Catania – I dati sugli spettatori del “Massimino” da inizio campionato

Covid, restrizioni, contagi, disamoramento dovuto a mala gestio reiterata negli anni e all’assuefazione al limbo della Terza Serie. Il “Massimino” catino infuocato in cui le big della massima serie lasciavano le penne, si è sgretolato come una roccaforte disintegrata da cannonate. Sette sconfitte interne in casa, record negativo difficilmente ipotizzabile anche dal più pessimista.

ECCO TUTTI I DATI SUGLI SPETTATORI DALLA 1a GIORNATA CASALINGA (4 settembre 2021) a oggi:

(*in neretto e asterischi sono contrassegnate le tre partite con il maggior numero di spettatori da cui si evince che, nonostante gli atroci dubbi sul futuro, il pubblico ha deciso di riavvicinarsi alla squadra. A parte il derby col Palermo, infatti, le ultime due partite casalinghe hanno fatto registrare un numero di spettatori ragguardevole se si considerano la situazione extra campo e gli otto anni consecutivi di Serie C).

CATANIA-FIDELIS ANDRIA: 1.472 spettatori

CATANIA-BARI: 1.947

CATANIA-TURRIS: 1.473

CATANIA-JUVE STABIA: 1.811

CATANIA-AVELLINO: 3.349

CATANIA-VIBONESE:  2.261

CATANIA-FOGGIA: 3.556

CATANIA-POTENZA: 2.817

CATANIA-PALERMO: 9.239*

CATANIA-MONOPOLI: 2.506

CATANIA-CATANZARO: 3.127

CATANIA-PICERNO: 2.923

CATANIA-V.FRANCAVILLA: 4.228**

CATANIA-PAGANESE: 3.694***

(fonte foto: catania-liveuniversity.it)

De Zerbi: “Non ho mai pensato di non riuscire a tornare, ma avevo paura”

Come riportato nella giornata di ieri, l’ex calciatore di Catania e Napoli, attuale allenatore dello Šachtar Doneck, è rientrato da poche ore in Italia insieme ai componenti italiani del suo staff tramite un volo proveniente dall’Ungheria. 

Siamo contenti perché torniamo nel nostro paese ad abbracciare le nostre famiglie, ma non saremo mai felici fin quando i nostri giocatori ucraini e i nostri amici ucraini saranno liberi come noi. Gli ucraini purtroppo sono rimasti là, adesso ci saranno tre-quattro giorni di compressione. Quello che ha fatto impressione è stata l’unione del popolo ucraino. Viaggio infinito però avremmo fatto anche qualche giorno in più se fosse stato necessario. Abbiamo fatto un pezzo di viaggio in treno, poi in un pullmino, per passare la frontiera per arrivare fino all’aeroporto di Budapest dove ci aspettava un volo messo a disposizione dallo Šachtar. Tutto il nostro viaggio è stato possibile grazie a Čeferin, perché l’ambasciata italiana oltre che a consigliarci non poteva fare, dobbiamo anche ringraziare il presidente Gravina che è stato molto bravo. Non ho mai pensato di non riuscire a tornare, ma avevo paura e preoccupazione anche per chi si trovava con me. I nostri parenti l’hanno vissuta sicuramente peggio di noi. In Ucraina non c’era la percezione più di tanto di un possibile attacco russo, tant’è che secondo la federazione ucraina si pensava di giocare al 70% sabato. Noi qualche domanda ce la siam fatta quando Putin ha fatto la conferenza stampa, quando ha invaso il Donbass, quando in Bielorussia continuavano ad arrivare carrarmati, però fin quando non sospendevano il campionato noi non avremmo preso l’aereo per tornare a casa. Bisogna capire gli sviluppi e le varie dinamiche. Stop alla guerra subito!“. 

