Catania
Moro palleggia con Flavio Russo, Russini e Monteagudo in B, e i giovani…

Abbiamo già scritto di mister Baldini e dell’italo-malgascio Jean Freddi Greco che dovranno centrare la salvezza col Vicenza attraverso i playoff. Ma gli ex Catania sono tanti e ognuno di loro sta costruendo il proprio futuro.

Se il difensore centrale argentino Monteagudo e l’attaccante esterno Simone Russini sono corteggiati in Serie B (dal Cittadella in particolare), per Luca Moro e per il giovane attaccante catanese, Flavio Russo, il Sassuolo è già una realtà dato che il primo, come noto, è stato contrattualizzato a gennaio mentre il secondo si è aggregato ai neroverdi e potrebbe convincere lo staff tecnico a rimanere.

Sipos si allena con la SPAL ma anche i giovanissimi Aldo Napolitano (2005) e Lorenzo Tropea (2004) piacciono rispettivamente a Verona ed Empoli, a riprova dell’ottimo lavoro svolto dallo staff tecnico rossazzurro, da Maurizio Pellegrino in poi. Peccato non aver realizzato plusvalenze e aver dilapidato questo ingente patrimonio tecnico.

(Fonte immagine: CalcioCatania.it)

settore ospiti
Stampa palermitana: “Palermo penalizzato dall’esclusione del Catania”

Un’analisi di palermo.gds.it, impone una domanda e pone diversi dubbi: trattare nel campo delle ipotesi sterili argomentazioni non rischia di distorcere la realtà o, quanto meno, di disancorarci da essa? Secondo il portale palermitano, i rosanero sarebbero stati danneggiati nella corsa al terzo posto in graduatoria. Perché se tra le prime 4 sono gli unici a non aver perso punti dopo l’esclusione del Catania dato che avevano perso 2-0 nel derby? Ecco cosa spiega:

“Numeri alla mano, lo stop forzato alla squadra di Baldini sembra aver danneggiato i rosanero, se non in maniera assoluta, quantomeno relativamente al terzo posto – si legge su ‘palermo.gds.it’-. Se si analizza la classifica dal momento dell’esclusione del club etneo ad adesso, a soli 90 minuti dalla fine della stagione regolare ci si accorge di alcuni dati.

Concentrandosi prevalentemente sulle squadre interessate alle prime posizioni: il Bari ha perso 4 punti così come il Catanzaro. Un punto tolto all’Avellino, 6 al Monopoli e nessuno al Palermo visto che aveva perso il derby di andata.

Ma tutte le squadre avevano disputato sia l’andata che il ritorno tranne il Palermo che si è dovuto fermare sabato scorso (era in programma proprio il derby).

Se il Catania fosse ancora dentro la competizione la classifica reciterebbe Bari 79, Catanzaro 68, Avellino 65, Palermo 63, Monopoli 62. Ma al Palermo andrebbero aggiunti i punti del derby ed ammesso che Baldini (Silvio, ndr) e i suoi avessero vinto il derby, sarebbero terzi con 66″.

Ed è lì che si perpetra l’inghippo: a Catania i tifosi sono convinti del contrario. Non solo perché all’andata i rossazzurri fecero un sol boccone dell’avversario ma, nondimeno, perché la band di Francesco Baldini si esaltava quando la posta in palio mista all’orgoglio di esserci era alta. In ogni caso, nemmeno nel “campo delle ipotesi” il Catania può giocare il suo derby. Purtroppo.

Treni del gol, udienza rinviata a maggio

Nella giornata di ieri, 19 aprile 2022, vi era in programma l’udienza del processo “I treni del gol”, caso eclatante di calcioscommesse scoppiato nel 2014 e che vede in primo piano l’ormai fallito Calcio Catania che al tempo militava nel campionato cadetto di Serie B, insieme al suo ex patron Antonino Pulvirenti.

L’udienza è stata rinviata al mese di maggio, esattamente a martedì 10 per variazione del collegio giudicante con conseguente richiesta di un termine ultimo da parte delle difese degli imputati per quel che riguarda l’integrazione delle liste testimoniali. Caso tutt’altro che archiviato, al momento solo Catania e i catanesi continuano a pagarne le conseguenze. 

 (Foto: Polizia di Stato)

Catania: nessun interesse manifestato al Comune. Ripartire da facoltosi

Il Comune farà da garante quando si presenteranno imprenditori realmente e concretamente interessati. Ma fino a oggi, come sottolinea “La Gazzetta dello Sport”, nessuno ha tentato approcci. Le voci, le solite insopportabili voci che ci hanno accompagnati come spettri ululanti e fuorvianti per mesi, proseguono anche dopo la morte del Calcio Catania, beffarde e prive di qualsivoglia sostanza.

