta dal territorio. Modena rinata grazie ai modenesi”

Catania e Modena hanno avuto due destini paralleli, anche se in tempi diversi. I canarini, freschi di successo con la promozione in Serie B, hanno vissuto un periodo molto simile a quello vissuto dai rossazzurri nel 2017. In considerazione di ciò, abbiamo chiesto lumi ad un collega modenese, cercando analogie con quanto accaduto in Emilia qualche anno fa, e provando a capire se a Catania si sta percorrendo la strada giusta

Il Modena ritorna in Serie B dopo anni di sofferenza. Avendo vissuto in prima persona un’esperienza del genere, ritieni sia rigeneratrice una ripartenza dagli inferi?

“Modena, così come Catania, ha vissuto anni decisamente bui. La mancata promozione in A nel 2013, ha avviato una regressione culminata con il fallimento e la radiazione. È inutile negare che la ripartenza è stata difficile, anche perché, a differenza di Catania chela radiazione è arrivata ad aprile, praticamente a campionato concluso, a Modena arrivò ad inizio stagione. Ripartire dal basso può fare soltanto bene, anziché vivacchiare, anche perché a quel punto il fallimento diventa inevitabile. 

Catania e Modena hanno avuto un percorso abbastanza simile con la esclusione dal torneo. Riscontri anche tu delle analogie?

“Si, percorso analogo a parte le tempistiche, come detto pocanzi, e il fatto che, a differenza del Catania, il Modena non ha potuto disputare le sue ultime gare al Braglia per un divieto da parte del Comune. Ritengo che quando ci sono delle situazioni così complicate, non si dovrebbe procedere nemmeno con l’iscrizione, perché altrimenti poi subentrano tanti casini”.

Ci racconti qual è stato tutto l’iter che ha portato all’iscrizione del Modena in Serie D? Ritieni a Catania si stia percorrendo la strada giusta?

“Diciamo che l’iter è pressappoco simile per tutti, cambiano le possibilità che quella piazza riesce a dare, soprattutto a livello attrattivo. Il Modena, ad esempio, riuscì a ripartire dalla quarta serie, la prima dilettantistica, riuscendo dopo un po’ a ottenere nuovamente la vecchia denominazione, ovvero FC Modena. All’epoca, la nuova proprietà puntò tantissimo sui giovani. Ricordò che si acquistò parte del settore giovanile di una società locale”.

Al primo anno di Serie D il Modena non riuscì a centrare la promozione raggiungendola l’anno successivo. Quanto bisogna spendere per vincere senza patemi d’animo?

“Il Modena aveva costruito una rosa di 43 giocatori. Non aveva speso poco, ma quell’anno lì c’è stata l’esplosione della Pergolettese, che nello spareggio finale col Modena, riuscì a sorpresa ad ottenere la promozione ai danni dei canarini. Credo che i soldi giochino un ruolo importante, ma bisogna anche conoscere bene la categoria e mettere al posto giusto le persone giuste, perché la D è un campionato dove ogni anno ci sono degli exploit inaspettati”.

A Modena i nomi degli investitori interessati si sapevano già prima del bando o si seppero soltanto dopo la pubblicazione del bando comunale?

“I nomi degli investitori si sapevano già prima del bando. Si trattava di cordate locali. La prima che saltò fuori fu quella dell’avvocato Samorì, con il suo staff che doveva comprendere pure Setti, l’attuale proprietario dell’Hellas Verona. Ci fu anche un gruppo rappresentato da Luca Toni ed un altro da Romano Sghedoni, presidente del gruppo Kerakoll. Il bando è servito soltanto per capire chi di questi avrebbe aggiudicato il nuovo titolo, ma i nomi, a livello ufficiale, si sapevano già prima, anche perché l’organigramma lo componi ancor prima di riuscire a vincere la gara comunale. Comunque, qui si presentarono in tanti, locali e non, e soprattutto gente di calcio”.

Nelle scorse settimane si vociferava di un gruppo modenese interessato al Catania. Credi, valutando da esterno la situazione catanese, possano esserci possibilità che un gruppo abbiente dell’Emilia possa interessarsi ad un progetto per rilanciare il nuovo Catania?

“Ne ho sentito parlare anch’io, ma non so quanto ci sia di vero. Onestamente, sempre se c’è ne sia la possibilità, ritengo sia più opportuno ripartire da imprenditori locali. Qui a Modena, ad esempio, a permettere la rinascita sono stati due grossi gruppi emiliani: Kerakoll e Rivetex, attuale proprietaria. In Serie D, soprattutto in un periodo come questo, è difficile che un imprenditore estero possa investire, magari lo fa appena la squadra arriva in categorie più consone. A parte Bari, quasi sempre la rinascita parte dal territorio stesso. È fondamentale che ci sia gente catanese capace di far ripartire il giocattolo, altrimenti diventa complessa la ripartenza, anche perché la D non dà introiti e gli investitori esteri lo fanno principalmente per business”.