(foto: calcionews24.it)

CATANIA
ESCLUSIVA, Avv. Pucci: “Circa 5 mln da qui alla fine. Temo che il gioco non valga la candela”

In prossimità della fatidica data del 4 Marzo, abbiamo sentito l’avvocato Lorenzo Pucci. Amico della redazione di Catania Mood, l’avvocato ha espresso il suo punto di vista su alcune tematiche inerenti l’asta competitiva, ma non solo. Risposte esaudienti che chiariscono alcuni punti ancora poco chiari, come l’intricata questione legata al centro sportivo di Torre del Grifo. 
Buona lettura.

Buongiorno avvocato, innanzitutto grazie per aver accettato il nostro invito. Come sta?

“Buongiorno a voi e grazie dell’invito. Sono in ansia per le sorti del nostro amato Catania ed in trepida attesa di conoscere l’esito del secondo esperimento d’asta del 4 marzo”.

Ancora qualche giorno e scopriremo se qualcuno si presenterà all’asta o meno. Quali sono le sue sensazioni?

“Per adesso solo una ridda di voci si rincorrono alla ricerca di probabili investitori che scommettano sul Catania e presentino una concreta offerta all’asta stessa. Nella malaugurata ipotesi che nessuno si presenti all’asta bisogna vedere se questo Catania concluderà qui il suo percorso o se i Curatori riusciranno a garantire – quanto meno – la conclusione del campionato”.

Ad oggi, valutando tutto il contesto, per lei è più opportuno mantenere la C o ripartire da zero dalla Serie D?

Mantenere questa Serie C comporta un dispendio di energie economiche incredibili, perché non puoi contare né su introiti televisivi, né su incassi dai botteghini che, negli ultimi anni hanno registrato – ahimè – un lento ma inesorabile distacco della maggior parte di coloro che frequentavano lo stadio. Per fare una Serie D e vincerla sento che occorrano circa due milioni di euro; il Palermo salì grazie alla sospensione causa Covid-19, perché il Savoia lo tallonava ad un certo punto. Io ho visto dal vivo quasi tutte le partite e mentre fino ad un paio di anni fa ero abbonato in Curva Sud, ora sono un girovago dello stadio e non posso non constatare un allontanamento della maggior parte dei tifosi. Quindi quali certezze avremmo di salire dalla D? Ed i tifosi aspetterebbero ancora?”.

In queste ultime settimane, insieme al possibile compratore Benedetto Mancini, si sono rivisti dei soci SIGI. Legalmente, è possibile che possano fare parte di una nuova proprietà dopo esser stati protagonisti del fallimento dello scorso 22 dicembre?

“Riguardo ai soci SIGI, ciascuno di essi sarà sicuramente bravo nella propria azienda e/o professione, ma nel calcio di oggi non si improvvisa nulla ed hanno dimostrato poca dimestichezza con il mondo del calcio in generale. Mentre laddove vi erano uomini di calcio veri, vedi Maurizio Pellegrino, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Per alcuni di essi mi pare vi sia l’impossibilità tecnica di far parte di una nuova costituenda società Calcio Catania, per altri sarebbe forse opportuno non figurare. Ma chissà che ne sarà. Seguo il Catania da 40 anni e non riesco ad immaginare di doverne fare a meno. Speriamo in un miracolo”.

Ritiene che l’assenza del centro sportivo Torre del Grifo possa influire sulla presenza di alcuni soggetti o, eventualmente, su una nuova asta deserta?

Torre del Grifo è una struttura talmente complessa che già se fai la Serie B fatichi a mantenerla figurarsi in C o in D. Gli oneri tributari con il Comune (IMU, TARi e via dicendo sfiorano i 350.000 euro annui), utenze idriche, elettriche, manutenzione ordinaria e straordinaria, dipendenti, istruttori e via discorrendo, hanno un costo che difficilmente una squadra di terza serie può sostenere.

