L’ex portiere del Catania, Gennaro Iezzo, salva la sua squadra ma va via

Nonostante abbia centrato la salvezza all’ultimo respiro nella massima serie bulgara, Gennaro Iezzo, ex portiere del Catania, ha lasciato il Botev Vratsa.

Divergenze di vedute sul futuro hanno spinto l’ex estremo difensore rossazzurro ad abbandonare la panchina immediatamente dopo la vittoria  nello spareggio playout sull’Etar Veliko Tarnovo, fanalino di coda.

Al suo posto dell’italiano, è stato ingaggiato il bulgaro Rosen Kirilov. Per lo stabiese Iezzo si tratta della sesta esperienza su una panchina dopo Sant’Antonio Abate, Juve Stabia (dove fece l’allenatore dei portieri), Avellino e le due panchine da C.T. della Nazionale delle Due Sicilie nel 2012 e nel 2021.

(foto: contropiedeazzurro.com)

 

Catania
Bari, De Laurentiis col portafoglio in mano per Luca Moro

Bomber rossazzurro coi fiocchi, in prestito dal Padova che lo ha ceduto al Sassuolo. Ma il futuro di Luca Moro potrebbe essere in Serie B. I neroverdi potrebbero decidere di girare in prestito la giovane promessa di origini patavine e il Bari è tra le squadre interessate a metterlo sotto contratto fino al 30 giugno 2023.

Al momento si tratta solo di un sondaggio ma non sono da escludere sviluppi favorevoli dato che Moro ha voglia di giocare e il Sassuolo, dal canto suo, preferirebbe che il ragazzo accumulasse minutaggio piuttosto che fare panchina in Serie A.

(Fonte immagine: CalcioCatania.it)

Alessandro Russo racconta un inedito Angelo Massimino

Angelo Massimino raccontato dal nipote, Alessandro Russo, in una mostra inedita che racconta, attraverso l’ausilio di foto, la vita del Cavaliere fuori dal calcio:

“Sono parecchi i rimpianti che portano alla gestione di Angelo Massimino, il presidente che resta il più amato dal pubblico. Massimo dirigente dal 1969 al 1987, con un anno solo di pausa, poi dal 1992 al 1996, il “cavaliere” resta l’esempio di gestione legata soprattutto alla passione e al rapporto con i tifosi.

In questi giorni il nipote, il dott. Alessandro Russo, sta organizzando una mostra inedita di foto che possa raccontare il Massimino privato e non legato al calcio. Ma sarà un evento che chiamerà una marea di appassionati rossazzurri:

«Il mio non vuole essere un richiamo alla situazione attuale  ma un percorso intimo, privato, sulla vita di un uomo che Catania vuole bene a distanza di anni”, si legge su “La Gazzetta dello Sport”, edizione odierna.

(fonte foto: catania.liveuniversity.it)

Catania, che rabbia! Pisasale alla SPAL da svincolato. Li abbiamo persi tutti

Qualcuno obietterà additandoci come coloro che sparano sulla croce rossa rigirando il coltello sulla piaga. Ma fa male, troppo male per sorvolare. Dopo Borriello, Napolitano, Russo e Sava anche Sebastiano Pisasale vestirà una casacca diversa da quella rossazzurra: quella della SPAL di Tacopina:

“Galleria dei rimpianti. Nei giorni scorsi si è parlato ancora una volta dei talenti del vivaio rossazzurro che Catania perde volta per volta. Al di là dello scudetto Primavera vinto dai fratelli Valentin e Franco Carboni, figlio dell’ex centrocampista Ezequiel che giocò in A, ha suscitato rabbia il passaggio del trequartista Sebastiano Pisasale alla Spal che lo ha acquisito da svincolato.

Una lista che si allunga dopo il portiere Borriello (2005) al Parma, Napolitano (2005) al Verona, Russo (2004) al Sassuolo, Sava (2006) alla Samp e tanti altri. Una lista infinita che, in una D in cui servirebbe la corsa e la fame di gloria dei giovani, alcuni di loro avrebbero fatto più che comodo”.

(foto: calciocatania.it)

Catania, tifosi preoccupati: tra 15 giorni scade la manifestazione d’interesse

Solo poco più di due settimane e il Catania che nascerà dovrà necessariamente possedere una nuova proprietà. Oltre ai tempi strettissimi, un’aggravante non da poco è rappresentata dalla situazione attuale dell’amministrazione comunale, con il sindaco destituito, Salvo Pogliese, in odore di dimissioni e, pertanto, con la possibilità che la patata bollente della manifestazione d’interesse possa essere gestita da commissari:

Conto alla rovescia. Mancano 15 giorni alla scadenza della data imposta dal Comune per esaminare eventuali candidature – si legge su “La Gazzetta dello Sport” stamani-. Un conto alla rovescia – preceduto da un silenzio spettrale – che mette in ansia l’intera città. Con l’incognita sindaco. Perché in queste ore, il primo cittadino decaduto, Salvo Pogliese, potrebbe dimettersi.

