Rolando Maran ne è sicuro: “Catania rinascerai immediatamente”

Le parole di Rolando Maran, ex allenatore del Catania in Serie A nella stagione 2012/2013, nonché recordman di punti ottenuti nella massima serie, ha concesso un’intervista ai microfoni de “La Sicilia.

Ve ne riportiamo lo stralcio che riteniamo maggiormente significativo dato che mai come in questa fase l’ottimismo deve essere contagioso:

“Catania è stampata nel mio cuore. Dire che mi sia dispiaciuto per il fallimento è banale. Ho sperato fino all’ultimo che si trovasse una via d’uscita perché non potrò mai dimenticare l’affetto manifestato dai tifosi nei miei confronti.

Porgo i più sinceri auguri al Catania di una rinascita immediata e sono pure ottimista perché si tratta di una piazza importante particolarmente ambita e poi nella città etnea ho tanti amici veri”.

(foto: ilgiornaledivicenza.it)

UFFICIALE: Flavio Russo è del Sassuolo: “Ripagherò la fiducia con tutto me stesso””

“Felice e orgoglioso della scelta fatta, ringrazio la società per la fiducia che ripagherò con tutto me stesso”. Si presenta così al “Mapei Stadium”,  scegliendo il proprio profilo Instagram, l’ex giovane promessa rossazzurra, Flavio Russo: 14 presenze e 7 reti nell’ultimo campionato Primavera e 4 presenze in Prima Squadra.

L’attaccante catanese ha firmato un contratto che lo legherà al Sassuolo dove raggiunge l’ex compagno di avventure e sventure al Catania, Luca Moro. A volerlo fortemente è stato il Responsabile del Settore Giovanile del Sassuolo, Francesco Palmieri.

(Foto: MondoPrimavera)

Comune di Catania
Catania, due i gruppi interessati alla rinascita: i romani o i toscani?

Mancano sei giorni alla fatidica data del 18 maggio quando il Consiglio Federale attribuirà un titolo sportivo alla città di Catania e, secondo quanto si legge ne “La Gazzetta dello Sport” all’orizzonte si stagliano due gruppi interessati concretamente a riaccendere calcio ed entusiasmo sotto l’Etna.

Il primo gruppo pare sia composto da una cordata di imprenditori romani (che ovviamente non hanno nulla a che vedere col recente passato), che stanno agendo sotto traccia per evitare il clamore mediatico e, come buona regola impone in questi casi, con decisione ma con altrettanta prudenza.

Il nuovo gruppo invece proviene dalla Toscana (non c’entrano nulla i Della Valle, ndr), ma prende in seria considerazione l’acquisto solo in caso di Serie D. Si tratta di una cordata di imprenditori che ha già agito nel mondo del calcio che conta e che muoverà i primi passi ufficiali, incontrando il sindaco facente funzione Roberto Bonaccorsi, immediatamente dopo l’assegnazione del titolo sportivo da parte della FIGC.

(Fonte immagine: Giornale di Sicilia)

CATANIA
CATANIA, per attrarre interesse devi ritornare ad essere appetibile. Ora lo sei?

Piazza catanese in attesa: cosa si sta realmente facendo per attrarre potenziali investitori?

Tra una settimana sarà il 18 maggio. Sarà la data che stabilirà le sorti del calcio catanese. Serie D o sprofondo in Eccellenza? Dopo il Consiglio Federale, infatti, sarà la FIGC a collocare il nuovo Catania in uno tra i due campionati sopracitati. Nonostante manchino soltanto sette giorni, la sensazione è che si sia davvero in alto mare.