Inutile piangersi addosso: muoversi! E’ l’unico imperativo che ci viene in mente, bussando alla porta di chi potrebbe realizzare il nostro sogno e, in controtendenza con la prassi tutta catanese di “accontentarsi” purché una sfera rotoli sul manto del “Massimino” con undici maglie rossazzurre a inseguirla, “sognare in grande”, rivolgersi a chi davvero possieda potenzialità economiche smisurate. 

Il calcio di oggi impone quattrini, più di ieri, e progettualità pianificata da professionisti ben pagati. Senza queste premesse rischiamo di annaspare in Serie D per anni.

(fonte foto: optimamagazine.com)

Del Core: “Faccio i migliori auguri ai tifosi, il peggio è passato, Catania rinascerà”

Umberto del Core, autore del gol che valse la promozione in A contro l’Albinoleffe nel 2006, si è concesso ai microfoni del quotidiano locale La Sicilia parlando anche del fallimento della società etnea: 

Dispiace tanto, mi piange il cuore. Per arrivare in alto io e i miei compagni abbiamo compiuto una scalata. La gente di Catania non meritava di vivere un fallimento. È un vero peccato. Catania-Albinoleffe? Ricordi indimenticabili, quella partita e quel gol restano un’emozione difficile da spiegare. Riguardo tanti video. Ho passato momenti bellissimi della mia vita e tutt’ora ho un bel rapporto d’amicizia con tanta gente. Catania mi piacerà sempre. Come ripartire? Da una cordata seria e sana con serietà, umiltà e lavoro. Con un Presidente che vanti un curriculum nel mondo del calcio. Gli imprenditori di dubbia provenienza dopo pochi mesi spariscono. Faccio i migliori auguri ai tifosi. Il peggio è passato. Catania rinascerà“. 

(Foto: CalcioCatania.com) 

Catania Mood
Prof. Faraci: “54 mln di debito dal 2013 hanno ucciso il Catania”

Il professor Rosario Faraci, docente universitario, ordinario di Economia e Gestione delle imprese, ha rilasciato un’interessante intervista ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”:

“Aspettiamo quale sarà il nuovo assetto societario e di governance che si delineerà in risposta al bando del Comune e capire in che modo la nuova proprietà sarà in grado di allestire una squadra competitiva per la Serie D.

I tifosi dovranno continuare quello che hanno sempre fatto in modo encomiabile sia in Serie A che quest’anno in Serie C, riempiendo il “Massimino”.

Ha pesato il forte indebitamento dal 2012 al 2020: di recente ho letto i bilanci ufficiali della società e ultimamente era rimasto sostanzialmente ai livelli del 2013 cioè superiore a 54 milioni di euro”. 

Carlino (TuttoMercatoWeb): “Maggio mese importante per futuro Catania”

Giornalista catanese per TuttoMercatoWeb e Goal.Com. Segue da anni le vicende rossazzurre del Calcio Catania, oltre ad esserne tifoso. È con noi, per la rubrica Mood Ospite, l’amico e collega Andrea Carlino. Una bella chiacchierata sul difficile momento che attraversa il calcio ai piedi dell’Etna, con il fallimento dello storico club rossazzurro giunto lo scorso dicembre e con l’esclusione dal torneo arrivata appena dieci giorni fa.
Buona lettura.

Andrea, innanzitutto grazie per aver accettato l’invito della nostra redazione. Trascorsa bene la Pasqua?

“Buongiorno a voi tutti e grazie per l’invito. Sì, la Pasqua l’ho trascorsa bene. Si riassapora la normalità dopo due anni particolari”.

Sabato sarebbe stato il giorno del derby col Palermo, invece sappiamo tutti qual è la realtà. Che sensazione ti fa vedere il Catania fuori dai radar?

“Male, molto male. Se il Catania fosse fallito a luglio 2021, forse adesso staremmo a parlare di un’altra storia. In Serie D, ma di altri risvolti. Invece è stata agonia, infamante per la città, logorante per i calciatori e lo staff tecnico che, bisogna sottolinearlo, si sono rivelati, invece, dei veri uomini”.

Negli scorsi giorni il Comune di Catania ha mosso i primi passi verso il bando che assegnerà il nuovo Catania ad un nuovo proprietario. Secondo te, quanto tempo bisognerà attendere per vedere qualcosa di concreto?

“Se dovessimo pensare ai tempi della politica, ho paura che dovremmo aspettare molto. Ancora non ci rendiamo realmente conto di cosa è successo e forse serviranno anni per capirlo. Il Catania non ha finito il campionato, una circostanza che si è verificata raramente nel calcio. Un’onta da cancellare al più presto e spero che la politica lo capisco. Bisogna fare presto e anche bene, non bisogna essere frettolosi. Affidarsi al “primo che capita” sarà una soluzione praticabile nel breve periodo, ma alla lunga potrebbe non pagare. Immagino, dunque, a maggio ci possano essere delle novità interessanti”.