Quando Lo Monaco fece edificare Torre del Grifo, il Catania navigava serenamente in Serie A, aveva un grosso bacino di utenza sia fisica che televisiva (Sky registrò uno dei più alti numeri di disdette quando il Catania precipitò), gli introiti lordi si aggiravano complessivamente sui 100 milioni di euro ed in quelle condizioni, come Lo Monaco disse “solo un pazzo poteva far fallire il Catania…”. Poi, quando il Presidente Pulvirenti – che sono convinto abbia sbagliato per amore del Catania – chiamò alla sua corte Cosentino, cominciammo ad infilarci in un tunnel; comprammo giocatori che non pagavamo, sanzioni dall’UEFA, prendemmo un preparatore (Ventrone) dal passato illustre, comprammo la macchina del ghiaccio ma registrammo la più alta percentuale di infortuni muscolari della storia. Retrocessione, “treni del gol” e poi il rientro di Pietro Lo Monaco che provò a fare la squadra per vincere il campionato, unico – anche secondo me – modo per tentare di ripianare la voragine debitoria in cui il Catania era stato cacciato.

Purtroppo non riuscimmo nel salto di categoria, perdendo – se non ricordo male – ben due semifinali e così i debiti ci hanno definitivamente sopraffatti. Esistono creditori di ogni genere, da quelli noti istituzionali, anche come gestori utenze a semplici fornitori di beni di altro genere e poi il mutuo di Torre del Grifo. Si dibatte se la circostanza che Torre del Grifo non sia stata inserita nel bando abbia rappresentato un freno e/o un impedimento a potenziali investitori. Innanzitutto, Torre del Grifo rappresenta forse l’unica fetta di massa attiva fallimentare dalla quale, una volta che il Credito Sportivo avrà soddisfatto il proprio mutuo ipotecario, potranno attingere, sempre che residui qualcosa, tutti gli altri creditori chirografari. La maggior parte dei creditori corre il concreto rischio di vedere vanificate le proprie aspettative di ristoro del proprio credito. La perizia dei consulenti fallimentari traccia un quadro apocalittico ma al tempo stesso preciso e dettagliato. Chi volesse comprare questo Catania, deve spendere 500.000 euro per il prezzo minimo d’asta, quasi tre milioni di debiti sportivi, portare a termine la presente stagione (stimato dai CTU un costo mensile di €300.000 mila), pagare la fideiussione alla FIGC e programmare una Serie C a vincere.

Se non ho fatto male i calcoli, quindi, solo per la stagione in corso, l’aggiudicatario da qui a fine stagione sportiva dovrebbe sborsare circa 5 milioni di euro. Ma il gioco vale la candela? Ormai il calcio è solo business, inutile pensare al romanticismo di un tempo dei presidenti che non ci sono più. L’occasione perduta sia quella di Tacopina che se avesse aspettato qualche mese avrebbe potuto acquistare alle sue condizioni. Ma – bando alla storia dell’arancino e della granita – lui è e resta un uomo d’affari.

Pensavano davvero di fargli la “sola” qui a Catania. Ma si sa, noi catanesi “semu spetti”. Tornando a Torre del Grifo ritengo sia lo specchietto per le allodole per gli investitori, ma che non sia inserito nel bando non significa che non possano sedersi dopo a tavolino con il Credito Sportivo, sempre che non venga disperso nel frattempo. Sono andato a Torre del Grifo il pomeriggio della partita con la Paganese convinto di poter acquistare il biglietto al Catania Point ed invece tutto deserto; c’eravamo solo io e tre ragazzi anch’essi alla ricerca del biglietto ed il portinaio alla sbarra. Una cattedrale nel deserto, ma non riesco ad immaginare un Catania senza di esso”.

Palermo-Catania 0-4, non solo Mascara. Bizzarri come Benji (VIDEO)

Prima di redigere l’articolo la voglia di rivedere per la milionesima volta queste immagini ha preso il sopravvento quindi perdonateci se l’articolo esce con qualche minuto di ritardo rispetto a quando preventivato. Catania che non solo vinse il derby col Palermo per 0-4 ma trionfò regalando all’almanacco del calcio, voce. “Serie A”, uno dei gol più belli della storia, la prodezza extraterrestre di Mascara.

E poi il gol in tuffo di Ledesma, lo stop and gol di Morimoto con diagonale chirurgico, l’assist di Marco Biagianti per Paolucci e, non dimentichiamolo, un Albano Bizzarri in stato di assoluta grazia che volava da un palo all’altro come Benji, innalzandosi fino al “sette”. Walter Zenga, sulla panchina rossazzurra, annientò l’omologo Ballardini.