Non è tanto un problema di tempi. In altre piazze, infatti, le tempistiche sono state queste. Il discorso qui è diverso. La situazione del Calcio Catania era, ed è, nota da mesi, per non dire anni. Un po’ da tutte le parti, si è fatto, e si continua a fare, poco o niente. L’amministrazione comunale, ad esempio, poteva certamente mostrare una maggiore interesse alla causa. In che modo?
Innanzitutto, bisognava evitare qualche selfie in più vigilando al meglio affinché l’unica occasione, degna di tale nome, che si era presentata (Tacopina) fosse condotta alla fumata bianca. Onestamente, non ci pare sia stato fatto.
Anche la grottesca questione relativa allo stadio, riteniamo, non sia d’aiuto. Il 13 maggio del 2021, esattamente un anno fa, il Comune annunciava un importante intervento di ristrutturazione del vecchio Cibali. Gli interventi avrebbero dovuto avere inizio la scorsa estate. Da quel giorno, è trascorso un anno e le condizioni del Massimino non sono mutate, anzi si, ma decisamente in peggio: tornelli non funzionanti, assenza di servizi igienici, bar non efficienti, erbacce a bordo campo.
Insomma, non il migliore biglietto da visita per un papabile acquirente. 
Eppure di tempo ne è passato per far sì che, almeno lo stadio, si presentasse con un abito diverso, più elegante, più consono ad una piazza che dovrebbe attrarre imprenditori abbienti, facoltosi. 

L’attenzione si sposta, adesso, alla piazza stessa, tifosi e non. In altre, nonostante la cocente delusione per il fallimento avvenuto, si respirava tangibilmente una voglia matta di chiudere col passato e ripartire da zero più forti di prima. Qui, invece, non sono mancati discorsi distorti del tipo “con un nuovo Catania mai più allo stadio”. Un imprenditore che teme di non poter avere l’appoggio dei tifosi, raffredda il suo interesse ancor prima di palesarsi.
Anche il lavoro della stampa locale, noi stessi inclusi in quanto operatori dell’informazione, ha probabilmente giocato e sta giocando un ruolo importante. La caccia alla notizia a tutti i costi, anche di “stalkerizzare” investitori interessati. La parentesi Tacopina, è un esempio forte e chiaro. Dovrebbe passare a volte per la testa il pensiero che non tutti gli imprenditori vogliono uscire allo scoperto. Infine, e non per minor importanza, la popolazione, il catanese stesso, che non fa nulla per salvarsi.
La città è dei cittadini, ripeto tifosi e non, ed è un biglietto da visita per tutti, non solo imprenditori che vorrebbero investire nel calcio.
Sporcarla di rifiuti, renderla protagonista per fatti indecorosi e mai per eventi o iniziative che possano elevarla giusto un po’, non fa altro che allontanare chiunque possa pensare di mettere gli occhi sulla città e le mani al portafogli. 

Duole dirlo, anzi scriverlo, ma ad oggi, la totale assenza di gruppi o imprenditori che possano cambiare le carte in tavola, è normale conseguenza di una città che, onestamente, non è più appetibile come un tempo. In molti dicono “ah, siamo la nona città d’Italia” ma, ad essere onesti, facendo un giro per la città, non tralasciando alcun aspetto, questa città cos’ha per essere definita tale? 
Forse in molti dovrebbero iniziare a riflettere e, successivamente, agire per far si che Catania, non solo a livello calcistico, possa ritornare ad essere quel modello da seguire. Perché in caso contrario, il rischio è che l’abisso, che in molti pensano si sia definitivamente toccato, ancor non è del tutto stato raggiunto.

Colucci: “La questione Catania mi ha infastidito parecchio. Ho un rapporto speciale con la città”

Intervenuto sulle colonne del quotidiano locale La Sicilia, l’ex giocatore rossazzurro Giuseppe Colucci ha parlato così della situazione vissuta in casa Catania:

La questione Catania mi ha parecchio infastidito, perché con la città ho un rapporto speciale e un legame forte. La situazione già infelice che si trascinava da anni si è aggravata e con SIGI sono emersi altri problemi. Il risultato è stato fallimentare, il problema principale è stato non aver portato a termine un progetto mai chiaro neppure ai soci stessi. Catania ora non dovrà basarsi solo sui risultati, la progettualità su larga scala potrebbe beneficiare moltissimo. Purtroppo, spesso per questione di mentalità, ci si preoccupa troppo del cambiamento. A mio avviso Tacopina era seriamente intenzionato a rilevare il Catania, alla fine un investimento l’ha concluso, segno che l’intenzione c’era. Non aver agevolato questo passaggio, a costo di rimetterci qualcosa a livello economico, resta forse il rammarico maggiore“. 