Riguardo alla domanda precedente, quali sono le tue sensazioni? Pensi possa esserci il rischio di una ripartenza anche più in basso della D?

“La ripartenza dalla Serie D con una nuova società può fare gola ad alcuni imprenditori, ma la sensazione che possa arrivare un papa “straniero” è alto. Il tessuto socio-economico catanese è in depressione, la fine del Calcio Catania rifletta quanto accade a livello sociale. Banale scriverlo, forse, ma credo che non ci siano altre chiavi di lettura. Difficile, dunque, ipotizzare un solo imprenditore “forte” al capo della nascente società. A livello locale la vedo dura. Spero che ci possano essere imprenditori che voglia di investire su un territorio che ha tante potenzialità inespresse. La burocrazia esasperante, l’inefficienza, però, hanno attanagliato tutti i settori della nostra vita. Per un gruppo lontano dalla nostra realtà non sarà facile investire. Se arriverà qualcuno dovrà avere delle solide garanzie, prima che sportive, sociali ed economiche da parte dell’amministrazione. Ormai fare calcio è solo business e anche se dovesse venire l’emiro o lo zio d’America dovranno avere le garanzie giusto per rientrare o addirittura guadagnare dall’investimento. Col calcio, però, almeno fino alla Serie B, è puro e semplice mecenatismo”.

Linea Oro
Catania, tutto fumo e niente arrosto (per ora)

Il fallimento del Calcio Catania avvenuto a dicembre e la conseguente esclusione dal campionato a tre giornate dal termine dello stesso hanno creato tanti problemi in primis alla piazza etnea e ai suoi tifosi, e in seguito anche alle varie piazze partecipanti al campionato di Serie C che si sono trovate in svantaggio a seguito di questa situazione rocambolesca. 

Il Catania deve ripartire ma non si sa ancora da quale categoria, siamo tutti in attesa dei vari procedimenti burocratici provenienti dai vari enti competenti quali FIGC e anche dal comune della città dell’elefante con conseguente bando comunale per garantire un futuro calcistico stabile.  

Sui vari social incominciano a circolare i primi nomi per quel che riguarda presunti interessamenti, ma ovviamente, si tratta solo di ipotesi tant’è che anche La Gazzetta dello Sport esclude l’istituzione di una cordata locale, e addirittura nega il possibile interesse legato al gruppo Della Valle per quel che riguarda l’acquisizione del nuovo titolo sportivo. 

 

Marco Biagianti: “Ho pianto. Chi non lo ha fatto per il Catania?”

Il Team Manager della Meta Catania – Futsal, Marco Biagianti, ha rilasciato un’intervista ai microfoni de “La Sicilia”, ritornando inevitabilmente sulla questione radiazione del Calcio Catania:

«Quando il Tribunale ha aperto le aste speravo si potesse risolvere. Il prezzo per gli acquirenti era basso rispetto ai debiti annullati dal fallimento. Mentre su Mancini non ho mai creduto potesse risolvere la crisi.

Nel futuro c’è bisogno di gente che dia sicurezza alla città. Quando il Tribunale ha chiuso tutto mi sono sentito vuoto, mai potrò cancellare quello che ho vissuto. Ho rivisto, foto, video. Ho pianto. Chi non lo ha fatto a Catania?».

(foto: padovasport.it)

Mascara: “Ecco cosa è successo: dal comportamento del Tribunale a Ghirelli”

Nell’intervista concessa da Peppe Mascara ai microfoni dell’emittente televisiva locale, Telejonica, l’ex attaccante del Catania fa il punto della situazione dopo la radiazione del club rossazzurro dalla Serie C:

Il fatto che sia stata messa la parola fine è tremendo per la città, i tifosi. Ormai è di moda perché tante altre squadre stanno facendo questa fine. Devono cambiare le teste ai vertici del calcio, inserendo gente che capisca di calcio e comprenda le esigenze di calciatori e staff. Adesso bisogna avere pazienza e sono sicuro che il Catania in D sia appetibile a tanti, perché senza debiti è più semplice ripartire.

Il Tribunale ha fatto un bando, la prima volta la PEC non è arrivata ma il Palazzo di Giustizia ha finto di non capire, la seconda volta ti convocano e tu non porti i soldi ma dici di farlo in un altro momento. Poi consegni una somma parziale di quanto richiesto per la firma del rogito.

Perché? La verità che è brutta da dire, è che già tre anni fa doveva succedere quel che è accaduto. Allora oggi ti saresti trovato magari in C con zero debiti, tifosi tutti allo stadio e avremmo parlato di altro. Ghirelli? E’ stato messo con le spalle al muro e non sapeva più che pesci pigliare, mentre gli altri club ad un certo punto facevano pressione”.

(fonte foto: goal.com)