Ripartiamo da alcune dichiarazioni rilasciate dall‘imprenditore romano, Benedetto Mancini, ai microfoni di Unica Sport e proviamo ad analizzarle senza pregiudizi, senza preconcetti, attenendoci scrupolosamente ai fatti e a ciò che abbiamo appreso dai media circa il suo recente passato calcistico (in particolare nel quadriennio che va dal 2017 al 2021).
Riportare i fatti non significa puntare il dito ma provare a fare chiarezza sull’imprenditore che ha dichiarato senza mezzi termini di voler acquistare domani il ramo d’azienda calcistico del Calcio Catania: ha già in serbo il nuovo logo, ha parlato di rilancio (ma puntando sui giovani…), e noi possiamo solo sperare che ci sorprenda scacciando via le ombre del suo passato, dando tempo al tempo e fiato alle speranze.
Non vogliamo ripartire, vogliamo rilanciarci; non vogliamo vivacchiare, vogliamo vivere; non vogliamo che aleggino spettri del passato, vogliamo guardare al futuro senza ombre ridondanti.
“La Figc mi ha già autorizzato. Mi conoscono da quando ero presidente del Latina. I parametri richiesti sono gli stessi del 2017 e li ho già presentati. Vorrei fare una precisazione.
Nel fallimento del Latina Calcio non è iscritto il mio nome. Come non lo è nella sentenza fallimentare, né sono stato mai inibito dalla FIGC perché non ho nessuna responsabilità nel fallimento del club pontino come ha scritto nelle sue memorie il PM del Tribunale di Roma”.
Si è autoassolto, insomma, anche se l’udienza davanti al giudice si terrà il prossimo 8 aprile nell’ambito dell’inchiesta denominata ‘Arpalo 2’ (clicca per conoscere i capi d’accusa che lo riguardano). Ovviamente essere indagati non equivale ad essere colpevoli! E’ doveroso ricordarlo. Quando il Latina, effettivamente, fu costretto a dichiarare fallimento, Mancini rilasciò ai microfoni di Latina Today dichiarazioni chiarificatrici in merito:
“Il pagamento era stato predisposto per il 27 aprile. Ma quando compri un bene con una massa debitoria che tutti conosciamo, compri su una Serie B, che ha un piano finanziario diverso dalla Lega Pro. Lo scenario è cambiato e si è pensato a cosa fare.
Non sto giocando sulla pelle di nessuno. Non abbiamo arrecato alcun danno alla squadra, anche perché la squadra è retrocessa. I soldi che abbiamo versato non sono andati persi, ma sono serviti ai curatori per coprire le spese correnti”, quindi imputando il mancato assolvimento alla situazione deficitaria in classifica dei pontini nel 2017, ulteriormente penalizzata dal -4 inflitto dal TFN.
IL CASO RIETI
Diverso il “caso Rieti”. Dopo tanti proclami (un progetto tecnico improntato sulla valorizzazione del settore giovanile, una sorta di Torre del Grifo chiamato “Casa Rieti” comprendente un centro medico, studi medici, centro congressi, ristoranti, campi da calcio e palestre), la trattativa si arenò bruscamente.
Il 15 dicembre 2020 dichiarava: “A giorni si chiuderà, è tutto in discesa, le ombre spariranno e ci saranno solo raggi di sole”. Il closing a Natale? Ma no, molti giorni prima…”, si legge su rietilife.com.
E’ passato appena un anno, era il 28 gennaio 2021 quando nel giorno in cui avrebbe dovuto apporre la firma sull’acquisto del club l’allora presidente uscente, Riccardo Curci, lo attese invano.
Questa la lettera integrale congiunta di squadra e staff del Rieti (29/01/2021):
“In un momento estremamente particolare che ci vede lontani dagli stadi, la nostra rabbia è ancora più forte ed il nostro silenzio è durato fin troppo. La città di Rieti e la sua squadra meritano rispetto. L’amore e la passione che unisce tutti noi nei confronti della nostra squadra ci porta a scrivere un comunicato in cui vogliamo esprimere tutto il nostro disappunto e la rabbia nei confronti di un personaggio che non merita neanche lontanamente di definirsi Presidente di un club come il Nostro – riferendosi a Benedetto Mancini– Il suo ingresso in società ha destabilizzato una squadra intera. Ci sono state fatte innumerevoli promesse non mantenute, sono state dichiarate cose non veritiere e sono state prese in giro persone, famiglie, veri professionisti e un’intera città. Ma come tutte le cose nella vita, la menzogna e l’inganno hanno una data di scadenza e alla fine si scopre sempre TUTTO.
Probabilmente anche noi abbiamo commesso degli errori di valutazione, e per questo ce ne scusiamo. Per concludere, ci teniamo a tranquillizzare tutti poiché quanto accaduto non andrà a compromettere il nostro prossimo futuro. I programmi ambiziosi, che noi tutti da veri professionisti continueremo e ci impegneremo di portare avanti, sono e saranno sempre degni della storia calcistica della nostra città e della nostra maglia. Squadra e staff”.
Sono fatti realmente accaduti, dati di fatto che rilasciano legittimi dubbi ma, senza fasciarci la testa, imploriamo smentite sperando che Catania e il Catania possano rappresentare un’occasione di redenzione, ammesso che Benedetto Mancini, non sappiamo ancora se da errori o da “peccati”.
(fonte foto: tuttocampo.it)