(Foto: calciohellas.it)

Ricordate Bacchetti? Lanciato da Zeman, passò da Catania, ora si gioca la B

Correva la stagione 2015-2016, praticamente ieri. Loris Bacchetti venne messo sotto contratto dal Catania dove totalizzò però soltanto una presenza. 

Il giocatore attualmente milita nella Feralpi Salò che sfiderà il Pescara nella partita di ritorno dei playoff nazionali dopo il pirotecnico 3-3 maturato allo stadio “Adriatico”:

“E’ stata proprio una partita “alla Zeman”, questa – ha commentato il difensore abruzzese a fine partita come riporta “ilpescara.it”– . Lo ringrazierò sempre, mi ha fatto esordire in B. Merito suo, della sua filosofia di calcio, ma un po’ anche mio nel farmi trovare pronto.

Quella fu una grande annata, un’esperienza irripetibile. Ma ora devo pensare al presente, quindi a eliminare il Pescara. Affrontare il boemo ai play-off? Sarebbe davvero affascinante. Per poterlo fare, devo passare il turno giovedì. Ora devo pensare solo a questo”.

Proprio a Pescara, nel 2011, il tecnico boemo lo gettò nella mischia, segnando il suo esordio in Serie B. A Catania invece poca, pochissima gloria per il difensore abruzzese.

(foto: notiziariocalcio.it)

Sergio Pellissier spiega le dinamiche di un buon azionariato popolare

Pezzo e intervista a firma di Vittorio Sangiorgi per “QdS.it”. Il tema è quello dell’azionariato popolare della Clivense,  su iniziativa di Sergio Pellissier ed Enzo Zanin, giocatori simbolo ed ex bandiere del Chievo Verona:

“La nostra idea – spiega Pellissier – è quella di aprire a chiunque tramite un contributo. Chiaramente più si investe, più possibilità si hanno di entrare anche nei meccanismi decisionali. In questo momento chi vuole investire ed entrare nella società deve mettere un po’ di soldi, però vogliamo far partecipare più tifosi possibile.

Vogliamo che i nostri tifosi possano dire ‘anche noi facciamo parte della società’. Non abbiamo il pregiudizio di voler gestire in solitaria la società, ma l’abbiamo aperta a tutte le persone desiderose di dare il loro contributo”.

Una realtà molto diversa rispetto a Catania, come sottolinea il giornalista. Ma l’idea di fondo non è scartabile a priori.

Vi invitiamo a leggere l’intervista integrale al seguente link: 

https://qds.it/calcio-catania-azionariato-popolare-pellissier-clivense-crowdfunding/?fbclid=IwAR1n0kkQ03PkYMFZkuSq4ylGEpUekGtwNrKosva0vollDdZPdWT80xvWE58

(foto: tggialloblu.telenuovo.it)

Morgana (LND): “Catania merita altri scenari”

Il presidente della LND SiciliaSandro Morgana, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Qds.it, soffermandosi sulla fase complicata che il Catania si trova ad affrontare: 

La città di Catania merita questi e altri scenari, è un mio auspicio e una mia speranza, è giusto aspettare la data in cui ci sarà un pronunciamento nel merito“.

Ricordiamo che un’ipotetica risposta da parte della FIGC in merito alla possibile ammissione del nuovo Catania nel prossimo campionato di Serie D potrebbe arrivare verso giorno 18 maggio. 