Si attenderà la data del 12 giugno nel corso della quale si terranno le amministrative in alcuni Comuni e un referendum per abolire la legge Severino in tema di prevenzione e lotta alla corruzione.

Nel caso in cui Pogliese dovesse andare via, a gestire lo spinoso caso Catania sarebbero i commissari che arriverebbero a governare la città e non più il sindaco facente funzioni, dott. Roberto Bonaccorsi. Come se le difficoltà non mancassero”.

Catania Beach Soccer, rossazzurri campioni di Supercoppa!

Il verdetto finale è appena arrivato, il Catania Beach Soccer vince la Supercoppa per la sesta volta nella sua storia, riuscendo a battere i campioni d’Italia del Pisa con il risultato finale di 4-5. In palio il primo trofeo stagionale nel match che ha visto di fronte i detentori dello Scudetto BS (Pisa) e i detentori della Coppa Italia (Catania). 

Marcelo Mendes allenatore dei rossazzurri nel post gara: “Gli episodi nel Beach Soccer sono determinanti, per me una grande soddisfazione, un momento incredibile soprattutto dopo ciò che ho passato a causa dei miei problemi di salute, sono stato fuori per tanto tempo, vincere contro i campioni d’Italia è una soddisfazione molto grande per noi“. 

A segno per i rossazzurri: Sanfilippo, Zurlo, Borer, Gori e Bê Martins. 

La redazione di CataniaMood si complimenta con i ragazzi di mister Marcelo Mendes e del presidente Bosco per l’obiettivo appena raggiunto!

Calcio, l’ex Curiale convocato per il raduno della “Naziunali Siciliana”

Nei giorni scorsi abbiamo parlato della “Naziunali Siciliana” guidata dall’ex terzino sinistro rossazzurro Giovanni Marchese; nella giornata di ieri si è svolto a Marsala un primo raduno per gli atleti siciliani convocati, tra questi spicca il nome di Davis Curiale, ex bomber rossazzurro entrato a far parte della speciale classifica dei migliori attaccanti della storia del club etneo occupando l’ottavo posto con 29 gol siglati in 103 apparizioni in maglia rossazzurra. 

A mister Marchese e al bomber Curiale non possiamo che augurare un grosso in bocca al lupo per la partita di giorno 10 giugno contro la “Natzionale Sardigna” valevole per l’Antudo Cup.

(Foto: Pagina Facebook Naziunali Siciliana) 

Associazione Catania Rossazzurra: “Iniziativa nata per sostenere un progetto serio per il rilancio”

È stata regolarmente costituita nelle forme di legge l’Associazione “Catania Rossazzurra”, con lo scopo primario di valorizzare la città anche attraverso la cultura dello sport, inteso quest’ultimo come fenomeno sociale. 

Nel contingentale momento in cui la città è stata privata della Società Calcistica, che dal 1946 ne rappresentava i colori, l’Associazione si propone anche a scopo di contribuire per la continuazione dello spirito e della tradizione del “Catania 46”. L’iniziativa nasce dalla voglia di sostenere un progetto serio per il rilancio del calcio a Catania. 

La speranza è che possa ottenere l’attribuzione del titolo sportivo una compagine sociale dalle capacità economiche, imprenditoriali e gestionali tali da poter dare concrete risposte alle legittime aspettative dei tifosi. 

Al fine di incoraggiare chi queste capacità ritiene di averle (decidendo dunque di investire nella nona città d’Italia) l’Associazione, sempre che detta compagine lo ritenga opportuno, intende farsi promotrice di iniziative volte a consentire il coinvolgimento della tifoseria anche nella partecipazione minoritaria del capitale sociale del “Nuovo Catania” attraverso quote di valore minimale e nel rispetto esclusivo delle forme di legge. 

D’altronde l’azionariato popolare è legge in diversi paesi europei, è proposta di legge in Italia, è incentivato della stessa FIGC ed infine è applicato in società da nord a sud: da Roma a Mantova, da Arezzo a Verona fino alle vicinissime Acireale ed Enna… 

Ovviamente qualora l’eventuale nuova proprietà del Catania dovesse decidere di “aprire alla città”, l’Associazione darà specifica contezza delle modalità di raccolta del capitale sociale idoneo a raggiungere lo scopo, il tutto da avvenire nelle forme procedurali previste da specifiche normative in materia. 

Per dovere di informazione, comunichiamo che hanno aderito all’iniziativa circa 100 associati. 

Ecco gli organi sociali:

Presidente onorario: avv. Enzo Trantino

Presidente: avv. Enzo Ingrassia

Vice Presidenti: avv. Andrea Scuderi, dott. Nello Russo, dott. Santino Mirabella.

Segretari: dott. Puccio Gennarino, avv. Valentina Distefano. 

Revisori dei conti: dott. Riccardo Sciuto, avv. Giuseppe Coniglione, avv. Antonio Cardillo. 

Collegio dei probiviri: dott. Fabio Pagliara, dott. Franco Zuccalà, dott. Sebastiano Sorbello, dott. Nunzio Li Rosi, dott. Luca Di Mauro. 