E’ tempo di ricordi, non ci regalano il futuro ma ci restituiscono le emozioni smarrite.

VIDEO DI PALERMO-CATANIA: 0-4 (1 MARZO 2009)

(foto: sport.sky.it)

Intanto Baldini blinda i suoi rispetto alle vicende extra campo

Non è facile parlare di calcio per chi scrive, non lo è per i tifosi che dovrebbero concentrarsi solo su stendardi, cori e coreografie, figuriamoci per gli addetti ai lavori.

Baldini continua a isolare e blindare il gruppo squadra dalle voci, dai rumors, dai silenzi assordanti degli imprenditori che dovrebbero ufficializzare la propria candidatura all’acquisto del ramo d’azienda calcistico del Calcio Catania, per preparare al meglio la partita di sabato contro il Monterosi e riscattare lo scivolone interno con la Paganese una volta mancata la possibilità ad Avellino.

Con gli irpini quella “partita rinviata a data da destinarsi” suona come un campanello d’allarme in città: ma si rigiocherà? E se il Catania non esisterà più se non tra almanacchi e ricordi? Eppure mister Baldini, con certosina abnegazione, si concentra unicamente per ciò per cui viene retribuito, talvolta in ritardo e ne sa qualcosa la classifica deficitaria dei rossazzurri, senza rimarcare le difficoltà in cui versa il Calcio Catania, tanto sono risapute, tanto non servirebbe a nulla. 

Impossibile fingere che fuori dall’eldorado di Torre del Grifo non stiano vorticando dubbi e incertezze, eppure Baldini non molla, lo aveva promesso, lo aveva promesso la squadra. Commiato o preludio? Monterosi crocevia di un futuro che non si dipanerà mai o di un nuovo presente.

(foto: instagram.com)

CATANIA
Catania-Monterosi potrebbe essere l’ultima partita: nessuna PEC al Tribunale

I giorni passano, marzo ha fatto capolino e fra tre giorni scadono i termini per l’asta competitiva eppure nulla si muove. Il ramo d’azienda sportivo della società rossazzurra è in bilico come mai prima d’ora, così la storia del Calcio Catania, così il futuro.

Non vi sono candidature allo stato dei fatti, a 72 ore dall’apertura delle buste, con la prospettiva del tertium non datur sempre più concreta: non avrebbe senso indire una terza asta se non ci fosse una cordata realmente interessata a rilevare il Calcio Catania. Fino a ieri, come testimonia la “Gazzetta dello Sport” di stamani, nessuna PEC è giunta al Tribunale.

L’unica ipotesi che resta in piedi è legata alla candidatura di Benedetto Mancini coadiuvato da alcuni soci ex SIGI; non gradita alla città e che, per la verità, pare stia sfumando. Pertanto, quella con il Monterosi potrebbe essere l’ultima partita del Catania in assoluto, sabato 5 marzo, due giorni dopo scadrà anche la proroga dell’esercizio provvisorio in mano ai curatori fallimentari.

(Fonte immagine: CalcioCatania.it)

Fabio Pagliara: “Imprenditori nazionali e locali? Sì, ma non subito”

Ai microfoni di SalaStampa, in onda su TeleOne, Fabio Pagliara, Presidente della Fondazione Sportcity, ha commentato l’attuale situazione del Catania, il cui futuro resta appeso a un filo:

“In casi come questi il rischio è che le operazioni interessino più ai faccendieri che ai fondi reali, pertanto occorre prestare molta attenzione. Fondi stranieri  nel Calcio Catania? Entreranno prima o poi ma solo quando la situazione sarà più serena e certa.

Oggi è più facile ipotizzare una “formula mista” o anche “non mista” che coniughi imprenditoria nazionale o locale. La curatela fallimentare ovviamente vorrà fornite ampie garanzie dagli investitori e questo mi lascia sereno: auspico che l’aggiudicatario sia un imprenditore solido che non speculi sulla gloriosa storia del Calcio Catania”.