(Foto: messinasportiva.it)

Teghini
Teghini (SicraPress): “Ecco cosa penso di Morosoli, Gaucci, Tamima e milanesi”

Ai microfoni di Catania Mood risponde il direttore di Sicra Press Umberto Teghini per parlare sulle ultime vicende rossazzurre. Un parere del giornalista, anche conduttore della trasmissione SalaStampa, sulle varie tematiche che riguardano il momento che vive il calcio ai piedi dell’Etna.
Buona lettura.

Umberto, innanzitutto grazie per aver accettato l’invito della nostra redazione. Ancora nove giorni e scopriremo in quale categoria il nuovo Catania giocherà la prossima stagione. Sarà Serie D?

“Credo proprio di sì. Così come avvenuto 3 anni fa per il nuovo Palermo e più recentemente col Bari, peraltro appena ritornato in Serie B. Catania vanta il bacino d’utenza all’altezza, il suo recente passato in Serie A e il non indifferente potenziale sviluppo dell’indotto. La Figc è ben disposta a offrire un posto in Serie D: a patto che ci sia discontinuità col passato…”.

Una volta conosciuta la categoria, bisognerà accelerare con il bando comunale. Gaucci, Tamima Shoes e un fantomatico gruppo milanese. Stavolta ci sarà qualcuno a voler prendere il Catania?

“Vi posso dire una cosa? Ma basta col passato: il passato è passato, punto e basta. Tamima Shoes? Se fossero stati seriamente intenzionati a fondare il nuovo Catania non lo avrebbero sbandierato a destra e a manca, avrebbero magari seguito una prassi professionale e di basso profilo, almeno fino all’annuncio dell’operazione portata a conclusione. E, ancora, smettiamola con i piagnistei e con le dichiarazioni degli ex allenatori e giocatori che ripetono sempre le stesse identiche cose che non portano a nulla. Serve piuttosto una profonda riflessione legata allo stato, peraltro poco esaltante, della città, che vive nell’emergenza quotidiana sotto il profilo socio economico e con una politica non all’altezza, anzi scarsa…”.

Nelle scorse settimane era circolata una voce riguardante un possibile clamoroso ritorno in scena di Antonino Pulvirenti. Fantascienza o pizzico di verità?

“Credo che il ciclo sia finito, il tempo è scaduto: in tutti i sensi”.

Francesco Morosoli ha dato la possibilità al Calcio Catania femminile di continuare la stagione agonistica grazie ad un sostegno economico. Pensi possa esserci qualcos’altro dietro?

“Bene, qualcuno sicuramente lo ringrazierà per questo gesto: a proposito, dove gioca le partite in casa il Catania femminile? E’ possibile per i tifosi vedere le partite? Per il resto, non credo ci sia qualcos’altro: se avesse voluto, l’imprenditore in questione, avrebbe avuto tutto il tempo per dare una mano concreta alla società per evitare il disastro…”.

Il Catania deve rinascere forte e ricco: non è ammesso un “Piano B”

Da 31 giorni Catania è rimasta orfana del Catania. Tra appena 9 giorni si attende l’esito del Consiglio Federale che assegnerà un titolo sportivo alla città, sperando che si tratti della Serie D (come ci siamo ridotti…).

Intanto Riccardo Gaucci, ex patron dei rossazzurri all’inizio del Terzo Millennio, ha lasciato intendere che non può correre da solo e subentrerebbe solo nel caso in cui si presentassero imprenditori forti, che godono già di una pregressa solidità finanziaria. Solo allora il perugino si farebbe avanti con rinnovato entusiasmo.

Sulle altre cordate pseudo-interessate (arabi, italo-americani e italo-settentrionali), nessuna buona nuova, nessuna impennata, nessuna trattativa in fase operativa.

E’ lecito pensare che dopo l’assegnazione del titolo sportivo gli imprenditori possano dare un’accelerata all’operazione ma, scusateci se siamo diventati improvvisamente tutti pessimisti cosmici, il dubbio permarrà fino alla smentita. Il Calcio Catania deve rinascere, forte e ricco, e questo non ammette un “Piano B”.

(foto: Iamcalciocatania)