Consiglio direttivo: avv. Fabrizio Carbone, avv. Claudio Galletta, dott. Paolo Riccioli, Angelo Lainò, Gino Astorina, Ing. Gaetano Fede, Arturo Barbagallo, dott. Enzo Stroscio, Daniele Lo Porto. 

Addetto stampa: Marco Zappalà

(Foto: CataniaToday)

Foggia: chiusa l’era Zemanlandia, in arrivo l’ex Catania, Pitino, come DS

Finita l’era di Zdenek Zeman sulla panchina del Foggia, il club pugliese sempre alla ricerca di una nuova proprietà pensa al futuro.

Se per la panchina si fa il nome dell’esperto, Piero Braglia, ancora sotto contratto con l’Avellino, per il ruolo di Direttore Sportivo si pensa all’ex Catania, Marcello Pitino:

“Dopo aver chiuso l’ennesimo capitolo di Zemanlandia, il Foggia sembra voler puntare con decisione su Piero Braglia per la prossima stagione. Il tecnico toscano, sotto contratto con i lupi fino al prossimo 30 giugno, è il nome più gettonato per la successione del boemo.

Se nessuno si farà avanti partirà il nuovo corso, con l’ex trainer biancoverde in panchina e l’ex Catania Marcello Pitino favorito per ricoprire il ruolo di direttore sportivo vacante dopo l’addio di Giuseppe Pavone”.

(foto: stopandgoal.com)

Comune di Catania
Siamo tutti Giampiero Mughini o cosa? Amiamola Catania

Siamo tutti Giampiero Mughini o cosa? Vogliamo rinnegare le nostre origini, inseguire chimere dalle mentite spoglie e affidarci a chi ci ha inferto il colpo ferale o darci una svegliata? 

Solo chi non ama il Catania potrebbe fidarsi di chi se n’è liberato per sempre. Il Catania è morto, già il 22 dicembre, con funerali posticipati al 9 aprile. Nella camera mortuaria era possibile visitare il defunto per mesi, il trapassato liotru rossazzurro, ciò che restava della gloriosa storia che non coincide con un ricco palmares, anzi tutt’altro, eppure la bacheca vuota di trofei e colma di immagini non la baratteremmo con nessuna Champions League. Noi.

Noi che non siamo i modaioli, noi che non modificavamo le nostre esultanze ai gol di Maxi Loepz piuttosto che di Giuseppe Mosca, noi che il Catania era disancorato dalla categoria di militanza, era un’entità a se stante che viveva nei nostri cuori, parlava coi nostri cori, vedeva coi nostri occhi.

Non perdoneremo, mai, chi ci ha affossati né chi ci si è preso gioco di noi tra una amatriciana e una carbonara al veleno. E non dimenticheremo chi ci ha fatto toccare il cielo con un dito per poi lasciarci sprofondare nel buco nero dell’indebitamento. Catania è un pianto lungo 76 anni, dal primo vagito all’ultimo respiro, esalato con estenuante stanchezza.

Amiamola questa martoriata Catania: nel momento del bisogno non s’abbandona chi si ama. Puntare il dito è pratica assai semplicistica quando la città è allo sbando, quando il bando viene sostituito da una manifestazione d’interesse a discrezione e insindacabile giudizio della stessa amministrazione comunale che ha ridotto la città a una terrificante mala copia di se stessa.

Ma non siamo rinnegatori, non siamo come Giampiero Mughini: siamo orgogliosi di essere catanesi e quando cantiamo “Grazie a dio sono catanese”, lo urliamo a squarciagola con ancestrale convinzione, con purezza di sentimento, e le “strisciate” hanno per noi lo stesso valore di chi riga le nostre auto con un chiodo. 

Leggiamo di troppi detrattori, aleggia un eccessivo menefreghismo anche tra i nostri concittadini anche tra chi si professa “tifoso vero”. E’ questo il momento di sbandierare con orgoglio le nostre origini, non quando si batteva l’Inter del triplete, non quando coi lacrimoni ricordavamo cinque giorni fa la promozione in Serie A del 28 maggio 2006. I ricordi non rappresentano un antidoto alla disperazione, anzi spesso somigliano più a una cura palliativa per camuffare il dolore e trasformarlo, pericolosamente, in rabbia verso il Catania. Ma che colpe ha il nostro Catania? Cosa c’entrano i nostri colori? 

Catania è il nostro “mantra”, è espressione sacra del nostro profondo credo calcistico che si esplica e si esplicherà solo attraverso due colori, rosso e azzurro, uno stadio, il “Massimino”, un centro sportivo “Torre del Grifo”, che prima o poi tornerà verso di noi. Amare Catania e Catania, è la stessa cosa: la squadra di calcio e la città sono espressione della stessa storia, come il martirio di Sant’Agata: di distruzione e rinascita, sofferenza e gioie, siamo tutto e il contrario di tutto, siamo ostinatamente bipolari. Insomma, semu catanisi. Tutto è concesso, meno dimenticare.

(Fonte immagine: Giornale di Sicilia)