(foto: atelticalive.it)

John Toshack ricoverato in terapia intensiva

Secondo la stampa internazionale, tra cui i quotidiani britannici “Liverpool Echo” e “Daily Mail” e il quotidiano spagnolo “El Diario Vasco” sembrerebbe che John Toshack, allenatore gallese leggenda del Liverpool da calciatore, con un passato da allenatore sulle panchine di Real Sociedad, Real Madrid, Deportivo La Coruña e Catania tra le tante, sia ricoverato in terapia intensiva. 

Attualmente sembrerebbe ricoverato in un ospedale spagnolo di Barcelona a causa di una grave polmonite dovuta al COVID-19; al momento del suo arrivo il gallese presentava difficoltà respiratorie, motivo per cui è assistito da un ventilatore polmonare. Nelle ultime ore purtroppo le condizioni dell’ex allenatore rossazzurro sembrerebbero esser peggiorate a causa di una bassa ossigenazione nel sangue. 

Indimenticabile nella sua breve esperienza in terra etnea iniziata nel novembre 2002, il derby contro il Palermo giocato davanti ai propri tifosi in un “Massimino” stracolmo che gli dedicò il celebre striscione “Welcome Mister Toshack, you won’t miss the Bernabeu” (Benvenuto Mister Toshack, il Bernabeu non ti mancherà). Quel match sarà vinto dai rossazzurri allenati dal tecnico gallese con reti di Cordone e Lulù Oliveira, nonostante ciò, i risultati altalenanti sancirono il suo esonero nel gennaio successivo. 

A mister Toshack auguriamo una pronta guarigione, nella speranza che le sue condizioni di salute possano migliorare in fretta. 

(Foto: CalcioCatania.com)

Tifosi Mood – Carmelo: “Sassaiola a Taormina, al ritorno da Avellino. Amo il Catania”

La nostra rubrica “Tifosi Mood” ha l’onore di ospitare Carmelo Siclari, un giovane tifoso del Catania innamorato pazzo dei colori rossazzurri, onnipresente in casa come in trasferta, uno che vede rossazzurro da quando apre gli occhi la mattina fino alla sera prima di richiuderli sognando un “Massimino” stracolmo, un gol del Catania sotto la sua Curva Nord, un tripudio di emozioni che solo un catanese doc, figlio del liotru, può provare.

Tra gli “eroi” di Avellino c’era anche Carmelo, incurante del percorso a ostacoli, all’andata e a ritroso, che ha dovuto affrontare per raggiungere il “Partenio-Lombardi” tra neve e sassaiola:

Carmelo raccontaci la trasferta ad Avellino. Cosa hai provato quando sei venuto a conoscenza del rinvio ufficiale del match?

“Quando si parla di Catania, casa o trasferta rispondo sempre presente, seguo il Catania da quando avevo 4 anni. la trasferta è stata lunga e pesante però anche se è stata rinviata non potevo non andarci, il Catania per me è vita. Al ritorno, oltre alle condizioni meteorologiche avverse per gran parte del viaggio, siamo stati raggiunti da alcune pietre lanciate da un cavalcavia all’altezza di Taormina!

Eravamo in otto in auto, fortunatamente tutti illesi, ma il veicolo ha subito dei danni. Ce la siamo vista brutta! Si è fermato anche il pullman del Catania in un’area di servizio, è intervenuta la Digos e sono fiducioso, la giustizia farà il suo corso”.

 

Catania, nessuna luce in fondo al tunnel…solo buio pesto!

-4 al 4: pochi spiragli all’orizzonte, con nugoli nerissimi nelle vicinanze

Con oggi ha inizio una settimana cruciale per il Calcio Catania. Il 4 Marzo è ormai dietro l’angolo e con esso il termine ultimo per partecipare all’asta per poter rilevare il ramo aziendale calcistico di pertinenza della società Calcio Catania S.p.A.. Ciononostante, lo scenario desolante verificatosi lo scorso 11 Febbraio, rischia di ripetersi. O, perlomeno, di ripresentarsi in parte. 

Pochi voli pindarici: scenari alquanto tentennanti

Inutile sproloquiare su possibilità alquanto remote e per nulla praticabili. La città di Catania al momento non lo consente. Se ne son lette e sentite di cotte e di crude, ma la realtà crea un solo ed unico disegno inquietante per chi ha veramente a cuore le sorti del Catania. Stavolta non c’è all’orizzonte un’abbiente e facoltoso broker americano, ma l’ennesima figura criptica, con tutto il rispetto possibile, per di più accompagnata da chi ha sul groppone la cancellazione di 75 anni di storia calcistica ai piedi dell’Etna. Di certo non una prospettiva rosea e che fa accapponare la pelle. 

Ancora tu? Ma non dovevamo rivederci più?

È vero che non si giudica il cavallo dalla sella, ma le esperienze passate del Sig. Mancini destano non poche perplessità. Un modus operandi torbido, che dal 2017 ad oggi ha visto l’imprenditore romano protagonista di alcune gestioni brevi e assai confutabili, Latina docet. Come scritto testé, è poi tutt’altro che decifrabile la presenza nell’operazione di alcuni soci SIGI. Sarebbe stato opportuno farsi da parte, non ci stancheremo mai di scriverlo. Lo sarebbe stato durante la negoziazione con Joe Tacopina, figuriamoci adesso, quando si è responsabili del secondo tempo del declino rossazzurro.
Difficile carpire il perché di tanta accoglienza. Difficile decrittare certe azioni come, ad esempio, l’accompagnamento dell’avvocato Giovanni Ferraù, presso il Centro Sportivo di Torre del Grifo, dell’imprenditore romano. E se si vuole aggiungere ancora qualcos’altro, difficile comprendere l’accomodamento in tribuna di altri componenti della Sport Investment Group Italia, come ad esempio l’onorevole Vullo, quasi adiafori al danno commesso. Insomma, consentitelo, accoppiamenti e movimenti parecchio bizzarri. 

Nomi e voci orbitanti attorno al Catania, ma poche certezze

In realtà, qualcun altro si era fatto avanti con l’obiettivo di presentarsi al bando. Un nome molto noto, come quello dell’imprenditore catanese Francesco Russo Morosoli. Una lettera di quest’ultimo descriveva la volontà dell’impresario di salvare il salvabile, ma con l’appoggio di altri concittadini premurosi verso le sorti del sodalizio etneo. A quanto pare, però, il riscontro non è stato positivo e ha destato poco interesse. Probabilmente non si vuol rischiare di immettersi in un mondo, come quello del calcio, che, soprattutto nelle condizioni attuali è un grosso rischio. Anche un altro nome ha orbitato per qualche giorno attorno al Catania: Roberto Felleca. Imprenditore cagliaritano con esperienze positive, Como in primis, ed altre meno entusiasmanti come il tentativo andato a rotoli di prelevare la Sambenedettese. Ma anche lui, sparito nel nulla. 

Scenario ridotto a sole due possibilità. Improbabile la sorpresa dell’ultima ora

Insomma, a soli quattro giorni dall’apertura delle buste, il destino appare già scritto. A meno di clamorose sorprese dell’ultim’ora, nonostante il dimezzamento della base d’asta a 500 mila euro, gli scenari sembrerebbero essere due: Benedetto Mancini o una nuova asta disertata.
Nel primo caso, se si riuscirà a superare il parere del tribunale e della federazione, bisognerà attuare una sorveglianza continua su ogni passo dell’imprenditore romano e dei suoi accompagnatori, perché non saranno consentite altre parentesi come quella già consumatasi negli ultimi due anni. Inoltre, sarà lecito aspettarsi un’indifferenza da parte di chi, già nei mesi passati, denunciava con SIGI al timone un finale catastrofico.
Nel secondo caso, quello di un’asta nuovamente senza partecipanti, non si potrà fare altro che avere la conferma di quella che appare sempre più essere una triste verità: Catania non suscita più alcun interesse e il calcio, ma non solo quello, ha fatto il suo tempo ai piedi del vulcano!